Umago e l’esodo dei lavoratori

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Umago e l’esodo dei lavoratori

UMAGO | Uno dei temi più ricorrenti in Croazia è quello del turismo, di cui si parla quotidianamente: da una parte per esaltarne i pregi, dall’altra per lamentare la mancanza di personale lavorativo in questo settore. In realtà, a cercare lavoratori fissi e stagionali sono anche altri settori dell’economia, come quelli dell’agricoltura, della sanità e persino il settore della pesca.

Ultimamente, gli agricoltori a Umago non riescono a trovare persone interessate a lavorare nei campi, a guidare un trattore, a zappare le viti o le patate. Lo stesso discorso vale per la pesca, dove i pescatori che usano le reti a strascico riescono a malapena a trovare qualche operaio.
Gli agricoltori, con le norme che si ritrovano, non sono più dei classici contadini, ma dei veri e propri imprenditori, alle prese con la burocrazia e con i controlli sistematici degli ispettori sulla qualità della terra, sul modo di gestirla e sull’uso di diserbanti e antiparassitari. Per tutto ciò, servono corsi speciali, che comportano anche costi non indifferenti. Nel turismo si cerca la qualità: cemerieri sorridenti, cuochi qualificati e cameriere d’albergo disposte a lavorare per una paga minima e un orario che supera le otto ore lavorative.

Giovani all’estero

Sempre più giovani, quindi, decidono di cercare fortuna all’estero e molti camerieri umaghesi li incontriamo oggi in Austria e in Italia. I pescatori di Umago li troviamo perfino nei Paesi del nord Europa, mentre architetti, medici e altri giovani laureati se ne vanno negli Stati Uniti, in Canada o in Germania. Questo avviene, perché all’estero questi mestieri sono molto più pagati. Qui, invece, in gran parte dei casi, si cerca personale che lavori nei mesi della stagione turistica, per uno stipendio di 3.500-4mila kune, al quale vanno a volte ad aggiungersi anche i turni notturni, per poi “scaricare” questi stessi lavoratori, già in settembre o in ottobre. La politica demotivante del governo – che ha influito anche sui programmi delle scuole professionali, per cui oggi sempre meno giovani sono motivati a fare i muratori, meccanici o camerieri –, sta dando dunque risultati deludenti.

Manca il personale sanitario

Nel settore sanitario la situazione è ancora peggiore. Come ha fatto notare in alcune occasioni l’assessore alle Attività sociali di Umago, Slaviša Šmalc, mancano operatori sanitari, infermiere/i e medici. Dunque, chi parla unicamente di turismo sbaglia quando associa la mancanza di operatori all’industria dell’ospitalità. Umago lamenta problemi sia nell’agricoltura, nella pesca e, ultimamente, anche nelle istituzioni sanitarie come la Casa della salute, la struttura sanitaria residenziale per il ricovero degli anziani (il cosiddetto Stazionario) e la Casa di riposo per anziani e disabili.

Condizioni sempre peggiori

Oggi si vive nella più cupa incertezza, con salari eccessivamente bassi, datori di lavoro che sfruttano i dipendenti. I sindacati sono inerti e i contratti di lavoro sono validi solamente per pochi mesi all’anno; poi, d’inverno, bisogna tirare la cinghia.
A questo punto, anche nella pianificazione scolastica, bisognerebbe considerare maggiormente tutti i comparti dell’economia, dal turismo all’agricoltura, dalla pesca all’imprenditoria. Anche i dati degli uffici di collocamento non sono esatti, perché proprio nelle località di frontiera, le gente che lavora dall’altra parte del confine, non figura tra i disoccupati, ma ripensandoci, non sono impiegati nel Paese, bensì all’estero. Nell’ex Buiese, fabbriche come la “Digitron” di Buie e tante altre ad Umago, erano state costruite proprio per fermare l’esodo economico. Oggi, siamo ritornati indietro di quarant’anni, perché quello che c’era, e che è stato creato per i giovani e per la gente di quest’area non c’è più. Per sopravvivere bisogna viaggiare e soltanto questo fatto, indica che l’economia del Paese sta andando nel verso sbagliato.

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