Portolongo resta verde. Almeno per adesso

0
Portolongo resta verde. Almeno per adesso

ALBONA | Per il momento, Portolongo rimane una penisola verde intatta, senza alberghi e simili strutture turistiche. Lo confermano le nuove modifiche e integrazioni al Piano ambientale della Città di Albona, per le quali nei giorni scorsi è stato avviato il dibattito pubblico nell’ambito del quale mercoledì sera, nella Biblioteca civica, si è tenuta la presentazione del documento in parola. Anche il nuovo Piano ambientale è stato compilato dalla ditta “Jurcon Projekt” di Zagabria.

Paesaggio sotto tutela

“In conformità con queste modifiche e integrazioni, il Piano ambientale di Albona non sarà allineato con il Piano ambientale regionale nella parte relativa alle due zone di sviluppo turistico Portolongo 1 e Portolongo 2. E questa è la modifica più importante”, ha sottolineato all’inizio dell’esposizione il rappresentante della ditta zagabrese, l’architetto Tito Kosty. Egli ha confermato che a influire sulla decisione di escludere le due zone dal documento è stata l’opposizione dei cittadini alla realizzazione delle due zone di sviluppo turistico nella località menzionata, che fa parte dell’area dichiarata paesaggio protetto dagli anni 70 dello scorso secolo.
Tra gli albonesi che si oppongono alla costruzione di strutture ricettive con circa 830 posti letto e una serie di altri contenuti turistici in questa parte del territorio albonese ci sono pure i membri dell’iniziativa civica “Volim Prtlog” (Amo Portolongo), i quali negli anni scorsi avevano avviato una petizione contro la devastazione e la cementificazione di Portolongo, firmata da più di 3mila cittadini. Ad “adottare” le loro proposte era stata poi l’opposizione nel Consiglio cittadino di Albona. Tutto ciò aveva portato al rallentamento delle attività intraprese dalla Città di Albona finalizzate alla compilazione dei Piani d’assetto urbanistico per le due zone, in base alle delibere approvate dalla maggioranza consiliare alla fine del 2016. I due atti non sono più in vigore, essendo scaduto il termine di due anni entro il quale i due documenti di pianificazione ambientale avrebbero dovuto essere sottoposti a consultazione pubblica. Inoltre, come ha confermato Kosty, dopo le modifiche e integrazioni al Piano ambientale di Albona proposte ora, a livello locale non ci sono più documenti di pianificazione territoriale in base ai quali i due piani d’assetto urbanistico potrebbero essere redatti.

Tranquilli per un po’

“Possiamo stare tranquilli, almeno per ancora un po’ di tempo”, ha dichiarato per il nostro quotidiano Tanja Pejić, consigliera cittadina nelle file dell’opposizione e una delle promotrici dell’iniziativa civica “Amo Portolongo”, la quale ha partecipato alla presentazione delle nuove modifiche e integrazioni al Piano ambientale, che rimangono in dibattito pubblico fino al 28 marzo.
Si tratta, infatti, di una ripetizione del dibattito pubblico per le modifiche e aggiunte al Piano ambientale che avrebbero dovuto essere approvate dal Consiglio alla fine del 2018. Tuttavia, ciò non è successo perché in ottobre la Città aveva deciso di sospendere la procedura. Una decisione dovuta innanzitutto alle richieste dell’opposizione consiliare di includere nel documento le conclusioni definite in due documenti molto importanti per il futuro del settore turistico del territorio, ossia la Valutazione del paesaggio della costa meridionale della Città di Albona e lo Studio sulla ricettività turistica di Albona. Nello stesso periodo gli autori del primo dei due documenti, gli esperti della società “Oikon – Istituto di ecologia applicata”, avevano confermato che la realizzazione della zona di sviluppo turistico Portolongo 1 con 450 posti letto, sulla penisola di Portolongo, avrebbe conseguenze negative irreversibili sulle qualità biologiche e visive della località. Era stato quindi consigliato di non permettere la sua realizzazione.
Per Portolongo 2 gli stessi esperti hanno proposto una serie di modifiche per rendere la zona più “adatta” a un paesaggio protetto. “Solo ora si sta facendo tutto quello che la Città avrebbe dovuto fare molto tempo prima di proporre al Consiglio cittadino l’approvazione delle delibere sulla compilazione dei Piani d’assetto urbanistico per le due zone a Portolongo”, ha rilevato la Pejić, commentando le conclusioni della Valutazione, approvata alla recente seduta consiliare con maggioranza di voti. La Pejić allora s’era detta contraria, perché nel testo della delibera mancava l’affermazione secondo la quale i documenti di pianificazione territoriale per i progetti a Portolongo devono essere basati su un piano di gestione dell’area del paesaggio protetto, che deve essere redatto dall’ente per la gestione delle aree naturali protette nella Regione istriana “Natura Histrica”.
L’altro documento, quello sulla ricettività turistica, sarà discusso in Consiglio martedì prossimo.

Acque reflue

A intervenire a nome dell’iniziativa civica è stata pure Ana Paliska, che ha criticato i responsabili per aver convocato la riunione in oggetto troppo presto, ossia già all’indomani dell’avvio del dibattito pubblico e della pubblicazione della documentazione in discussione sul sito web della Città, “non permettendo così ai cittadini di prepararsi meglio”.
Tra le domande avanzate agli autori del nuovo Piano ambientale pure quella legata alla depurazione delle acque di scarico nelle zone di Porto Albona in cui viene prevista la costruzione di nuovi alberghi. “Mi chiedo se ciò implichi che i nuovi hotel non avranno il certificato di agibilità prima di essere allacciati a un nuovo impianto per la depurazione delle acque reflue”, è intervenuta la Paliska. Nel risponderle, Kosty ha detto che se così fosse, nemmeno gli attuali alberghi avrebbero i necessari permessi. Infatti, le acque reflue di questa parte di Albona confluiscono nell’impianto di depurazione nella zona di Sant’Andrea, “già da anni inadeguato per il trattamento delle acque fognarie generate dalle numerose strutture ricettive realizzate in tempi più recenti”. Un nuovo impianto viene previsto vicino alla baia di Prižnja. Sulla questione del sistema di smaltimento delle acque reflue e sulla necessità di avviare la sua ricostruzione quanto prima si è soffermato pure Mladen Bastijanić, attivista civico e dipendente della società responsabile per la gestione della rete idrica e di quella fognaria nell’Albonese, la “Vodovod Labin”.
Parlando di Porto Albona, Tito Kosty ha aggiunto che la località sta perdendo le caratteristiche di un centro urbano, diventando, invece, un villaggio turistico. Lo dimostra il paragone tra i dati demografici e quelli sulla capacità ricettive: negli ultimi dieci anni il numero degli abitanti è diminuito di quasi il 10 per cento, mentre quello degli alloggi turistici continua ad aumentare. È una questione preoccupante che, dice Kosty, deve essere affrontata dalla Città quanto prima.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display