
Il Centro multimediale di Rovigno ha ospitato lunedì sera la presentazione della monografia dedicata ad Antonio Toni Macchi, edita dalla Comunità degli Italiani “Pino Budicin” e dall’Associazione artistico-culturale “Giusto Curto”, curata da Gianfranca Blandini Šuran e Aldo Arianno Dapas.
L’evento ha visto la partecipazione della famiglia Macchi, numerose autorità, cittadini, appassionati d’arte, i direttori delle istituzioni locali e gli esponenti della CNI rovignese, rappresentando un sentito omaggio alla figura e all’opera del pittore autodidatta, vedutista e restauratore, tra i più significativi artisti rovignesi del Novecento.
L’appuntamento ha visto tra il pubblico la presenza della vicepresidente della Regione istriana in quota CNI Jessica Acquavita, il vicesindaco in quota CNI, David Modrušan il presidente onorario dell’Unione Italiana, Giovanni Radossi, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, l’assessore regionale alla CNI autoctona, le Minoranze nazionali e i Giovani, Tea Batel, il presidente del Consiglio cittadino, Emil Nimčević e i membri della presidenza della locale CI, con a capo Viviana Benussi.
Ad aprire l’evento con alcune bitinade d’occasione è stato il coro misto della SAC “Marco Garbin” della CI “Pino Budicin”, diretto dal Maestro Riccardo Sugar.

Foto: ROBERTA UGRIN
Testimone di un’epoca
A dare un caloroso benvenuto al foltissimo pubblico è stata la curatrice della monografia nonché presidente del Comitato esecutivo del sodalizio rovignese, Gianfranca Blandini Šuran, che ha voluto sottolineare l’importanza della pubblicazione della monografia trilingue intitolata “La sua Rovigno – Njegov Rovinj – His Rovinj”.
“Antonio Toni Macchi è un testimone silenzioso di un’epoca e di un’identità: quella rovignese e quella della CNI insediata sul territorio istriano. La pubblicazione nasce dal desiderio di restituire memoria e dignità a un’artista che ha saputo trasformare la nostra città in un soggetto eterno. Con i suoi pennelli, Toni Macchi ha dipinto non solo paesaggi e vedute, ma ha inciso sulla tela lo spirito del territorio e la quotidianità della sua gente, suggellando in questo modo l’anima collettiva. La monografia è il frutto di un lavoro corale e appassionato che è iniziato due anni fa con l’allestimento della mostra dedicata ad Antonio Toni Macchi nel maggio del 2023. Pagina dopo pagina abbiamo voluto restituire il profilo completo di un uomo il cui percorso umano e artistico si fonde con la storia della sua Rovigno, dai primi anni del ‘900 fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1981”, ha detto Gianfranca Blandini Šuran.
Durante la presentazione sono intervenuti i curatori del volume, che hanno sottolineato non solo la qualità pittorica delle opere di Macchi, ma anche la sua capacità di interpretare l’anima rovignese con uno stile personale, capace di coniugare tradizione e modernità.
È seguito l’intervento di Riccardo Bosazzi, vicepresidente dell’Associazione artistico-culturale “Giusto Curto”, il quale ha ricordato l’importanza della salvaguardia e della tutela della cultura e del patrimonio artistico-culturale cittadino e della bellezza del territorio.

Foto: ROBERTA UGRIN
Lo spirito della città
Matteo Tromba, vicepresidente della CI di Rovigno nonché autore del prologo della monografia, ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto avviato due anni fa, dalla validità e l’importanza indiscutibile. “Tra i tanti personaggi illustri che hanno segnato la nostra storia locale, la CI, in collaborazione con l’Associazione artistico-culturale “Giusto Curto” ha voluto ricordare Antonio Toni Macchi, un artista che ha saputo mettere in opera lo spirito rovignese e quello che è il suo immaginario collettivo. Antonio Toni Macchi è un nome presente in ogni memoria familiare, di ogni casa rovignese. Il nostro proposito è quello di tramandare la sua arte a quelle generazioni che verranno dopo di noi. Ricordiamo, conserviamo, rispettiamo, viviamo respirando quotidianamente la nostra storia”, ha detto Matteo Tromba.

Foto: ROBERTA UGRIN
Elio Velan, autore della prefazione e della biografia di Antonio Toni Macchi (1897-1981) si è detto onorato di poter vedere stampate su carta le parole dedicate allo stimato artista: “Le sue tele – ha detto – raccontano l’anima della città. Il progresso ha cancellato le arti e gli artefici che hanno fatto grande Rovigno: i pescatori, i contadini, gli artigiani, gli operai… I quadri di Macchi sono come il nostro dialetto, come la nostra musica, esistono come testimonianza. Macchi ha dipinto sempre con il cuore, con l’anima del rovignese”.

Foto: ROBERTA UGRIN
Ambiente, luci, stagioni
Il critico d’arte Marino Baldini ha illustrato le fasi artistiche del pittore. “Ho avuto l’onore di incontrare Macchi nella chiesa di San Martino a Orsera. Ha segnato la storia dell’arte dell’Istria dai tardi anni Venti all’inizio degli anni Trenta, anche se la sua notorietà è legata soprattutto alla specificità dei suoi dipinti che illustrano la città natale. Nature morte, affreschi, vedute, ritratti, il linguaggio surrealista sono le caratteristiche di un Macchi che indaga i differenti colori dell’ambiente, le diverse luci della giornata, delle stagioni”, ha spiegato Baldini, concludendo che Macchi deve essere particolarmente considerato il pittore della sua Rovigno.

Foto: ROBERTA UGRIN
Il pubblico ha accolto con entusiasmo la pubblicazione della monografia che nelle 292 pagine racchiude un importante tassello per la valorizzazione del patrimonio artistico rovignese ed è un’occasione per riscoprire un pittore che, pur rimanendo legato alla sua terra, ha saputo parlare un linguaggio universale fatto di emozione, memoria e bellezza. La serata si è conclusa con l’esibizione dei “canturi” dell’Associazione artistico-culturale “Giusto Curto”.
La monografia è stata realizzata con il contributo dell’Unione Italiana e il sostegno finanziario dell’Ufficio per i diritti dell’uomo e i diritti delle minoranze nazionali e grazie agli sponsor, tra cui la Regione istriana e l’Ente turistico di Rovigno.

Foto: ROBERTA UGRIN
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