Rovigno un esempio da seguire

Inaugurato ieri il depuratore delle acque reflue di Cuvi, costato 34.366.520,66 euro, di cui 29.935.105,91 pervenuti dal Fondo di coesione dell’Unione europea. In questo modo sarà possibile irrigare le aree verdi pubbliche e quelle degli impianti turistici dell’azienda «Maistra»

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Rovigno un esempio da seguire
Tulio Demetlika, Marko Paliaga e Ognjen Pulić al taglio del nastro. Foto: ROBERTA UGRIN

Nell’edificio del depuratore di Cuvi, è stata inaugurata l’infrastruttura idrica, ossia l’impianto di depurazione delle acque reflue IDAR di Cuvi, realizzata nell’ambito del progetto “Raccolta, convogliamento e depurazione delle acque reflue nell’area dell’agglomerato di Rovigno”, avviato nel 2016 con l’obiettivo di migliorare le condizioni ambientali, igieniche e sanitarie della zona in questione, nel pieno rispetto delle normative ambientali europee in materia di trattamento delle acque reflue.

Il valore complessivo del progetto ammonta a 34.366.520,66 euro, mentre l’importo complessivo dei mezzi a fondo perduto ricevuti dal Fondo di coesione dell’Unione europea è di 29.935.105,91.
Durante la cerimonia d’inaugurazione, alla quale hanno preso parte il vicepresidente della Regione istriana Tulio Demetlika, il sindaco di Rovigno Marko Paliaga, il presidente del Consiglio municipale Emil Nimčević, i direttori delle municipalizzate e delle istituzioni locali, sono stati presentati tutti i risultati conseguiti nel periodo d’attuazione del citato progetto, come pure le varie attività svolte seguendo i piani di lavoro prestabiliti dal progetto.
“Lo stabilimento comprende molte unità collegate tra loro in un percorso che garantisce l’esito finale, cioè quello di ottenere l’acqua depurata che viene poi utilizzata in parte per l’irrigazione delle aree verdi cittadine, come pure dei giardini e delle aree verdi dei villaggi turistici e degli alberghi dell’azienda alberghiera ‘Maistra’. Per quanto riguarda l’utilizzo dei fanghi di depurazione disidratati, provenienti dall’impianto di trattamento di Cuvi, questi, per ora, non possono venir riutilizzati, siccome in Croazia non è stata ancora emanata una Legge che preveda il riutilizzo dei fanghi (nel settore dell’agricoltura ad esempio), come lo è invece negli altri Stati dell’Unione europea. L’impianto di depurazione delle acque reflue di Cuvi è composto da 6 edifici indipendenti collegati da una strada interna su una superficie edificabile di 10.627 metri quadrati”, ha spiegato il direttore della ditta “Depurazione acque Rovigno”, Ognjen Pulić.

Uno dei sei edifici dell’impianto di depurazione delle acque reflue di Cuvi.
Foto: ROBERTA UGRIN

Gestione delle risorse idriche
Nell’ambito dello stesso progetto, è stato realizzato pure un impianto per l’essiccazione solare dei fanghi, ubicato a Laco Vidotto. L’importanza di questo secondo sito non è secondaria, in quanto i fanghi di depurazione disidratati, provenienti dall’impianto di trattamento di Cuvi (20 p.c. di sostanza secca), saranno trasportati nei padiglioni di Laco Vidotto per un ulteriore trattamento d’essiccazione.
“Con il completamento di questo progetto, l’infrastruttura moderna e sofisticata per la distribuzione idrica è pienamente disponibile nell’area dell’agglomerato di Rovigno, destinata a favorire la transizione verde e il turismo sostenibile e in grado di rispondere a tutte le sfide poste dall’aumento dei carichi di sistema durante i mesi di punta della stagione turistica. È un sistema unico e il primo in tutta la Croazia, che non solo scarica in mare le acque reflue pulite e di altissima qualità, ma le restituisce anche alla città attraverso condotte di ritorno a pressione per l’irrigazione delle aree verdi. In questo modo si aumenta l’efficienza della gestione delle risorse idriche nel territorio della Regione istriana”, ha detto il sindaco Marko Paliaga.

Tutela dell’ambiente
Il vicepresidente della Regione Tulio Demetlika, si è complimentato per la realizzazione di questo progetto lungimirante, che rappresenta un passo importante verso la tutela ambientale e una gestione responsabile dell’acqua, la necessità del riciclo e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Visti i numerosi cambiamenti climatici di cui siamo testimoni, è giunto il momento di riservare ancora più attenzione e maggior rispetto nei confronti delle risorse naturali della nostra Regione, con l’auspicio di continuare in futuro a costruire un ambiente sicuro e amichevole”, ha detto Tulio Demetlika.
Dopo la benedizione della struttura da parte del parroco di Rovigno, mons. Vilim Grbac, è seguito il taglio del nastro, a simboleggiare che i lavori all’impianto di depurazione delle acque reflue sono completamente terminati.
La cerimonia si è conclusa con una visita a tutti gli ambienti della struttura, compresa la sala di controllo e il laboratorio, con una dimostrazione del complesso funzionamento del nuovo impianto di trattamento delle acque reflue nella zona di Cuvi, che andrà a ridurre l’inquinamento ambientale, proteggere le risorse idriche locali, migliorare la qualità di vita dei residenti e preservare l’ecosistema marino di Rovigno, una delle zone turistiche più importanti del Paese.

L’edificio dove viene svolto il pretrattamento meccanico delle acque reflue.
Foto: ROBERTA UGRIN

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