
È possibile insegnare le letteratura ai bambini? Parlare assieme a loro di autori di spicco, spesso considerati “impegnativi” anche per gli adulti? Affrontare temi quali libertà, memoria, patria, scrittura e molti altri ancora? La risposta è sì, basta farlo con un linguaggio adatto alla loro età. Lo hanno dimostrato la giornalista Martina Vocci e l’attrice e pedagoga teatrale Petra Blašković, che nella ricorrenza del 90º anniversario della nascita di Fulvio Tomizza, hanno coinvolto i bambini e i ragazzi della filodrammatica giovani della Comunità degli Italiani di Umago, che porta il suo nome, in un laboratorio dedicato al grandissimo scrittore istriano. Il gruppo, guidato da Roberta Lakošeljac e Ivana Lakošeljac, quest’anno ha instaurato una collaborazione assieme alla regista ed esperta teatrale, in modo che i ragazzi abbiamo la possibilità di avvicinarsi a questo mondo guidati da una professionista. I piccoli attori stanno infatti lavorando all’allestimento del famoso racconto tomizziano, dedicato all’infanzia, intitolato “Il gatto Martino”.
Esperienza diretta
Il gruppo aveva letto la storia, discutendone assieme già prima del laboratorio teatrale, in modo da arrivare preparato all’incontro presso la Biblioteca civica di Umago. L’evento è stato un’occasione per conoscere la persona di Fulvio Tomizza, attraverso l’esperienza diretta di Martina Vocci. Esperienza raccontata attraverso i ricordi, partendo dal primo incontro, avvenuto quando lei aveva la loro età. “Attendevo quel momento da tantissimo tempo; per me significava conoscere qualcuno di veramente importante, mio papà mi aveva promesso di portarmi alla presentazione di un suo libro. Quel giorno a mia sorella venne la varicella e dovemmo rimanere a casa. Ero disperata – racconta la giornalista –. Alla sera però Fulvio, che conosceva mio papà, passò a casa nostra e mi autografò il libro ‘Il male viene dal Nord’. Quello fu un momento che mi segnò profondamente, lo considero un dei tanti semi che hanno fatto germogliare in me l’amore per i libri e per la letteratura”.
Partendo da quel primo incontro con una persona “così elegante e carismatica”, il laboratorio è proseguito parlando di libri, di Matterada, della casa di Tomizza a Momicchia con le persiane blu, luogo a cui lo scrittore ha fatto ritorno e a cui era profondamente legato. Non è mancato il tema dell’esodo, delle molte persone che alla fine della Seconda guerra mondiale hanno lasciato l’Istria per andare oltreconfine, come lo stesso Tomizza, ma anche la famiglia Vocci. Sono state molte le domande dei bambini, a sottolineare il loro interesse sia per la scrittura, sia per la vita dell’intellettuale. Un momento significativo è stato quello in cui i bimbi hanno immaginato lo studio di Tomizza, dipingendolo come un luogo pieno zeppo di oggetti, computer, stampanti, ma anche una tazza di tè, la sveglia, nel caso si addormentasse per la stanchezza, un divano per riposare dopo tanto lavoro, la tv per distrarsi, quaderni per gli appunti, illustrazioni per immaginare meglio la storia da raccontare e così via… Per poi scoprire che in realtà si trattava di una stanza austera con una sedia scomoda, la famosa “carega” presente in molte case istriane e un tavolo di legno che dava su una finestra affacciata a perdita d’occhio sul mare di Umago, sotto alla quale lo scrittore aveva fatto piantare alberi di olivo, simbolo di pace. Immagini sovrapposte, che però aiuteranno i bambini a conoscere meglio il personaggio, immergendosi così nel suo mondo per delineare l’allestimento del “Gatto Martino”.
La ricchezza delle lingue
A un certo punto uno dei bambini ha posto una domanda per niente scontata: “In che lingua scriveva Tomizza”? Domanda a cui la giornalista ha risposto: “Parlava in italiano, croato e sloveno, ma la sua lingua madre era l’italiano perciò ha sempre scritto in quest’ultima”. A far riflettere ulteriormente i bimbi è intervenuta Petra Blašković: “Pensate però a tutte le traduzioni nelle varie lingue, grazie alle quali un australiano, un cinese o chiunque altro può leggere i suoi scritti e conoscere ad esempio un paesino istriano come Matterada”.
Un incontro per parlare di teatro, libri, storie e racconti, perché è importante avvicinare i bambini alla letteratura fin da piccoli e se un giorno, grazie a eventi di questo tipo, anche uno solo di loro imboccherà questa strada, lo si potrà considerare un successo.
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