
“Questo sarà un anno del tutto diverso, durante il quale, dopo i suoi 88 anni di vita, la nostra ‘Vodovod Labin’ entrerà a far parte di una famiglia più larga e inizierà una nuova era”. Così Alen Golja, direttore della municipalizzata preposta alla gestione dell’infrastruttura idrica e fognaria nell’Albonese, nel suo discorso di circostanza preparato per la cerimonia tenutasi giovedì sera nel Centro sportivo “Franko Mileta”. Nell’occasione sono stati festeggiati gli 88 anni della ditta, che, come confermato da Golja, nel corso del mese appena iniziato dovrebbe essere inglobata in una società più grande, assieme all’Acquedotto di Pola, come risultato della riforma dell’economia idrica che a livello nazionale ha interessato tutte le aziende di questo tipo.
Presenti alla serata, oltre ai dipendenti dell’attuale “Vodovod Labin”, pure i sindaci delle autonomie locali dell’Albonese, che fanno parte dell’Assemblea della ditta, alcuni di una cinquantina di pensionati della municipalizzata, ai quali sono andati gli attestati di ringraziamento da parte della dirigenza, ma anche Valentin Dujmović, vicedirettore generale della statale “Hrvatske vode”.
Nel prosieguo del suo discorso, Golja ha detto che i prossimi cambiamenti possono suscitare una sensazione d’incertezza e paura, “innanzitutto perché negli ultimi anni abbiamo vissuto in condizioni difficili e complesse: dopo la pandemia, abbiamo dovuto far fronte all’inflazione e all’insicurezza globale; personale e collaboratori di qualità hanno abbandonato la nostra comunità. Tuttavia, siamo riusciti a superare tutte le avversità, senza rinunciare al nostro obiettivo di migliorare e di assicurare agli utenti il diritto fondamentale, quello a un’acqua pulita e di qualità. Questa missione dura già da 88 anni”, ha dichiarato in seguito Golja.
Risale, infatti, alla prima metà del XX secolo l’inizio di un rifornimento idrico sistematico dell’Albonese. Nel 1937 venne costruita l’infrastruttura per la rete tra Cosliacco, Vosilla, Stermazio e Albona, il sistema sudorientale dell’Istria. Una delle date più importanti nella storia dell’azienda è il 4 agosto del 1940, quando fu inaugurata la stazione di pompaggio Fonte Gaia, del tutto completata. Golja ha ricordato pure il fatto che l’azienda albonese ebbe diverse sedi, da Pola a Capodistria, Parenzo, Pinguente, Abbazia e Pisino. “Già alla fine del 1960 iniziarono ad aumentare le richieste di rendere l’azienda autonoma, ma il 15 dicembre dello stesso anno fu comunque approvata la decisione di inglobare tutti gli acquedotti in Istria in una ditta. Tuttavia, l’11 marzo del 1961 la stessa decisione fu revocata e venne deciso di escludere la ditta albonese da quello che allora era l’Acquedotto istriano. Da allora fino a oggi la ‘Vodovod Labin’ è un’azienda autonoma”, ha aggiunto Golja, ringraziando tutte le persone che in tutti questi decenni hanno contribuito alle attività della società.
Ricostruire la rete fognaria
Parlando del futuro, ha sottolineato la tutela delle fonti d’acqua potabile come la sfida più significativa, ma anche il progetto di ricostruzione del sistema per lo smaltimento delle acque reflue per l’agglomerato Albona-Arsia-Rabaz (Porto Albona), un’iniziativa del valore di 100 milioni di euro, divisa in due fasi, di cui la prima, che vedrà tra l’altro la costruzione di un impianto per la depurazione delle acque reflue nella valle dell’Arsa, vicino all’ex centrale termoelettrica di Vlaška, sarebbe pronta per la gara d’appalto. Sullo stesso progetto si sono soffermati nei loro discorsi pure Valentin Dujmović, della “Hrvatske vode”, e Valter Glavičić, sindaco albonese.
Il primo partecipa alla realizzazione del progetto da otto anni. Concludendo il suo discorso con “Evviva l’acquedotto Albona-Pola”, Dujmović ha detto che il sostegno che sta per arrivare dai fondi europei, e si tratterebbe di un miliardo di euro per i progetti albonesi e polesi, è stato reso possibile grazie alla fusione delle aziende. Secondo il sindaco Glavičić, il quale, in base alla sua funzione politica ricopre la carica di presidente dell’Assemblea della “Vodovod Labin”, la decisione di accettare l’inglobamento sarebbe stata una “conseguenza” del desiderio degli esponenti della Città, dei Comuni e della “Vodovod Labin” di attenersi ai principi di quella che si chiama “gestione responsabile”. “Da soli non avremmo mai potuto finanziare questo un progetto da 100 milioni di euro”, ha dichiarato, informando gli attuali dipendenti che i loro posti di lavoro rimangono ad Albona. “Per quanto riguarda questa festa di compleanno, qualcuno dirà che è la fine. Io dico che si tratta di un inizio di qualità”, ha aggiunto.
Nell’ambito della cerimonia sono stati assegnati diversi attestati di ringraziamento. Oltre ai pensionati della ditta, a riceverli sono stati pure Valentin Dujmović e tre dipendenti attuali della “Vodovod Labin”, Denis Blažina, per i suoi 40 anni nella ditta, Helena Miletić, per l’impegno investito nella preparazione della documentazione per più di mille allacciamenti eseguiti recentemente, come pure Klaudio Bastijanić, per la sua dedizione alla documentazione legata al progetto per l’agglomerato Albona-Arsia-Rabaz. È seguito un momento conviviale, mentre a contribuire alla parte musicale della serata sono stati Tena Bevčar, Robert Mikuljan e Aldo Foško.

Foto: Tanja Škopac
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