
Con l’arrivo di settembre si avvicina inesorabile anche il rientro dalle vacanze estive, ma per qualcuno è ancora tempo di campi estivi. Capita così che 23 ragazzi che frequentano il Liceo scientifico Vendramini di Poredenone e l’Istituto superiore per il Made in Italy di Noventa Padovana questa settimana si trovino a Salvore per conoscere il territorio e scoprirne i segreti. Le attività del campus sono organizzate dalla cooperativa italiana “Bio-Res”, che si occupa di ricerche scientifiche e biologiche, grazie anche ai fondi ministeriali del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) “Le materie STEM tra biologia e tecnologia” per l’Istituto padovano e il Pnrr “Lab Plus” per il Vendramini. In questi giorni gli studenti del campus di biologia marina saranno seguiti e guidati dai professori ed esperti Monica Moras, Roberto Odorico, Monica Calore e Pierangelo Cazzin.
Come confermato da Monica Moras, l’intento degli organizzatori è quello di sensibilizzare i più giovani sulle problematiche ambientali attraverso il lavoro sul campo, la lettura del territorio e l’osservazione diretta dei cambiamenti in natura. “È da una decina di anni che organizziamo quest’attività che applica la parte pratica di analisi ambientale e monitoraggio alle scuole. Abbiamo scelto Salvore perché offre una serie di attività multidisciplinari, come storia, territorio e scienza, dove possiamo analizzare le cose con immersioni subacquee, visite e lezioni sul campo – ci spiega Roberto Odorico, uno degli organizzatori -. Quest’anno abbiamo provato a fondere due esperienze diverse: il liceo scientifico e l’indirizzo alberghiero con un particolare riguardo all’origine delle materie prime. Svolgiamo delle attività che sono incluse nel novel food, anche perché questi ragazzi sono gli chef del futuro e devono essere abituati a maneggiare una materia prima che sarà di anno in anno sempre diversa”.

L’osservazione diretta
Non solo cibo, anche tanto studio e analisi, attraverso l’osservazione diretta della località e di tutte le sue peculiarità. “Nel pomeriggio arriva il professore Stefano Furlani, il quale studia i cambiamenti del livello del mare – dichiara Odorico -. La sua idea è quella di monitorare le linee di costa del mondo. Arriva con un’imbarcazione allestita con delle telecamere per misurare la costa e con degli eco-scandagli per analizzare la profondità dei fondali e avere delle mappe che ci serviranno nei prossimi anni per avere il rilevamento della zona. La cosa bella è che dalla batana salvorina che aveva un lume per guardare il fondo passiamo a una barca con strumenti molto più tecnologici che fa quello che il pescatore faceva una volta, come vedere sott’acqua. Abbiamo così un collegamento ideale tra la tradizione e l’innovazione”.
In questi anni i vari gruppi hanno studiato anche la fauna marina e, grazie alla loro attività, sono riusciti ad avere un’idea delle specie che popolano la zona e a seguire in modo continuato i loro cambiamenti. “In questi programmi gli allievi, nel corso di cinque giorni, imparano a conoscere circa 40 specie animali e sanno cosa significano per l’ambiente. Ad esempio, oggi, qui vicino, abbiamo visto una prateria marina che si sta espandendo, ed è una cosa positiva perché i pesci vanno a rifugiarsi lì”.
La maggior parte di noi associa il mare al divertimento e allo svago, quindi la difficoltà maggiore per gli insegnanti è quella di indirizzare i ragazzi a un approccio di studio e collaborazione volto a ottenere dei risultati scientifici. Una volta superato questo scoglio, però, possiedono un’abilità collaborativa che li aiuterà molto nel corso della vita.

Nei prossimi giorni i ragazzi affronteranno delle prove sott’acqua con le bombole di ossigeno, un giro con la batana salvorina e il sea watching notturno per osservare il fondale. Infine, attività all’aria aperta per conoscere le piante alofite tipiche del luogo.
Oltre ai professori e ai dirigenti, al campo estivo partecipano anche alcuni membri dell’Associazione “Batana salvorina”, a partire da Marina Paoletić, che si occupa della parte storica e del territorio. Nell’ambito delle varie attività ai ragazzi vengono messe a disposizione delle batane e nei giri notturni sono guidati dagli esperti Kristian Petretich e Lauro Paoletić, mentre Evelin Jakac si occupa della parte legata alle piante marine terrestri.
Il punto di vista dei più giovani
Ma com’è quest’esperienza per i ragazzi? Abbiamo parlato con alcuni di loro: si sono detti soddisfatti ed entusiasti di scoprire cosa avverrà nei prossimi giorni. “Come sport faccio apnea e ho familiarità con l’acqua. Frequentando l’indirizzo di ambiente, mi interessava scoprire la realtà marina che abbiamo studiato nelle varie materie, quindi questa è stata un’opportunità perfetta – spiega Marco Gioli del Liceo scientifico -. Non vedo l’ora di andare in barca e di usare le bombole. Per me sarà la mia prima volta e vorrei vedere come va, perché mi piacerebbe stare sott’acqua molto di più di quanto faccio di solito”.
Altri hanno invece a cuore la salvaguardia del pianeta e hanno visto nel campo estivo un modo per avvicinarsi a queste tematiche. “Ho deciso di partecipare a questa proposta della prof perché innanzitutto penso che un’opportunità scolastica così sia più unica che rara e soprattutto perché ho molto a cuore la questione ambientale marittima a causa dei vari problemi odierni – ci spiega Alberto Bergamin del Liceo Vendramini -. Le attività mi piacciono molto, in particolare lo snorkeling che abbiamo fatto stamattina, vedendo molte specie che abbiamo studiato anche a scuola”. C’è invece chi si trova più a suo agio in altri ambienti, ma non per questo ha esitato a tuffarsi in una nuova sfida e mettersi alla prova, come Anna Eger, che ci confessa: “Personalmente preferisco la montagna, ma quando mi hanno offerto la possibilità di andare a visitare un mare bello come quello di Salvore, ho detto subito di sì, anche per provare qualcosa che di solito non faccio. Quando abbiamo saputo che ci sarebbe stata anche un’altra classe, la cosa si è fatta più interessante perché c’è la possibilità di fare scambio e conoscere nuove persone. Mi sto divertendo molto e non vedo l’ora di fare la notturna, poi il posto è bellissimo e stiamo girando un po’ anche per provare del cibo tipico”.
I ragazzi sono tutti concordi sul fatto che si tratti di un’esperienza formativa ricca e particolare. “Questo campus non è una cosa che fai tutti i giorni e poi, non avendo fatto tante gite con la scuola, mi sembrava un’opportunità da cogliere, soprattutto per conoscere nuova gente – dichiara Leone Cavino dell’ISMI di Noventa Padovana -. Non avevo mai fatto tanto snorkeling, mi sta piacendo molto e ho aspettative alte anche per le prossime attività”.
Dal 2025 a questo campus si aggiungerà pure la Scuola media superiore italiana “Leonardo da Vinci” di Buie con l’idea di inserire l’istituzione scolastica all’interno degli scambi con l’Italia in un contesto formativo. Non ci rimane che augurare un buon proseguimento a tutti i ragazzi e ai loro professori, con la convinzione che, oltre ad apprendere cose nuove, si divertiranno anche tantissimo.

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