Al mercato i prezzi rincorrono le temperature

È sempre più difficile per i consumatori fare la spesa, sia all’ortofrutta che in pescheria

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Al mercato i prezzi rincorrono le temperature
Un’estate dai prezzi da capogiro. Foto: DARIA DEGHENGHI

Un’estate da capogiro in tutti i sensi. Se sono da record le temperature, i prezzi non sono da meno e i consumatori rischiano lo svenimento a ogni piè sospinto. Ormai è chiaro: quest’estate spenderemo somme che non eravamo abituati a spendere. I prezzi sono aumentati in tutti i settori: sistemazione, ristorazione, vendite, servizi; dal gelato all’acconciatura. Lo si capisce anche nel poco spazio che occupano le bancarelle della frutta e degli ortaggi in piazza del Popolo. In pratica, non esiste più il pomodoro che costi meno di 20 kune il chilogrammo. Il prezzo può andare solo, a seconda delle varietà, ma sotto le venti kune non scende nemmeno a cercarlo con la lente d’ingrandimento. L’inflazione, i costi della luce, dell’acqua, dei concimi e dei trasporti hanno mandato la convenienza in fumo (se mai ce ne fosse stata). Ecco gli esempi che danno maggiormente nell’occhio: nettarine e kiwi a 40, pesche a 45, albicocche a 20, 26 e 30 kune, lime a 60, angurie a 10, meloni a 16. Un disastro. A onor del vero, ci sono nettarine anche a 20 kune, di qualità leggermente inferiore, ma buone lo stesso. Allora perché pagare 40 se si può pagare 20? I commercianti si spiegano: non sono della stessa varietà e quelle che costano il doppio sono molto più gustose. Stesso discorso per i fichi: chi li vende a 28 e chi a 70. Ora, di fichi ne abbiamo visti a volontà, sia in campagna che in città e ne sappiamo abbastanza per dire che 70 kune è un prezzo esagerato. Ci facciamo il segno della croce e il commerciante cambia musica: “Scriva 50, scriva che costano 50. A 70 non li prendono”. E speriamo bene. Ci mancherebbe altro.

La verdura. Si diceva del pomodoro che costa dalle 20 alle 30 kune, a seconda della varietà. I fagiolini vengono 20 e 26, i fagioli novelli 30, i peperoni e la cipolla rossa 14, 18 e 20, la lattuga 16, le zucchine 6, i cetrioli 12 e 20, le patate e il cappuccio 10. È comparso anche il mais, che si vende a 20 kune, mentre il radicchio costa 40, la cicoria e le biete 16, il prezzemolo 50.
Anche in pescheria i prezzi volano al cielo. Con la sola eccezione del pesce azzurro e in particolare delle sardelle (15 kune), dei lanzardi (30) e degli scombri (40), che restano comunque convenienti, il resto è già roba… salata. I branzini, le orate e i riboni si vendono a partire dalle 80 fino alle 180 kune il chilogrammo, in base alla pezzatura. Più grande il pesce, più grande il prezzo. Le sogliole costano 140 kune, i gamberoni 120 e 150, i calamari 140 e 160, gli scampi 230, il dentice 240, lo scorfano 280 e l’aragosta 300 kune il chilogrammo. Insomma… volere non è potere. Ci vuole il portafogli bello gonfio. Ma ecco anche una new entry, un pesce che non si trova in commercio regolarmente. Si tratta del luccio di mare o Sphyraena sphyraena, noto anche come barracuda europeo. Gli esemplari che ieri mattina abbiamo trovato in offerta a 60 kune sono di media grandezza. Le loro carni sono bianche, tenere, dal gusto delicato, simili a quelle del merluzzo. Pertanto si può dire che il “barracuda”, a parte il nome che incute terrore, è un buon acquisto.

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