Valpidocchio. Da risolvere anche le acque reflue scaricate dalle navi

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Valpidocchio. Da risolvere anche le acque reflue scaricate dalle navi

ARSIA | La questione delle acque reflue che le navi per il trasporto di bestiame vivo scaricano in mare allo scalo merci di Valpidocchio (Bršica) sarà uno dei temi della riunione fissata per i primi di settembre tra il Comune di Arsia e i rappresentanti della Port Authority di Fiume e dell’azienda portuale fiumana, che gestisce lo scalo, che si estende su un’area di oltre mezzo milione di metri quadrati. A confermarlo è stata Glorija Paliska, sindaco di Arsia, nel rispondere durante la seduta del Consiglio comunale tenutasi mercoledì sera alle domande del consigliere Vedran Grubišić (SDP).

I piani della Port Authority

“Siamo a conoscenza della problematica, anche perché ne siamo stati informati dagli abitanti di Traghetto”, ha detto la Paliska. A suo avviso, la Port Authority fiumana pianifica la realizzazione di un impianto per la depurazione delle acque di scarico generate a bordo delle navi che si fermano a Valpidocchio nell’ambito degli interventi finalizzati al miglioramento della situazione complessiva nello stesso porto. Le carenze nella gestione dello scalo merci di Valpidocchio sono al centro dell’attenzione dalla fine di giugno, ossia dal caso di inquinamento causato dallo sversamento nella baia Canale d’Arsa di 3.800 litri di carburante dalla nave libanese “Fidelity”.

Le promesse del viceministro

Nel soffermarsi sul grave incidente ecologico, che ha colpito per lo più gli abitanti di Traghetto e le persone che vi hanno un’attività commerciale, Glorija Paliska ha voluto ringraziare tutti loro per la comprensione e la pazienza dimostrati in questo periodo. È stata ricordata pure la riunione tenutasi ad Arsia, nei giorni successivi all’incidente, con Siniša Orlić, viceministro del Mare, dei Trasporti e dell’Infrastruttura, responsabile della sicurezza della navigazione, e con gli esponenti della Port Authority di Fiume. In quell’occasione Orlić aveva confermato la disponibilità del suo Ministero di aiutare il Comune con la richiesta di risarcimento danni, mentre Denis Vukorepa, direttore della Port Authority di Fiume, aveva annunciato misure atte a migliorare gli standard ambientali a Valpidocchio. “Sarete informati, come sempre, dei dettagli della riunione e di quanto concordato”, ha affermato la Paliska nel rivolgersi ai consiglieri.

Collegamenti stradali

Durante la stessa seduta è stato approvato, a maggioranza di voti, anche il Piano urbanistico di Traghetto. Uno degli elementi più importanti per il futuro del luogo è la costruzione di nuove infrastrutture stradali tramite le quali nella località dovrebbero essere migliorati i collegamenti stradali con il resto dell’Albonese. È pianificata, per esempio, una tangenziale dalla direzione di Bergodi (Brgod). Attualmente la strada più utilizzata per raggiungere la località è quella che la collega a Ponte d’Arsa, il cui tratto finale, quello tra lo scalo merci di Valpidocchio e Traghetto, dovrebbe essere chiuso al traffico e diventare un lungomare. La superficie del territorio compresa dal documento è pari a 30,43 ettari. Il Piano è stato elaborato dalla ditta zagabrese “Urbanistica”, con a capo l’architetto Ivo Lukinić.

La rimozione dei tetti in amianto

La qualità della vita va migliorata anche ad Arsia. Secondo Admira Žakula, consigliere dell’HDZ, una minaccia per la salute degli abitanti e dei visitatori della cittadina sono i tetti in amianto, che dovrebbero essere ricostruiti. Nel reagire alla sua domanda, la sindaco Paliska ha confermato che il Comune intende inserire nel Bilancio di previsione per il 2019 una voce per gli incentivi destinati ai comproprietari dei condomini che decideranno di rimuovere le coperture in amianto.
All’osservazione di Žakula relativa all’aumento del numero di persone bisognose ad Arsia, per le quali sarebbe necessario predisporre una mensa popolare, Glorija Paliska ha confermato che i meno abbienti in questa parte dell’Albonese sono sempre più numerosi e che il Comune continuerà ad aiutare questa categoria di persone nei limiti delle proprie possibilità.

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