Pola. La movida dell’8 marzo ai Mercati cittadini

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Pola. La movida dell’8 marzo ai Mercati cittadini

Bar pieni e folla a passeggio: così la giornata dell’8 marzo in centrocittà e soprattutto al mercato cittadino. La zona è stata presa letteralmente d’assalto, complice il bel tempo che ha spinto la gente a uscire in concomitanza con la Giornata internazionale della donna che invita ad acquistare omaggi floreali e “merito“ di numerosissime pimpanti formazioni partitiche, che in un’atmosfera di musica e allegria hanno piantato bancarelle per distribuire primule e violette in cambio dei voti elettorali alle prossime amministrative. Chi ha creato la ressa più vistosa? Gli anziani. Ora assiepati, ora formanti un lungo serpentone, con e senza mascherina, davanti agli stand per conquistare e portarsi a casa un fiorellino gratuito con in allegato gli auguri paradossali dei politici: Sono gli effetti della recente riapertura, nella città più grande di una penisola che nella sua tranquillità è completamente circondata da realtà con contagi in crescita e in vista di sbarco… A proposito di inviti al distanziamento e a non fare assembramento, come non detto. I bar con le loro terrazze al sole, estese a dismisura, fino a occupare metà piazza 1.mo maggio, avranno registrato fatturati record con gran boccata d’ossigeno per l’attività castigata dopo mesi di lockdown. Centinaia di persone hanno deciso di concedersi il caffè all’aria aperta creando i pienoni che furono caratteristici nell’era pre-Covid. Le corsie pedonali di piazza del popolo si sono riempite di gente al punto da renderne difficoltoso il deflusso, ma i bar si raggiungono subito. Tutto questo riacquistando il rito del caffè che il coronavirus non è riuscito a sopprimere. Di contro tutti si sono scordati della necessità di non abbassare la guardia, in primis per la salute, che i politici “raccomandano” pur essendo di scarso esempio. Coffèe to go, o coffèe to stay, non fa differenza. Tutto fa bevanda. Stimolante. Chi comodo contribuisce al boom degli incassi per i bar, chi torna a sistemarsi su muretti, panchine e fontane, l’importante è sorseggiare. Scene consentite, si direbbe, vista la speranza di poter mantenere una risicata categoria di zona verde, ma che fanno immediatamente pensare ad altre situazioni da deja vu e di prechiusura, che avevano poi inesorabilmente portato a rafforzare le misure coercitive anti-contagio. Ad aumentare la bagarre hanno contribuito persino degli stand aperti da associazioni umanitarie e chi ha fatto la parte del leone sono state le tante bancarelle dei fiorai, votati ai prezzi stellari (mini ramoscelli di mimosa a 25 kune). L’8 marzo è festeggiato. Movida è stata. La situazione è sotto controllo (parola della Protezione civile). E alla salute si penserà con il senno di poi…

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