Penisola di Portolongo: disboscamento giustificato?

Durante il question time della seduta del Consiglio cittadino discussa la nuova «cicatrice» del paesaggio protetto

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Penisola di Portolongo: disboscamento giustificato?
La seduta del Consiglio cittadino di ieri. Foto: TANJA ŠKOPAC

Il più recente disboscamento nella punta di Portolongo sarebbe stato effettuato con lo scopo di creare delle strade antincendio adatte al passaggio dei veicoli dei Vigili del fuoco e conformi a tutte le norme in vigore. Oltre che come una misura di protezione antincendio, ciò è stato fatto su iniziativa della Città, dell’Unità pubblica dei Vigili del fuoco di Albona e degli abitanti di Portolongo.

Almeno così traspare dalla risposta offerta dal sindaco Valter Glavičić (DDI), ieri durante il question time della seduta del Consiglio cittadino albonese, alle spiegazioni richieste da Tanja Pejić, consigliere dei Democratici, riguardo alle strade create come parte dell’iniziativa in parola. La Pejić ha suggerito all’esecutivo cittadino di chiedere alla statale preposta alla gestione del demanio forestale “Hrvatske šume” perché quest’azienda abbia deciso di abbattere una parte degli alberi nello stesso paesaggio protetto, che si trova sui terreni statali, dicendo che la risposta dovrebbe contenere pure un elenco della documentazione in base alla quale ciò è stato fatto, ma anche le informazioni riguardo alla larghezza e alla lunghezza dell’area spianata e quelle relative allo scopo dell’impresa.
Secondo Glavičić, le strade esistenti prima dello spianamento non sarebbero state adatte al passaggio dei veicoli antincendio utilizzati dai Vigili del fuoco del territorio, mentre una delle strade negli ultimi anni non sarebbe stata mantenuta bene. Parlandone, il sindaco ha detto che il disboscamento è stato effettuato per la sicurezza di chi si trova nello stesso paesaggio protetto, che, “oltre che dai lavori di edificazione, va protetto anche dagli incendi”.
La risposta del sindaco non ha convinto i rappresentanti dell’iniziativa cittadina “Volim Prtlog” (Amo Portolongo), che parlano dello stesso caso di disboscamento, definito da loro “cicatrice”, da alcuni giorni e la cui associazione è stata costituita più di 10 anni fa, in seguito alla decisione della Città di apportare alla documentazione di pianificazione territoriale delle modifiche conformemente alle quali, se queste fossero entrate in vigore, nello stesso paesaggio protetto sarebbero state realizzate delle zone per lo sviluppo turistico, con alberghi, altre strutture ricettive, di ristorazione e impianti di svago. Secondo gli ambientalisti, che hanno commentato la risposta del sindaco sui social della loro associazione, il caso ricorda fin troppo quanto successo in un’altra parte del territorio albonese, a Ripenda, sulla cima Standar, dove, a sette anni dal disboscamento e dallo spianamento di alcuni terreni statali da parte della “Hrvatske šume”, sempre con la spiegazione che si tratta di strade antincendio, è stata inaugurata di recente una struttura realizzata da un’azienda alberghiera operante nel territorio e ideata come punto di riposo e panoramico dentro quello che è stato chiamato “Parco ciclistico di Rabaz”.

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