Omaggio al grande Vlado Benussi tra musica, parole e tanti ricordi

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Omaggio al grande Vlado Benussi tra musica, parole e tanti ricordi

ROVIGNO | Non con un “addio”, ma con quel caldo “Maestro! Ciao!”, che gli ha sempre recato tantissima gioia – “I siè ca nu ∫i gninte,/ma par meî i ∫i doûto/La fuòrsa da ∫eî vanti,/la bin∫eîna par stu mutùr/mai dastudà”, diceva in una poesia –, generazioni di allievi, artisti e collaboratori hanno reso onore alla memoria del grande Vlado Benussi, a un po’ più di un mese dalla sua scomparsa.

Pubblico numeroso

A salutare pubblico, autorità e familiari presenti alla serata da parte dell’organizzatore, ovvero il Consiglio della minoranza italiana autoctona della Regione istriana sono stati la responsabile del Settore cultura, Gianfranca Šuran, la quale ha pure condotto la serata, e il presidente dell’organismo, Gianclaudio Pellizzer. Il concerto, intitolato “Nella rete, tra musica e parole”, perché incorpora, appunto, tutta una rete di opere, persone e affetti, presentando un excursus di tutta la vastissima attività compiuta in vita da uno dei massimi cultori della tradizione rovignese e dei suoi molteplici aspetti, è stato organizzato in occasione della 18ª Settimana della lingua italiana nel mondo

Un ricordo che continua a vivere

Con uno straordinario concerto, rovignesi e non, hanno promesso sul palcoscenico della sala Adris di Rovigno, che il prezioso patrimonio artistico e musicale che il compianto Maestro ci ha regalato in tutti questi decenni di proficua e appassionata attività, continuerà a vivere e ad essere tramandato, come egli ha da sempre tramandato e mantenuto in vita le antiche tradizioni e quella parlata delle “puoche paruòle” dell’amato padre. 
Quella “faviela”dal suono melodioso, alla quale Vlado Benussi ha dedicato gran parte della sua vita e della sua produzione artistica, traducendovi le sue emozioni, le sensazioni, i pensieri e le conoscenze. Non c’è stata persona tra il pubblico che non si sia commossa nel riascoltare le melodie con le quali sono cresciuti innumerevoli rovignesi e non c’è stato artista che non abbia speso sul palco almeno una lacrima nel ricordare il tanto amato Maestro. Intercalato da filmati d’archivio di TV Capodistria, nei quali Vlado Benussi spiega il suo percorso artistico e la sua opera, il programma è iniziato con la proposta, da parte di Maria Ucci Tamburini, della poesia “L’ànama d’i Ruvigni∫i”. Nell’espressione poetica di Benussi, la musica rappresenta un elemento costante, quasi onnicomprensivo, visto il suo legame con quest’attività artistica lungo tutto il percorso creativo dell’autore. Indubbiamente, è stato proprio grazie al suo talento in ambito musicale e a un rapporto d’intima familiarità con il ritmo a portarlo a intuire anche l’armoniosità del suo dialetto, della tanto amata “faviela”.

Esprimersi in versi è sempre stata una forma mentis per Vlado Benussi; quasi una necessità. Le sue poesie nascono in maniera spontanea e subiscono in seguito pochissime correzioni e revisioni da parte dell’autore. Egli riesce a cogliere con fine meraviglia le armonie del sonante dialetto e a trasporle dando così voce alle immagini e alle bellezze del passato, nonché ai ricordi e ai sentimenti che questi evocano in lui.

