Tre popoli uniti nel nome della libertà

Presenti i rappresentanti delle Associazioni antifasciste di Croazia, Italia e Slovenia

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Tre popoli uniti nel nome della libertà

Come da tradizione, la prima domenica di novembre si è tenuta la commemorazione per ricordare il 3 e 4 novembre del 1944, quando presso Cucciani e nei paesi vicini di Čepić, Brezovica, Abitanti, Topolovac e Hrvoj, al confine tra Croazia e Slovenia, nella lotta contro le forze nazifasciste persero la vita più di 120 combattenti delle unità partigiane della Seconda brigata della 43.esima divisione istriana, del Battaglione italiano “Alma Vivoda” e dell’Unità dei partigiani sloveni del Capodistriano. Il raduno commemorativo è stato organizzato congiuntamente dalle Città e dai Comuni dell’ex Buiese, dall’Associazione degli antifascisti del Buiese e da quella di Grisignana e Portole, dall’Unione delle Associazioni degli antifascisti dell’Istria, dall’Associazione dei combattenti per i valori della guerra di liberazione nazionale di Ancarano, Isola, Capodistria e Pirano e dalla sezione di Muggia dell’ANPI. A causa dell’aggravarsi della situazione epidemiologica, anche quest’anno la cerimonia commemorativa ha avuto luogo senza la presenza di un vasto pubblico e intrattenimenti artistico-culturali. Con la deposizione delle corone di fiori ai piedi del monumento eretto nel 1959, in perenne ricordo dei combattenti appartenenti a tutti e tre i popoli (croato, italiano e sloveno), le delegazioni del Buiese, del Capodistriano e del Muggesano hanno reso omaggio a tutte le vittime di quegli avvenimenti, osservando un minuto di raccoglimento.

Il monumento è stato eretto nel 1959

A rivolgersi ai convenuti sono stati il presidente dell’Associazione degli antifascisti del Buiese, Edi Andreašić e il sindaco di Buie, Fabrizio Vižintin.

”La situazione attuale non ci ha permesso di organizzare il raduno nel modo tradizionale, ma anche così non possiamo che rendere omaggio alle vittime e ringraziare i combattenti che hanno partecipato alla battaglia. Grazie alla lotta contro il fascismo, oggi viviamo in libertà e democrazia”, ha affermato Vižintin.

Il sindaco di Ancarano, Gregor Strmčnik ha ribadito che tali raduni sono un modo per non dimenticare i combattenti che hanno dato la vita per la libertà e che da loro si può soltanto imparare. “Coloro che ricordiamo oggi sono un esempio della lotta contro il male, che ringraziamo per ciò che hanno creato e per ciò che noi oggi abbiamo”, ha affermato Strmčnik.

Fabio Vallon di Trieste ha parlato a nome dell’ANPI, sottolineando, tra l’altro, che croati, italiani e sloveni hanno dato un grande contributo per la libertà e rimarranno per sempre nei ricordi, porgendo l’esempio di come combattere tutti i pericoli che esistono ancora oggi, come il fascismo e lo sciovinismo.

Edo Jerman, vicepresidente dell’Unione dei combattenti antifascisti della Croazia e dell’Associazione degli antifascisti della Regione istriana, ha affermato che l’antifascismo in Croazia si trova in una posizione scomoda: “Sappiamo chi è contro di noi. La voce degli antifascisti non si fa sentire e ci viene impedito di radunarci. Noi antifascisti veniamo insultati e non ci viene permesso di portare avanti i nostri programmi: progressivamente veniamo messi da parte e non abbiamo il sostegno finanziario delle Città e dei Comuni. In secondo luogo, ci infastidisce quando si dice che la Croazia è stata creata durante la guerra degli anni 90. Non è vero. La Repubblica di Croazia è stata creata durante la Seconda guerra mondiale. Grazie a chi l’ha creata e grazie a chi l’ha difesa. Alcuni eventi dimostrano che vogliono dividerci, ma non ci arrendiamo, perché non saremmo qui se non ci fossero stati i partigiani guidati da Josip Broz Tito”, ha concluso Jerman.

Alle delegazioni di tutti e tre i Paesi si è rivolto anche il presidente della Regione istriana, Boris Miletić, salutando in particolare gli amici della Slovenia e dell’Italia. “Sono orgoglioso di vivere in Istria e che questa alimenti l’antifascismo, non soltanto attraverso le parole, ma anche attraverso i fatti concreti. Lo stiamo dimostrando con l’incontro di oggi, non nel modo a cui siamo abituati e avremmo voluto, ma nel rispetto delle misure attuali. Il popolo istriano insorse molto tempo fa contro il fascismo e questi valori devono essere trasmessi ai più giovani. Coloro che sono morti 77 anni fa in questo luogo non hanno esitato a dare la propria vita per un domani migliore”, ha affermato Miletić.

Boris Miletić e Fabrizio Vižintin con i rappresentanti delle Associazioni antifasciste di Italia e Slovenia

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