
Un cantiere in festa quello della Casa per anziani Alfredo Štiglić di Pola per la cerimonia solenne della posa della prima pietra, che arriva solo adesso, dopo tre mesi di demolizioni, indispensabili per poter cominciare costruire la nuova ala dalle fondazioni. Hanno impugnato la pala in tre: per primo il presidente della Regione Boris Miletić, poi la vicesindaca Ivona Močenić e infine Doris Ivanković, direttrice dell’ente che col progressivo incremento dell’età media della popolazione (e la crescente necessità di cure domiciliari assistite e ricovero) acquista sempre più importanza ogni giorno che passa.
Un fatto non meno importante è l’elevato valore dell’opera, anche in termini finanziari oltre che morali. L’investimento ammonta a più di dieci milioni di euro che sosterranno a metà la Regione e la Città di Pola, benché a dirigere la struttura sia la sola amministrazione regionale: quando si tratta di scuole, ospedali e altre strutture socio-sanitarie, è norma ormai consolidata che i due enti collaborino per fornire ai cittadini il meglio dei servizi possibili, accantonando le sottigliezze politiche che possono fare la differenza tra un partito e l’altro. Terza e ultima considerazione sul valore dell’opera, è quella che riguarda la sua lunga, anzi lunghissima gestazione, dovuta in primo luogo alle lungaggini di certa burocrazia altamente centralizzata di proverbiale inerzia.

Foto: DARIA DEGHENGHI
Il fabbisogno cresce
Doris Ivanković ha parlato con emozione: “È risaputo che stiamo rincorrendo una necessità sempre crescente di strutture di ricovero. Questo è un progetto molto complesso e infatti ci abbiamo lavorato ogni giorno per gli ultimi due anni, gomito a gomito con la Città e la Regione, che si sono accollate le spese. Oggi si vive più a lungo e questo comporta un aggravarsi delle condizioni di salute e un incremento del fabbisogno assistenziale. A un certo punto tutti gli anziani avranno bisogno dell’aiuto di noi giovani. Com’è vero che da anni abbiamo investito ingenti mezzi nell’assistenza domiciliare degli anziani, è vero anche che abbiamo bisogno di un numero sempre crescente di posti per il ricovero in sede. Gli ultimi sei mesi sono stati davvero estenuanti”, ha proseguito la direttrice e aggiunto che “per arrivare a questo punto è stato necessario sospendere i nuovi ricoveri ben due anni prima, cosa che ha allungato ulteriormente le liste di attesa”. Tuttavia, non c’è stata altra scelta.

Foto: DARIA DEGHENGHI
Trasloco esigente
“Guardate questo cratere alle mie spalle: per scavarlo è stato necessario demolire la mensa, l’infermeria, la sala di fisioterapia e tutte le camere per la degenza degli infermi. Prima di iniziare i lavori abbiamo dovuto organizzare un trasloco estremamente esigente. Il solo trasferimento della cucina ha richiesto notevoli sforzi, senza aggiungere altro sulla risistemazione dei degenti nelle camere disponibili dopo la demolizione che negli ultimi due mesi ha prodotto rumori assordanti, provocando stress e ansia tra i fruitori e tra il personale, me compresa,” ha concluso Doris Ivanković e aggiunto che dopo tanto rumore “finalmente si passa a una fase dei lavori più gradevole alla vista e all’udito”, perché si potrà ammirare come cresce la seconda dimora dei polesi fino al momento in cui si tornerà qui per la cerimonia dell’apertura o riapertura. Ma questo non succederà fino all’estate del 2026, perché ci vorrà appunto un anno e mezzo per salire dalle fondazioni al nono piano della torre. Alla fine, ha ricordato Ivanković, la casa di riposo avrà 44 camere o 88 posti più di prima, ma camere più spaziose perché non saranno più ammessi tre letti per stanza come finora, ma solo uno o due, e inoltre ci saranno dei piccoli salotti con cucinino su ogni piano per ricevere gli ospiti e socializzare, insomma, per una migliore qualità della vita.

Foto: DARIA DEGHENGHI
Il primo accordo nel 2017
Il presidente della Regione ha rievocato la lunga gestazione dell’opera. Già nel 2017 la Regione e la Città di Pola hanno stipulato un accordo di collaborazione per l’ampliamento e la riqualificazione della casa di riposo, ma è stato impossibile procedere perché formalmente l’edificio era ancora di proprietà dell’ente previdenziale (HZMO) benché il governo avesse già provveduto a decentrare i servizi, lasciandoli in mano alla Regione. Naturalmente né la Regione né la Città di Pola erano disposte a coprire le spese dell’ampliamento senza la legittima proprietà sull’immobile, per cui l’attesa si è spinta alle calende greche, facendo peraltro lievitare i costi di costruzione fino agli esorbitanti 10,6 milioni di euro odierni. In passato, si sarebbe pagato molto di meno, ma tant’è. Il presidente ha ribadito che tutto il suo mandato verte intorno a questi tre pilastri della politica sociale: istruzione, sanità pubblica e assistenza sociale. E ci verte “non solo con le parole, ma con i fatti, tanto è vero che siamo i primi in Croazia per l’aumento delle capacità ricettive delle nostre quattro case di riposo, Pinguente, Pisino, Albona e Pola, che insieme avranno 337 posti letto più di prima”.

Foto: DARIA DEGHENGHI
Un ente, tre sedi
Ivona Močenić ha aggiunto che si tratta della maggiore opera pubblica in campo assistenziale in Istria e che al suo termine gli anziani avranno possibilità assistenziali e una qualità della vita sensibilmente migliore. Le capacità ricettive delle strutture socio-sanitarie sono sempre limitate, ma questo è un esempio che dimostra come sia possibile progettare e costruire insieme un futuro migliore per la terza età, ha concluso la vicesindaca. Da ricordare che la casa di riposo Alfredo Stiglić cresce su progetto dell’architetto Luka Matticchio, sotto l’occhio vigile dell’ingegnere Filip Banovac ad opera del costruttore Radnik di Križevci. Alla cerimonia hanno preso parte anche la vicepresidente della Regione in quota CNI Jessica Acquavita, gli assessori Gordana Antić, Ivan Glušac e Ivana Sokolov, ma anche l’ex dirigente della casa di riposo, Vesna Grubišić Juhas, che in quarant’anni di servizio ha spianato la strada a una nuova direzione di manager socio-sanitari affinché procedessero con gli investimenti di questi ultimi due anni in tutte e tre le sedi dell’ente: Villa Trapp, il Centro Alzheimer e altre demenze senili in via Mažuranić ed ora nella sede centrale a Veruda.

Foto: DARIA DEGHENGHI
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