Solcando i mari immensi della fantasia

La prima parte della serata non poteva che essere dedicata ai più giovani e alle bellissime canzoni per l’infanzia che Vlado ha composto, spesso in coppia con la moglie Biba. È autore, infatti, di un centinaio di canzoni per l’infanzia premiate ai Festival “Cantapiccolo” e “Voci Nostre” e nel 1993 ha partecipato al Festival della canzone per l’infanzia “Zecchino d’oro” con la canzone “La barchetta di carta” piazzandosi al secondo posto nella classifica generale e al primo posto come canzone straniera vincendo lo Zecchino d’argento. Si è proseguiti con l’inno della SEI “Bernardo Benussi” eseguito dal coro scolastico, diretto da Samantha Rocco Popović, insieme a “La pace è…” a “Lola”, “Primavera senza rondini”, e poi “Con te sul mar, nonnino”, proposte dai gruppi di Minicantanti delle Comunità degli Italiani di Rovigno (preparati da Marina Ferro Damuggia) e di Verteneglio (diretti da Dionea Sirotić).
Ospite d’onore – accanto alle due cantanti della Comunità degli Italiani di Fiume preparate da Martina Sanković Ivančić –, a intonare “La barchetta di carta” è stata Alba Nacinovich, la quale ha iniziato appunto con Vlado e Biba, allo Zecchino d’oro, la sua carriera musicale, oggi colma d’importanti successi.

«Stuòrie»

Gaia Banko, Chiara Rocco e Valentina Morožin della Scuola media superiore italiana di Rovigno hanno recitato “Un graniel da fava”, episodio tratto dalla raccolta di fumetti “Stuòrie”. Vlado Benussi fu anche fondatore del Gruppo del dialetto presso la SEI di Rovigno, dove ha trascorso decenni tramandando la parlata e la tradizione rovignese alle nuove generazioni. Con quest’intento inizia a disegnare simpatiche vignette da abbinare alla parola e a pubblicare fumetti, periodicamente dal 1971 al 1989, sulle riviste “Valdabora” e “Sottolatina” della CI di Rovigno. La Sezione storico-etnografica del sodalizio raccoglie quindi nel 2009 trentacinque fumetti apparsi nelle ultime pagine delle riviste e li pubblica nella raccolta “Stuòrie”. In essi Benussi ritrae e racconta storie e leggende popolari della città, tramandate oralmente e riportate dall’autore in chiave umoristica per facilitarne la lettura, rendendola più piacevole e divertente per bambini e adolescenti.

Una vita in musica

I Minicantanti della CI di Rovigno hanno cantato “Cartolina d’Istria”, diretti da Patrizia Sfettina Jurman, la quale è a sua volta salita sul palco per “Vecio faral”, bellissima canzone tratta dalla commedia musicale “Oûna miteîna∫utalateîna” (premiata nel 1983 al Concorso d’arte e cultura “Istria Nobilissima”).

Le bravissime ragazze del Gruppo vocale “Ad Libitum” della CI di Verteneglio hanno eseguito “Lasa che piovi”, dirette da Lora Pavletić. Tra gli artisti che per anni hanno suonato con Vlado, Eligio Bosazzi ha interpretato “Mi te speto”, mentre il gruppo folk “Batana” ha proposto “A Figarola” e “Rovigno, tesoro”.

Alto valore lirico e artistico

A testimonianza del grandissimo valore artistico e musicale delle canzoni e delle bitinade composte da Vlado Benussi, il fatto che esse siano entrate a far parte del repertorio eseguito dagli studenti dell’Accademia di musica di Pola. Straordinaria, quindi, l’ultima parte del concerto, che ha fatto rabbrividire il pubblico con tanto di standing ovation per i solisti e il coro dell’Accademia polese, che ha eseguito in versione lirica “Puoche Paruole” e “Du cucai”, cantate in duetto dalle soprano Marija Kuhar Šoša e Marija Ticl. Quest’ultima si è unita quindi alla mezzosoprano Karolina Matjašec per “Cantime marinar”, canzone per due voci soliste, coro misto e pianoforte, su arrangiamento del Mº Massimo Brajković, il quale ha tra l’altro accompagnato il coro e le cantanti dell’Accademia di Pola al pianoforte. Brajković è inoltre autore della musica della bitinada per due voci soliste e coro misto, sul testo della lirica “El gianeîco” (“Il freddo di gennaio”) di Benussi, nella quale il poeta osserva la sua città diventare sempre più estranea e, come uno degli ultimi rovignesi autoctoni, trova conforto nella poesia, dono prezioso che gli permette di rivivere il passato anche soltanto per un attimo.
A chiudere il concerto è stato un altro rovignese, Sergio Preden Gato, con “Adio mar”, cantata mentre sullo sfondo veniva proiettato il video girato assieme per TV Capodistria.

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