Salvore. Dentice da 6 kg per «Panola d’oro»

L'ultimo successo del pescatore sportivo Liviano Bosdachin

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Salvore. Dentice da 6 kg per «Panola d’oro»

Mare, passione e amore. Contrariamente al pensiero comune, la fortuna non c’entra, quando si cattura con la “panola” un dentice di 6, oppure di 8 chilogrammi. Piuttosto si può parlare di bravura. Liviano Bosdachin di Salvore, già noto per avere salvato nel ‘97 del secolo scorso un’intera famiglia dopo un ammaraggio in mare di un cessna sulla secca “Buie”, questa volta ha preso con la lenza un dentice di 6 chilogrammi. Un gran bel pesce, ma non l’unico.
Sempre meno pesce
C’è però una differenza tra quest’occasione e gli anni passati, e Bosdachin, che fa il pescatore sportivo per passione e, in questo campo, è annoverato fra i migliori, ce la racconta. ”Purtroppo, il pescato negli ultimi anni è calato drasticamente – spiega -. Per esempio, lo scorso anno i dentici si erano fatti vedere già in agosto e in settembre, e sono durati fino a dicembre. Ne ho presi tanti, dai 2 agli 8 chilogrammi, mentre quest’anno questo è il primo. Di pesci così ce ne sono oramai pochi e questo fatto, sinceramente, mi preoccupa. Il mare sta cambiando e non in meglio: le seppie in primavera sono pochissime, i calamari quasi scomparsi. Non saprei dire quale sia il motivo, ma posso dire con certezza che si tratta di una tendenza molto negativa.
Dentice a parte, la pesca si sta facendo sempre più povera, e ciò riguarda tutti i tipi di pesce. Le mormore, un tempo abbondanti, non ci sono più, pochi anche i sarghi e i riboni”, fa notare Bosdachin.
I segreti del mestiere
Ogni pescatore ha i propri segreti, le proprie secche dove pescare, dai nomi spesso strani, le propri lenze e le esche. Bosdachin ha, però, anche storie, esperienze e aneddoti che lo rendono particolare. Ci racconta, così, il salvataggio dei passeggeri dell’aereo caduto in mare, sulla secca “Buie”.
In salvo un’intera famiglia
“Già, le secche hanno veramente nomi strani – osserva – ‘Buie’, ‘Piranoro’, ‘Gobo’, ‘Seco dei dentai’, ‘Punta del Morto’, ‘Zanestre’ e così via. L’aereo negli anni ’90 era rimasto senza carburante, se ricordo bene. Proveniva dalla Corsica e doveva fare rifornimento a Portorose. Invece, era ammarato in mare, sulla secca di Buie. Trovandomi nelle vicinanze, sono accorso per primo e dall’ala dell’aereo, dove si erano rifugiati, ho preso a bordo il papà, la mamma e il figlio piccolo. Il velivolo, che era senza carburante e dunque senza motore, era ammarato con un sibilo, si sentiva solo l’elica che rallentava a contatto con l’aria. Una brutta situazione, finita bene. Subito dopo era accorso anche un altro pescatore sportivo, Franco Cavo. Era l’autunno del ‘96 o del ‘97. Un pomeriggio che non dimenticherò mai” conclude.

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