Valdarsa. La lingua valacca, un bene da tramandare alle generazioni future

Si è tenuta di recente la giornata dedicata alla parlata, oggi utilizzata da pochissimi

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Valdarsa. La lingua valacca, un bene da tramandare alle generazioni future
Il programma serale con la proiezione dei film. Foto: VALTER STOJŠIĆ

Si è tenuta, a Valdarsa (Susgnevizza), l’edizione 2022 della tradizionale Giornata della lingua valacca, Zija de vlåška limba, portata avanti dall’associazione “Spod Učke”, in collaborazione con l’Ecomuseo “Vlaški puti” (Sentieri valacchi), nell’ambito del suo programma finalizzato alla salvaguardia della parlata in parola, considerata anche dall’Unesco come una delle lingue del mondo in pericolo.

La parlata è oggi, tra l’altro, pure la lingua ufficiale del Centro d’interpretazione “Vlaški puti” allestito al pianterreno dell’edificio in cui opera la locale sezione della Scuola elementare “Ivan Goran Kovačić” e inaugurato nel novembre 2019. In occasione della Giornata il Centro poteva essere visitato gratuitamente. Come abbiamo appreso durante la nostra visita, secondo le stime di alcuni esperti, il valacco, chiamato nella letteratura scientifica “istroromeno”, continuerà ad avere parlanti madrelingua a Valdarsa e nei dintorni per ancora una trentina di anni. Attualmente nella stessa parte del territorio del Comune di Chersano, dove vivono circa 280 persone, ve ne sono circa 50, tra i quali i più giovani hanno già superato i 50 anni, come Silvana Štroligo, nata Jurman, la quale ha più di 80 anni, e Josip Glavina, conosciuto anche come Pepo, nato nel 1956.

Salvare dall’oblio
I due hanno già contribuito ai vari progetti della “Spod Učke”, compreso il film più recente dell’associazione, presentato nell’ambito del programma preparato per l’edizione 2022 della Giornata della lingua valacca. Si tratta del documentario, in lingua valacca, “Ân kåva” (In miniera). Prodotta dall’associazione menzionata, l’opera racconta la vita dei minatori di Valdarsa e dei luoghi circostanti che lavorarono nelle miniere di Albona, Arsia, Sottopedena e Tupliaco. Gli autori sono Valter Stojšić e la coordinatrice del Centro, Vivana Brkarić, mentre i due abitanti di Valdarsa, Štroligo e Glavina, hanno contribuito parlando della loro esperienza lavorativa negli impianti minerari, la signora Silvana come una delle lavoratrici dello stabilimento riservato alla separazione del carbone da altri materiali e come una delle persone che scendevano in pozzo per consegnare la posta, mentre il signor Josip vi lavorava come minatore.
“Nel 1921 vi erano 2.993 abitanti in questa parte dell’Istria e tutti parlavano la lingua valacca. Tuttavia, negli anni successivi molti lasciarono questo paese e se ne andarono per lo più in America, ma anche in Australia, e oggi, quando queste famiglie tornano qua, è interessante sentire come parlano: utilizzano tutte quelle parole valacche autentiche, di una volta, mentre noi che siamo rimasti abbiamo adottato nel frattempo le varianti croate o quelle italianizzate”, ci ha detto Glavina, dimostrandosi molto orgoglioso anche delle sue collaborazioni con gli esperti e gli scienziati dedicati allo studio del valacco. “Viviana e Valter meritano un monumento per tutto quello che fanno per salvare la parlata dall’oblio”, ha dichiarato la signora Silvana.

Viviana Brkarić.
Foto: TANJA ŠKOPAC

I progetti
Secondo quanto ci ha confermato Brkarić, negli ultimi anni la Giornata della lingua valacca si organizza alla fine di agosto proprio per permettere che a partecipare al programma siano le persone originarie del luogo che oggi vivono in un’altra parte del mondo e trascorrono una parte dell’estate nel paese delle loro origini. Parlandoci dei progetti cui la sua associazione e l’Ecomuseo lavorano, la coordinatrice del “Vlaški puti” ha menzionato i programmi destinati agli alunni del territorio, sempre incentrati sulla salvaguardia del valacco, come pure il laboratorio “Puljići”, riservato ai più piccoli, che durante gli incontri apprendono il valacco attraverso il gioco, oltre ai workshop del progetto “(Ne)skrivena Istra”, Istria (ig)nota, che comprendono laboratori nell’ambito dei quali si condividono racconti in valacco e in altre parlate dell’Istria. Verso la fine dell’anno sarà portata a termine un’altra iniziativa cinematografica, il film “Škuravina” (Buio), un’opera dedicata al mondo fantastico dell’Istria, come le due pellicole precedenti, “Je letrika ubila štrigi?” (È stata l’energia elettrica a uccidere le streghe?) e “Medežija kontra štrigarija” (La medicina contro le stregonerie). La Giornata di quest’anno ha compreso, nel campo sportivo vicino al Centro “Vlaški puti”, pure la proiezione del documentario sul tema della miniera “Sjećanje u kadru” (Ricordi inquadrati). Si è svolta con il sostegno del Ministero della Cultura della Repubblica di Croazia, della Regione istriana e del Comune di Chersano.

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