Parenzo. I fenoli nella foglia d’olivo: la ricerca inizia dal Leccino

Nuovo progetto dell'Istituto per l'agricoltura e il turismo, finanziato dalla Fondazione nazionale per la scienza

0
Parenzo. I fenoli nella foglia d’olivo: la ricerca inizia dal Leccino

Com’è noto, l’olivo (Olea europaea L.) è una tra le colture maggiormente diffuse nell’area mediterranea. Di questa pianta si usa tutto: dal suo frutto si ricava il pregiato olio, le foglie vengono utilizzate in medicina, il tronco nell’industria del legno.

 

Negli ambiti della medicina popolare, la foglia, o meglio i suoi composti fenolici (oleuropeina e idrossitirosolo), è apprezzata per le sue proprietà antitumorali, antinfiammatorie e antimicrobiche. La foglia presenta anche altri fenoli che rivestono un ruolo specifico nella protezione delle piante, aumentandone la resistenza ai funghi fitopatogeni, cruciali per l’olivicoltura sostenibile. I fenoli e i polifenoli sono diffusi nelle piante e assumono un ruolo importante nel meccanismo di difesa contro i funghi filamentosi. Oltre ad aumentare la resistenza della pianta ai patogeni, i fenoli contribuiscono alla produzione di alimenti funzionali e nutraceutici, come pure di farmaci naturali utilizzati nella cura delle malattie orali. Ciò ha indotto alla ricerca di nuove metodologie terapeutiche nel trattamento delle sue condizioni patologiche, comportando un crescente interesse per l’uso di substrati naturali.

Con la prassi agricola è possibile elevare il contenuto fenolico nelle foglie d’olivo. Finora però soltanto pochi studi si sono concentrati sulla ricerca degli effetti nutritivi minerali sulla composizione fenolica. Perciò è stato avviato il progetto “Con l’erboristeria ai metaboliti vegetali secondari: applicazione dei nutrienti minerali e degli elicitori per aumentare la concentrazione dei fenoli nella foglia d’olivo”.

Dell’olivo si utilizzano pure le foglie

Collaboratori di rilievo

Il progetto è gestito dall’Istituto per l’agricoltura e il turismo di Parenzo. Partecipano, in qualità di collaboratori, l’Istituto formativo di sanità pubblica della Regione litoraneo-montana, la Facoltà di Medicina di Fiume, l’Università di Zara e la Facoltà d’Agronomia di Zagabria. Il progetto, finanziato dal Fondo nazionale per la scienza, si protrarrà fino alla fine di novembre del 1922 e il suo budget è di circa 2 milioni di kune.

L’iniziativa prevede la sperimentazione utile a determinare l’influenza di alcuni nutrienti minerali e degli elicitori sulla composizione dei fenoli nelle foglie di diverse varietà d’olivo, la selezione del nutriente di maggiore efficacia nell’aumento dei livelli fenolici e il loro impatto sulla malattia dell’occhio di pavone, causata dal fungo fitopatogeno Venturia oleaginea. A tale proposito, sono state scelte le piante di Leccino, sulle quali si seguiranno l’evoluzione della malattia, i trattamenti e la qualità dell’olio ottenuto.

Va ricordato infine che gli elicitori sono agenti biotici e biotici a biosintesi di metaboliti implicati nelle risposte difensive. Dette sostanze sono da alcuni anni impiegate nelle biotecnologie finalizzate alla composizione di composti vegetali farmaceutici.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display