Penisola di Porto Bussolo: l’archeologia legge la storia

Gaetano Benčić fa il punto sui lavori di ricerca eseguiti nell’area in cui in epoca romana sorgeva una villa

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Penisola di Porto Bussolo: l’archeologia legge la storia

Porto Bussolo è una penisola a nord di Parenzo, vicino a Cervera. L’area è una delle preferite dagli abitanti, ma anche dai turisti. In epoca romana qui sorgeva una villa, la prima nel Parentino oggetto di studio da parte degli archeologi: purtroppo l’indagine non è stata mai pubblicata. Peccato, davvero: nel corso delle operazioni vennero alla luce dei mosaici tuttora conservati nel Museo del territorio parentino. La campagna archeologica di quest’anno si è da poco conclusa e ne abbiamo parlato con il connazionale Gaetano Benčić, curatore del Museo del territorio parentino.

”Da una quindicina d’anni a questa parte – così Benčić – esiste una collaborazione tra il Museo del territorio parentino e il Centre Camille Jullian, di Aix-en-Provance, intesa a indagare l’area subacquea della baia.

Con le indagini iniziali venne rilevato un imbarcadero disposto verso il campeggio Ulika. Era molto lungo, finiva in mare ed era collegato a un’asse di centuriazione. All’epoca il lavoro veniva svolto dall’allora conservatore museale, Vladimir Kovačić e da Marie Brigitte Carre, del Centro francese. Poi si passò a indagare la baia vera e propria di Porto Bussolo, rinvenendo una struttura, un vivaio, di cui non si sa quale tipo di pesce vi si allevasse, probabilmente l’anguilla”.

Gaetano Benčić

Un sito particolare

“La struttura è molto particolare – prosegue il nostro interlocutore –, ha una forma originale e interessante, poiché non esistono tuttora vasche o qualcosa del genere nelle indagini subacquee; non è emersa ancora una forma paragonabile a questa, molto ben pensata e costruita, indagata da anni dagli studiosi francesi e dai nostri esperti museali. Da due anni a questa parte si è aggiunto alla ricerca il Museo archeologico dell’Istria di Pola, con la dottoressa Ida Končani Uhać, responsabile per parte croata dell’indagine, che attualmente si è spostata dal vivaio vero e proprio verso sud, dove sono stati notati dei muri e delle strutture ancora non definite. Sono stati individuati anche dei canali muniti di rivestimenti lignei: delle tubature molto ben fatte seguenti direzioni diverse. Si presume dunque l’allacciamento a una sorgente d’acqua dolce. Eppoi, ci sono dei muri spessi, dei terrapieni, delle strutture che o sono coeve al bacino o successive, ma non si è ancora riusciti a definire esattamente la loro funzione. Sta di fatto che tutta l’area attualmente sommersa dall’acqua, all’epoca era più o meno emersa ed esisteva un rapporto tra la terraferma e il mare che ancora ci sfugge.

Tutto questo era sicuramente collegato alla villa e quello che ora si vede risale al I secolo. Il bacino certamente non era in funzione in epoche successive, in quanto non ci sono tracce che lo confermano. Invece le strutture che stanno emergendo sono tante, molto varie e distribuite in diversi punti della baia, creando un complesso sottomarino molto affascinante, perché le parti conservate sono ben visibili, ma ci sono delle difficoltà nell’indagarlo poiché è colmato da moltissimi mucchi di pietre. Comunque, l’équipe francese, guidata da Marie Brigitte Carre, che è un po’ l’ideatrice del progetto di Porto Bussolo e la direttrice scientifica dello scavo, s’è detta molto soddisfatta dei risultati rilevati quest’anno”, conclude Benčić. Porto Bussolo rimane dunque ancora un’incognita e queste strutture saranno sicuramente oggetto d’indagini future.

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