Marisa Sciolis Škrapić, un grande atto di generosità

A colloquio con la dottoressa che ha donato quattro milioni di kune per il futuro Centro giovanile che porterà il nome di suo figlio Dino

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Marisa Sciolis Škrapić, un grande atto di generosità
La dott.ssa Marisa Sciolis Škrapić. Foto: RONI BRMALJ

Entro il 31 dicembre dell’anno prossimo, parola del sindaco Marko Paliaga, Rovigno avrà in via Nello Quarantotto, un nuovo, moderno e funzionale Centro dei giovani, pensato per sostenerli nella crescita e nello studio e aiutarli a scoprire e ad approfondire le loro inclinazioni nei campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM – dall’acronimo inglese), ma anche della robotica, della musica, della pittura, in un clima di collaborazione, di ricerca, di lavoro condiviso e vissuto con leggerezza, allegria e fiducia nel proprio futuro.

Questo, in sintesi, il desiderio della dottoressa Marisa Sciolis Škrapić, che pochi giorni fa ha sottoscritto nel Municipio di Rovigno un atto di donazione di ben quattro milioni di kune alla Città per realizzare quest’ambizioso progetto in memoria di suo figlio Dino, plurilaureato, ingegnere elettronico, ricercatore al Politecnico di Losanna, alla “Motorola” di Ginevra e di Monaco, associato a due grandi banche della City di Londra (la “Goldman Sachs” e la “Nomura”), oltretutto pianista, prematuramente scomparso nell’ottobre del 2009, all’età di 39 anni.
Uno dei pochi vincoli imposti da sua madre al contratto sottoscritto è che il Centro porti il nome del suo compianto figlio.
Subito dopo l’autenticazione dell’accordo tra i rappresentanti delle autorità cittadine e la dottoressa Marisa Sciolis Škrapić, in una delle splendide sale del Municipio rovignese abbiamo avuto l’opportunità di intervistarla. Ecco quanto ci ha detto.

Lei è da dodici anni che porta avanti una Fondazione intestata a suo figlio. Ed è stata la prima generosa iniziativa che promosse in suo ricordo?
“Sì. La mia filantropia è purtroppo iniziata con la scomparsa di mio figlio. Fondai la Fondazione ‘Dino Škrapić MBA’ per poter assegnare delle borse di studio d’eccellenza a giovani appassionati di musica e di elettronica, entrambi settori in cui Dino finché in vita si era particolarmente distinto, per dar loro modo di approfondire gli studi o di specializzarsi”.

Si tratta di ragazzi istriani?
“No, provengono da tutte le parti della Croazia. Da Osijek, da Fiume… Tanti sono dalmati. Uno dei giovani che hanno usufruito del sostegno della Fondazione è stato, ad esempio, Željan Juretić, di Blato, piccola cittadina sull’isola di Curzola, in Dalmazia, laureatosi alla Facoltà di elettronica e informatica a Zagabria, con la media del 5,0, e un anno e mezzo dopo, grazie alla Fondazione, come mio figlio, anche alla prestigiosa Università Bocconi di Milano. Attualmente è impiegato a Londra, in una nota banca. E come lui tanti altri. Uno solo è un ragazzo istriano e studia musica a Venezia. È piccolino ed è diventato quasi la nostra mascotte”.

Dunque, in pratica, due studenti ogni anno hanno potuto contare sul sostegno della Fondazione?
“Sì, avevamo iniziato con il masterclass di pianoforte, con un professore che lavora all’Indiana University, negli Stati Uniti, e con la Rassegna dei giovani pianisti del Litorale sloveno, dell’Istria e del Friuli Venezia Giulia, incluso il Collegio del mondo unito di Duino”.

Collegio che anche Dino aveva frequentato riscuotendo eccellentissimi risultati?
“Sì. Mio figlio, oltre ad essere un grande appassionato di musica, amava moltissimo l’elettronica”.

Nonostante sia il seguito ovvero la conseguenza di un evento soprattutto per lei molto triste, esser riuscita a portare avanti quest’iniziativa e vederla dare dei frutti concreti, immagino dia soddisfazione.
“Così ricordo mio figlio ed è, in un certo senso, appagante”.

Immagino che i ragazzi che hanno avuto la fortuna di usufruire del sostegno della Fondazione le siano riconoscenti?
“Alcuni senz’altro. Lo ricordano sempre. Altri invece con il passare del tempo se lo sono dimenticati” – risponde sorridendo la dott.ssa Sciolis Škrapić e aggiunge: – “Ma, lo sappiamo tutti, così succede spesso nella vita”.

Quest’anno le borse di studio sono già state assegnate?
“No. A causa dell’epidemia dovuta al Covid, purtroppo, ci siamo dovuti fermare. Io stessa ne sono stata colpita e durante la convalescenza ho riflettuto molto, maturando l’idea di proporre questa donazione”.

Già in fase progettuale
Quello del Centro giovanile era dunque un progetto sul quale rifletteva da tempo?
“Sì. Pensavo da tempo che Rovigno non avesse un Centro adeguato in cui i ragazzi si potessero trovare, incontrare, discutere, studiare, condividere esperienze. Secondo me, è una cosa estremamente importante, soprattutto adesso, dopo questi due anni di pandemia, che ci hanno sconvolto la vita e ci hanno fatto decisamente capire quale sia l’importanza dello stare insieme. Ora che questo contratto è stato firmato non resta che attendere che il progetto venga realizzato”.
Ringraziamo della cortesia la dottoressa Marisa Sciolis Škrapić e torniamo a complimentarci con lei per la donazione della quale, ne siamo convinti, tutta Rovigno e, soprattutto, le nuove generazioni le saranno sempre riconoscenti. Una volta realizzato il Centro giovanile, la Fondazione, come apprendiamo, continuerà comunque a contribuire, magari con un recital pianistico, per ricordare una volta all’anno l’immagine e le tante doti di Dino, un giovane ambizioso e capace, che tutti coloro che ebbero la fortuna di conoscere ricordano ancora con grande stima e tanto affetto.
Ora non resta che attendere che l’amministrazione cittadina concretizzi l’investimento. Il restauro dell’immobile che era un tempo il ristorante “Školjka” e che ospiterà il futuro Centro giovanile è già in fase progettuale. Dovrebbe diventare realtà, come assicurato dallo stesso sindaco Marko Paliaga, al massimo tra un anno e mezzo.

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