«Zuccafest» con conferenza tematica

Umago. Nella Comunità degli Italiani «Le danze macabre in Istria: gli affreschi di Cristoglie e Vermo»

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«Zuccafest» con conferenza tematica

La Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza”, in collaborazione con la Città di Umago e con l’ente Festum, in occasione di Ognissanti, ha organizzato l’evento “Zuccafest”. La festa è iniziata di primo mattino in piazza Primo maggio, dov’è stata allestita la Mostra delle zucche di Halloween, con l’aiuto delle educatrici degli asili locali, l’italiano “Girotondo” e il croato “Duga”. Le zucche esposte sono state ritagliate e decorate nei modi più fantasiosi e creativi, oltre che dai piccoli dei due asili, pure dagli alunni delle classi inferiori delle scuole elementari “Galileo Galilei” e “Marija i Lina”, portando in piazza tanta allegria. Nel pomeriggio “Il ballo delle streghe”, spettacolo di danza presentato da Jelena Mrak sempre in piazza Primo maggio, ha visto esibirsi per primi i bambini del gruppo educativo “Cioccofrittole” del “Girotondo”, che preparati dall’educatrice Sabina Salomon Bernich, con l’aiuto di Anja Benak, hanno proposto la canzone “Quattro vampiri”.
Ha fatto seguito il gruppo di danza “Happy Dream” della Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” che ha presentato una coreografia di Giulia Braico sulle note del brano “Right Round”. È stata poi la volta delle majorette dell’Associazione “Gaia” e precisamente il gruppo cadetto nella formazione pompon con la canzone “This is Halloween”, con la coreografia di Ivana Šušteršić. In scena poi ancora le “Happy Dream”, con la canzone “So Yo” e la coreografia di Jelena Mrak, la formazione junior e senior con la canzone “Dead Silence” e l’assolo di Lara Manzin, del gruppo di danza “Blue Dream” che ha danzato sulle note di “Untoppable”, per la coreografia di Jelena Mrak. Al termine dello spettacolo tutti i bambini presenti hanno ricevuto i caratteristici dolcetti di Halloween.
Una lunga ricerca sull’argomento
In serata nella sala del Teatrino del sodalizio umaghese Marianna Benčić ha svolto una conferenza dal titolo “Le danze macabre in Istria: gli affreschi di Cristoglie e Vermo”, argomento più che azzeccato per il periodo dell’anno.
La relatrice ha svolto una lunga ricerca sull’argomento, risalendo alla prima testimonianza di questo tema in un affresco della chiesa del cimitero dei Santi Innocenti di Parigi del 1425, purtroppo andato distrutto nel 1669, ma testimoniato nelle xilografie di Marchant. In Europa, soprattutto in Francia, Germania e Italia sono rimasti un centinaio di affreschi riguardanti la Danza macabra, tema che in passato veniva trattato come un tema laico e spesso gli affreschi venivano distrutti su ordine degli stessi ecclesiastici.
In Istria abbiamo la fortuna di trovare l’affresco la Danza macabra nella pittoresca chiesetta di Santa Maria alle Lastre di Vermo, un piccolo villaggio a pochi chilometri da Pisino. La Danza macabra, sulla parete occidentale, è la scena che più di tutte attrae i visitatori. Si tratta di una delle più antiche rappresentazioni di questo tema che si sono conservate fino ai nostri giorni. Eseguita in seguito alla diffusione dell’epidemia della peste bubbonica, la scena all’epoca trasmetteva l’insegnamento secondo il quale difronte alla morte siamo tutti uguali e impotenti. Accanto ai defunti danzanti, nella processione che si dirige silenziosa verso una tomba aperta, sono raffigurati il papa, il cardinale e il vescovo, il re e la regina, un grasso locandiere, un bimbo, un mendicante e un soldato, che non verrà salvato neanche dalla solida armatura, nonché un commerciante, che non riesce a corrompere la morte neppure offrendole dei ducati d’oro. È la morte stessa che, suonando una cornamusa, detta il ritmo agli scheletri danzanti.
La chiesa fortificata di Cristoglie (Hrastovlje) si trova invece nell’entroterra di Capodistria ed è dedicata alla SS. Trinità. Il suo interno custodisce preziosi affreschi, tra i quali la Danza macabra dipinta da Johannes de Castua intorno al 1490. La rappresentazione della Danza macabra non è neanche preponderante nell’intero palinsesto figurativo della chiesa, però ha una posizione importante: su una navata, all’altezza dello sguardo, la processione di umani condotti per mano dagli scheletri scorre inesorabile davanti agli occhi. Dal cardinale al bambino, passando per il frate, il mercante e il bottegaio, il genere umano è raffigurato con colori vividi ed espressioni forti. Gli scheletri sembrano ridere, mentre gli uomini appaiono preoccupati, rassegnati del proprio destino.
Marianna Benčić ha quindi effettuato un confronto tra i personaggi dei due affreschi in Istria e quello di Parigi, riscontrando tantissime somiglianze e desumendo la forte influenza dell’arte tardogotica su quella in Istria, ma allo stesso tempo mettendo a fuoco caratteristiche tipiche della Regione istriana, come certi particolari del vestiario e di oggetti che troviamo soltanto in Istria.
Al termine della conferenza la giovane relatrice, che ha saputo destare l’attenzione dei presenti, è stata ripagata con uno scrosciante applauso, in segno di ringraziamento e incoraggiamento a proseguire con la ricerca storica.

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