«San Marco». Ricordata la tragedia del 1944

Le vittime innocenti sono state commemorate pure al porto

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«San Marco». Ricordata la tragedia del 1944

Triste fatalità, errore, o tragedia voluta? Un dilemma mai chiarito, nemmeno dopo tanti anni. Fatto sta che sul piroscafo di linea “San Marco” morirono, a causa del fuoco “amico”, 120 civili e una trentina di soldati tedeschi. Per il piroscafo quel 9 settembre del 1944 è stato fatale. Appena partito dal porto di Salvore, con 260 persone a bordo, fu sorvolato da caccia angloamericani, i quali prima si allontanarono e poi ritornarono appena la nave iniziò la navigazione. Quindi i cacciabombardieri, certe fonti dicono 9, altre 12, scaricarono sulla nave un inferno di fuoco. La prima bomba colpì il fumaiolo, faccendolo saltare in aria e provocando un incendio a bordo. Il capitano cercò di portare la nave sulla scogliera, per cercare di salvare quanti più passeggeri, poi seguì il mitragliamento della nave, lungo, atroce: un inutile tiro a segno, perché la nave era conosciuta agli alleati, visto che collegava Trieste e la costa istriana.

L’intervento di Floriana Bassanese-Radin

Morirono tra le fiamme donne, bambini, anziani, oltre a un gruppo di soldati tedeschi che erano in fase di trasferimento. Molti furono i dispersi e i feriti che morirono in seguito. Una tragedia che riempì la chiesa di Umago di bare e i cimiteri della zona di lapidi che ricordano ancora oggi quel tragico evento. La vicesindaco di Umago Floriana Bassanese-Radin ha ricordato ieri, nell’ambito della tradizionale commemorazione nell’area della lapide in onore delle vittime innocenti, quella tragedia, nella sua cruda realtà, dolorosa. Poi è seguita al porto la cerimonia per lanciare in mare corone di fiori, di per sé un gesto pieno di tristezza, ma dall’alto valore simbolico. Fino a quel 9 settembre gli aerei alleati avevano colpito unicamente navi militari tedeschi, mai piroscafi di linea conosciuti sia agli alleati che ai partigiani. Chissà, forse il destino del “San Marco” è stato segnato proprio da quei soldati che si erano imbarcati a Salvore. Sergio Maurel, che era scampato alla tragedia, ci raccontò durante una nostra intervista, realizzata nel 1994, che quella era la prima volta che la nave portava anche soldati tedeschi, cosa che poi avrebbe innescato l’attacco aereo degli alleati.

La nave “San Marco” dopo il bombardamento

Il “San Marco”, ottavo piroscafo espressamente costruito per la compagnia “Istria-Trieste”, era progettato unicamente per il tasporto passeggeri. Venne impiegato sulla linea da Trieste per Pirano, Parenzo, Umago, Rovigno, Brioni e Pola. Dopo l’8 settembre 1943 però navigò sotto il controllo tedesco sulla linea Trieste-Umago. Successivamente, il piroscafo venne recuperato e demolito. Fra le vittime civili c’erano il sindaco di allora Luigi Caneva, il Priore dei Benedettini di Daila e intere famiglie della costa istriana. Nell’immane rogo che si era sviluppato dopo il bombardamento del piroscafo molte vittime furono arse vive. Molti corpi non sono mai stati ritrovati, scene che straziavano il cuore, il mare rosso di sangue, e il ricordo dei parenti e dei sopravvissuti, che non si sono mai dati pace.

La benedizione del parroco Benđamin Petrović

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