Sipar, fascino e storia sotto il pelo dell’acqua

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Sipar, fascino e storia sotto il pelo dell’acqua

UMAGO | Occasione imperdibile per gli amanti dell’archeologia, oggi a mezzogiorno. Potranno, infatti, partecipare a una visita guidata del sito archeologico di Sipar, dove per oltre un mese otto archeologi del Museo civico, sotto la sovrintendenza dell’archeologa Branka Milošević e della direttrice del Museo, Bilijana Boijć, hanno lavorato alacremente per portare alla luce i reperti del passato, utili per ricostruire la storia del posto.

Il futuro parco archeologico

Sipar, Tiola e Zambrattia, zone costiere piene di storia, daranno vita al futuro Parco archeologico di Umago. I risultati delle ultime scoperte, fatte dagli archeologi negli ultimi anni, sono stati già presentati dal Museo civico di Umago in varie occasioni dopo gli scavi, e alcune scoperte sono di eccezionale importanza. Le ricerche – effettuate dagli archeologi con i mezzi e l’aiuto del Ministero della Cultura, della Regione istriana e della Città di Umago – hanno rivitalizzato l’area di Sipar. Oltre a Sipar ci sono Tiola, le antiche ville romane di Catoro e le secche di Zambrattia, dove si trovano, sommersi, un villaggio di palafitte e i resti di una delle barche più antiche mai scoperte in Adriatico.

Un’area protetta

Il lavoro degli archeologi si è svolto sia sulla terraferma che in mare e ora si tirano le somme di quanto scoperto per cercare di concentrare tutto in un parco archeologico. Branka Milošević, assieme alla direttrice del Museo civico Biljana Boijć e a tanti altri archeologi, ha definito quello che potrebbe diventare un parco archeologico di prim’ordine, molto interessante anche a fini turistici. A Zambrattia, invece, sorgerà l’omonima area ittica e archeologica protetta.

Un passato florido

Sipar, situato fra Salvore e Umago, più precisamente tra la zona di Zambrattia e la punta di Catoro, con la bassa marea emerge dal mare come una penisola lunga circa 200 metri e larga 50 metri. È un ammasso di pietre, ma è quanto rimane dell’antico castello di Sipar, risalente al V secolo. E sott’acqua c’è ciò che resta dell’antichissima Siparis, autentico gioiello di un passato florido dell’Umaghese, ma spesso dimenticato e oggi trascurato. La città di Siparis esisteva, infatti, già in epoca romana, il che viene confermato dai ritrovamenti delle fondamenta di ville e case, di mosaici, frammenti di marmo, cotti, urne e monete di Costante e di Valeriano. Sipar fu completamente saccheggiata e distrutta dai pirati narentani con a capo il bano Domagoj nell’anno 876. Ma anche i suoi resti, oggi, a distanza di centinaia di anni, rischiano di scomparire. Parliamo di zone archeologiche importanti, soggette all’erosione e al fenomeno del bradisismo, consistente in un abbassamento o innalzamento del livello del suolo.

Testimonianze storiche

Ogni anno migliaia di turisti si godono il sole e il mare in questo che è uno dei siti archeologici più belli della costa istriana, spesso inconsapevoli che sotto i loro piedi hanno uno spaccato di storia di valore straordinario, che il mare si sta purtroppo portando via. Testimonianze storiche che, come in un fantastico parco archeologico subacqueo, si possono vedere a un metro sotto il livello del mare, anche nuotando con pinne e maschera, ma che vengono erose inevitabilmente dalle correnti. A volte seminascosti appena sotto a un sottile strato di sabbia, si individuano cocci di anfore romane, resti di antichissime pipe di terracotta: tracce e testimonianze di un mondo che, a causa delle mareggiate, del fenomeno del bradisismo e del quasi completo disinteresse dell’uomo, si sta dileguando.

I resti dell’antico molo

Salvare i resti dell’antico castello di Sipar e Siparis non sarà semplice come per Villa Tiola, che si trova a pochi metri di distanza dall’albero “Coral” di Catoro e i cui resti sono oggi recuperati. Sulla penisola di Catoro, infatti, esisteva una grande villa romana, i cui resti vennero scoperti nel 1875. Il lussuoso complesso residenziale era provvisto di terme, di una cisterna, di enormi stanze con pavimenti in mosaico e affreschi sulle pareti. Sott’acqua sono stati individuati anche i resti di un molo lungo 30 metri e largo 6 e si intravedono anche le basi di una grande costruzione, che probabilmente era la piscina di questa villa romana. Siparis, come città, viene citata dall’Anonimo Ravennate già nel 636.

Le libecciate

Bilijana Boijć, ci ha detto che dopo gli scavi, durati un mese, proseguiranno i lavori per la conservazione del sito, ma che contro le libecciate e le mareggiate autunnali c’è ben poco da fare perché l’area è bassa e viene sommersa dal mare. Durante gli scavi è stata anche rinvenuta una piccola bilancia di precisione, segno che già duemila anni fa c’era qualcosa di prezioso da misurare.

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