Omaggio a Delbianco: una vita per la pace

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Omaggio a Delbianco: una vita per la pace

UMAGO | Umago, città simbolo della multiculturalità e della convivenza ha dedicato il parco del Municipio a Luciano Delbianco, primo presidente della Regione istriana, al quale viene attribuito il merito di avere evitato la guerra in Istria e il conseguente ritiro dell’Armata popolare jugoslava senza spargimenti di sangue. Domenica mattina, il sindaco Vili Bassanese e la vedova di Luciano Delbianco, Valnea, alla presenza anche degli altri familiari del compianto presidente, hanno scoperto la targa commemorativa. Un simbolo per un simbolo: forse questo è il giusto significato del gesto, perché sotto alla bandiera di Umago, con il leone su due torri, viene ricordato un uomo che all’Istria ha dato davvero tanto.

Due i discorsi, il primo del sindaco Vili Bassanese, che ha parlato della vita di Delbianco e della sua figura carismatica, il secondo di Valnea Delbianco la quale ha citato la Città di Umago come simbolo di convivenza fra popoli e genti diverse, dove tutti si sentono a proprio agio e vivono in armonia gli uni con gli altri. Nel parco del Municipio, con la sua splendida fontana, un tempo c’era anche il busto di Pietro Manzutto, sparito negli anni Sessanta del secolo scorso e, da allora, mai più ritrovato. 
Oggi, la Famiglia Umaghese e la Comunità degli Italiani di Umago vorrebbero giustamente rivalorizzare la sua figura ricollocando il busto di questo meritevole concittadino nel Parco dei ricordi di Umago, davanti all’Università popolare aperta e alla Comunità degli Italiani, dove si trovano già quelli dello scrittore Fulvio Tomizza, del noto antifascista Ante Babić e di Antonio Coslovich.
Come ricordato da Bassanese, Delbianco nacque il 10 giugno del 1954 a Pola, dove frequentò la scuola elementare e la scuola media superiore a orientamento tecnico. Si laureò a Zagabria in elettrotecnica, mentre il titolo accademico di Ingegnere in elettrotecnica lo conseguì più tardi, nel 1977. Dal 1978 al 1989 fu impiegato all’“Elektroistra” di Pola, in qualità di ingnegnere della rete di distribuzione. Entrò in politica nel 1988 come vicepresidente dell’Assemblea comunale di Pola. Dopo le elezioni del 1990, per la prima volta pluripartitiche, diventò presidente dell’Assemblea comunale. Già allora i venti di guerra erano vicini e, in quella fase così delicata, venne nominato a ricoprire la funzione di coordinatore per i Comuni dell’Istria, con l’incarico di trattare con l’Armata jugoslava il ritiro delle sue unità dalla penisola. Allora Pola era la base più importante della Marina militare jugoslava con 12mila soldati, ma in in Istria, a Umago, Petrovia, Salvore e Pisino c’erano altre caserme di carristi, fanteria e di altro genere.
A Delbianco oggi viene riconosciuto il grande merito di avere non solo evitato la guerra, assieme a molti altri comuni istriani, ma anche di avere con estrema bravura trattato con gli ammiragli della Marina militare jugoslava (Pogačnik, Barović e Rakić), il ritiro pacifico di tutte le unità militari. 
Erano trattative e momenti delicati e di estremo pericolo per l’Istria e gli istriani, ma Delbianco, nonostante i continui tentativi di destabilizzare la situazione e gli incidenti contro il Comitato di crisi, che in tempi di guerra è il massimo organismo decisionale, dimostrò di essere all’altezza della situazione.
Il 15 dicembre del 1991, i soldati dell’APJ partirono dai porti di Pola e Umago lasciando definitivamente 78 impianti militari, 154 ettari di caserme e poligoni e tutte le armi della Difesa territoriale.

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