Conservare, valorizzare e promuovere l’identità, le tradizioni, la cultura e i costumi istriani, come pure interpretare in modo contemporaneo un linguaggio classico o tradizionale utilizzando elementi e stilemi caratteristici di un tempo. Questo e molto altro è TRADEinACTION, progetto promosso dall’Università popolare aperta di Buie, finanziato dalla Fondazione per l’incentivazione del partenariato e lo sviluppo della società civile e dal Fondo della Città di Buie e dei Comuni partecipi. Il suo scopo è salvaguardare l’arte del ricamo a mano e la sua reinterpretazione, promuovere la località e il patrimonio culturale immateriale e materiale in modo innovativo e contemporaneo, il tutto incoraggiando la cooperazione intergenerazionale.
”Tramite una serie di conferenze e laboratori per i giovani si è voluto sviluppare l’interscambio generazionale e intersettoriale, mentre l’obiettivo del progetto è stato quello di creare un brand riconoscibile e autentico della Città di Buie, al fine di valorizzare la tradizione, sviluppare l’artigianato locale e diffondere le conoscenze legate all’arte del ricamo con l’obiettivo di realizzare oggetti decorativi e capi d’abbigliamento ispirati al territorio in cui viviamo”, ha rilevato la responsabile del progetto, Tanja Šuflaj. Guidati dalla prof.ssa Tarita Štokovac, al progetto hanno partecipato gli alunni della seconda classe del Ginnasio generale della Scuola media superiore “Vladimir Gortan” di Buie Niko Trbović, Nino Davidović Lutsch, Corinn Makovac, Ilda Basara, Katja Krezić, Ema Špelić, Ema Muminović, Laura Jeger e Nikol Buzećan.
Una tela per i principianti
In quanto esperta di ricamo, al progetto ha partecipato Regina Gardoš, mentre la soluzione grafica, le foto e i video che vengono usati nella promozione dell’iniziativa progetto, sono firmati da Tea Štokovac (Studio Partum). È invece opera di Vladimir Kuzman la musica usata nei progetti multimediali, come pure quella proposta dal vivo durante la performance svoltasi davanti all’Upa e alla quale ha partecipato pure la vicepresidente della Regione istriana per la CNI, Jessica Acquavita. A questo recente evento i cittadini hanno potuto provare la tecnica del ricamo su una grande tela in un’area pubblica nel centro cittadino, avvicinandosi così a questo tipo d’abilità tradizionale.
È seguita l’apertura di una mostra delle opere create nei laboratori e una di fotografie e documentari video promozionali che catturano i momenti salienti di tutte le attività. La tela rimarrà esposta nel Museo durante tutti i mesi estivi in modo da permettere pure ai turisti di provare a eseguire alcuni dei motivi. Ad accoglierli saranno i membri dell’Associazione dei pensionati che, come ogni anno, prestano attività volontaria al Museo.
Come dimostrato nella teoria e nella pratica, lavoro a maglia, uncinetto, ricamo e altri lavori manuali hanno un effetto benefico sulla condizione psicofisica di chi li pratica. I risultati che ne derivano sono sempre unici, siano essi valori utili o artistici; per questo e altri motivi ai laboratori hanno partecipato pure gli utenti del Centro per l’inclusione di Buie, rivelandosi molto utili, perché hanno aumentato la loro concentrazione e serenità.
Nell’ambito del progetto non è mancata una conferenza intitolata “Comunicare e vestirsi attraverso la tradizione in Istria”, con l’etnologa e antropologa Ivona Orlić, direttrice del Museo etnografico di Pisino.
Quattro motivi autentici
Sono quattro i motivi riconoscibili scelti e reinterpretati che rappresenteranno l’area: l’asino o “musso”, le vedute del castello Rota di Momiano, i due campanili di Buie e la prima calcolatrice tascabile europea della Digitron di Buie. Queste magliette sono diventate “di moda” nella località, usate già da molti pure nelle ore di lavoro, come documentato da Zoltan Toth, tecnico luci-suono e tuttofare dell’Upa. Quattro simboli in linea con la Strategia di sviluppo turistico della Pro loco, che con entusiasmo ha supportato l’idea di utilizzare la tradizione del ricamo al fine di promuovere, in modo nuovo e attraente, il patrimonio culturale locale, coinvolgendo i giovani e assicurando in questo modo la continuazione della tradizione e la reinterpretazione della stessa.
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