
All’ultimo appuntamento con le conferenze storiche, la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago ha ospitato il prof. Kristjan Knez, presidente della Società di studi storici e geografici di Pirano e membro del Centro italiano “Carlo Combi” di Capodistria, il quale ha presentato la conferenza intitolata “Luci e ombre di un’operazione militare – I progetti di uno sbarco alleato in Istria – nell’Umaghese”.
Come ha precisato il relatore, introdotto dalla presidente del sodalizio Floriana Bassanese Radin, questo è un argomento ancora tutto da approfondire, in quanto molte delle fonti storiche non sono state ancora analizzate e studiate a fondo e dunque c’è ancora tanto lavoro da fare, perché la storia non è mai lineare, ma va affrontata da tutti i lati e perciò richiede un lavoro lungo e minuzioso.
Durante la conferenza sono stati affrontati gli argomenti riguardanti il potenziale piano di uno sbarco sulla costa istriana basandosi sulle posizioni del governo italiano riguardo a un’operazione nell’Alto Adriatico, dalle considerazioni di Diego de Castro nel suo libro “Memorie di un novantenne –Trieste e l’Istria” e dalle aspettative di Winston Churchill, già capo del governo del Regno Unito.
Il periodo trattato è stato quello dal 1943 al 1945 e il prof. Knez si è soffermato soprattutto sull’indagine del capitano di vascello Agostino Callosi e del tenente commissario di complemento Diego de Castro, di origine piranese, che conoscendo bene la costa istriana avrebbe contribuito a far conoscere le caratteristiche del territorio per un eventuale sbarco. Questo sbarco non avrebbe avuto l’importanza di altri sbarchi, come per esempio quello in Normandia, ma sarebbe servito all’intento di Churchill, che era quello di sbarrare la strada all’avanzata dell’armata sovietica.
Nell’ultima parte della conferenza il relatore ha ricordato i brutti episodi della Seconda guerra mondiale legati all’Istria, come il bombardamento di Pirano nella notte tra il 28 e 29 luglio 1944, che causò la morte di 9 persone e il ferimento di altre 19. Un altro episodio riguarda la tragedia del piroscafo “San Marco”, bombardato e mitragliato dagli angloamericani il 9 settembre del 1944. Fu questa la più grande tragedia della Seconda guerra mondiale che colpì la costa istriana: oltre cento le vittime civili, intere famiglie che furono falciate dai mitra dei caccia alleati, forse tratti in inganno dalla presenza di militari tedeschi sulla nave. Una fine annunciata, si dirà poi, perché gli alleati in quelle settimane di guerra affondavano tutte le imbarcazioni che trovavano in Adriatico, anche se il “San Marco” era una nave di linea che collegava la costa istriana con Trieste, dove si andava a lavorare, per visite mediche, scambi commerciali, visite ai parenti… Una tragedia che mise in lutto molte famiglie istriane e riempì la chiesa di Umago delle salme delle vittime.
Presente alla conferenza pure Gianfranco Abrami, nipote di una delle vittime del piroscafo “San Marco”, il quale ha voluto intervenire raccontando un ricordo del nonno materno, che nel bombardamento del piroscafo perse la moglie.
Il nonno faceva il pescatore e quella mattina del 9 settembre 1944 era andato a pescare e aveva notato diversi aerei degli alleati sorvolare Umago, tanto che arrivato a casa aveva consigliato la moglie di non andare a Trieste quel giorno. Purtroppo non lo aveva ascoltato e siccome sulla nave c’erano 60 soldati tedeschi dello stanziamento di Petrovia, la nave venne bombardata nonostante la presenza a bordo di numerosi civili. Alcuni degli umaghesi più anziani presenti in sala, ricordano ancora le bare di tutte le persone morte allineate nella chiesa di Umago.
La storia dovrebbe essere maestra, ma come dicono molti storici “gli uomini sono sempre gli stessi”, quindi molto spesso si commettono gli stessi errori dimenticando le tragedie e il dolore causato dalle guerre.
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