
La cultura immateriale non dovrebbe essere qualcosa che si tiene in vetrina, ma deve essere vissuta. Lo ha ribadito Vladimir Torbica, assessore alla Cultura e alla Territorialità della Regione istriana ieri a Pedena, nella sede del Centro per la cultura immateriale dell’Istria (CECII), operante in seno al Museo etnografico istriano, durante la conferenza stampa convocata dallo stesso Centro per presentare il programma per il 2025.
A presenziare all’appuntamento e a parlare delle attività sono stati, oltre a Torbica, i rappresentanti del Centro, i curatori di quest’ultimo, Noel Šuran e Dunja Ivičić, Mirjana Margetić, consulente museale del Centro, come pure Bepo Percan e Zoran Karlić, rispettivamente presidente dell’Unione delle associazioni folcloristiche della Regione istriana e presidente della SAC “Ivan Fonović Zlatela” di Chersano, i quali collaborano al programma. Presente pure il sindaco di Pedena, Dean Močinić.
Soffermandosi sul progetto intitolato “Sala d’ascolto”, di carattere educativo e ludico, ideato in collaborazione con l’Unione menzionata, Šuran ha confermato che gli incontri pianificati si terranno l’ultimo sabato del mese, per lo più, nel periodo autunnale e invernale, “quando si ha meno impegni, visto che durante l’estate la gente è troppo occupata”: l’idea è coinvolgere non soltanto chi è attivo nel settore folcloristico, ma anche tutti gli altri interessati ai vari fenomeni della cultura immateriale, canti, musica, danze, lingua, usanze, credenze e altro. La partecipazione è gratuita.
Il primo incontro si è già svolto, mentre il secondo è previsto per sabato 22 febbraio, quando i partecipanti avranno di nuovo la possibilità di partecipare a dibattiti, ascoltare delle registrazioni audio, guardare dei filmati e discutere i temi relativi agli aspetti della cultura immateriale dell’Istria sopra elencati. Dopo gli appuntamenti dei primi mesi dell’anno, ci sarà una pausa primaverile ed estiva, dopo di che il programma riprenderà in autunno.
Lo storytelling
Annunciato pure il progetto “Remiks identiteta 9”, al quale il Centro collabora con le associazioni “Metamedij” e “Spod Učke” e con il quale sarà celebrata, in maggio, la Giornata mondiale del museo. In novembre si terrà l’edizione 2025 del “Martino senza l’etichetta”, sul tema delle specie autoctone della vite in Istria.
“Mese di storytelling” è il progetto presentato da Dunja Ivičić, che il 22 marzo comprenderà “’na ciacolada co’l cantador”, ossia un incontro con Milan Orlić, il quale una volta faceva parte dell’ensemble “Veseli Roverci”, di cui parlerà lo stesso ‘cantador’. Per il 5 marzo è fissato il programma “Cos’ ti fa?”, nell’ambito del quale Ivona Orlić, direttrice del Museo etnografico dell’Istria, intervisterà gli artisti istriani Mirjana Matić e Đanino Božić. Le “Storielle di una volta” sono in piano per il 10 e l’11 marzo, quando Dunja Ivičić e Noel Šuran le racconteranno ai bambini dell’asilo “Lišnjak” di Pedena e della sezione di Tupliaco. Ci saranno inoltre dei laboratori primaverili per i bambini, mentre in luglio sarà inaugurata una mostra dedicata all’uso tradizionale delle piante, a cura di Nikolina Rusac e Dunja Ivičić. Dal 1° marzo il Centro sarà aperto ai visitatori ogni mercoledì dalle 10 alle 14.
La violenza di genere
A parlare del ciclo primaverile del progetto “Četvrtkom u muzeju” (Il giovedì nel museo), ideato dal Museo etnografico e da quello civico di Pisino, è stata Mirjana Margetić, secondo la quale l’obiettivo è anche quello di far conoscere le attività delle due istituzioni ai cittadini. Il ciclo si concluderà con un incontro con l’antropologa italiana Marina Della Rocca, la quale presenterà i risultati delle ricerche sul tema della violenza di genere.
Secondo Bepo Percan, l’iniziativa “Sala d’ascolto” è utile innanzitutto per i dirigenti delle varie società folcloristiche, i quali, partecipando agli appuntamenti, potranno approfondire le proprie conoscenze legate agli aspetti della tradizione istriana di cui si occupano a livello delle società che presiedono. Zoran Karlić ha detto che si tratta di un ottimo programma in quanto non è stato imposto da un’istituzione, ma si basa sulle idee avanzate da chi opera a livelli inferiori, che poi sono state accolta da un’istituzione. “La mia missione principale è non conservare la tradizione, ma viverla. Perché questa è la strada giusta per la conservazione dell’identità culturale istriana”, ha sottolineato Karlić. A condividere la stessa opinione è stato pure l’assessore Torbica, secondo il quale anche l’Europa riconosce l’importanza della cultura come l’essenza di ogni comunità. Secondo il sindaco Močinić, si tratta di un programma molto importante per l’Istria, che potrebbe essere intitolato “Fiera della cultura immateriale”.
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