Noci di mare. Un ritorno poco gradito dai pescatori

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Noci di mare. Un ritorno poco gradito dai pescatori

UMAGO | Ctenofori, tonni e delfini continuano a provocare danni ai pescatori. Le prime si mangiano le uova del pesce, i secondi spaventano i banchi di pesce e i terzi… banchettano direttamente dalla rete. E hanno sviluppato anche un modo intelligente per farlo: trovata la rete, prendono la sogliola in bocca, tirano a destra e a sinistra, se la mangiano assieme alle rete che poi sputano. Senza farsi impigliare… Il ministero dell’Agricoltura e della pesca riconosce in parte questo danno, cioè quello provocato dai delfini, che poi viene quantificato e risarcito ai pescatori, ma per le meduse e i tonni c’è poco da fare.

Gelatina e fango…

E settembre ripropone il problema dell’anno scorso. In agosto e in quest’inizio di settembre la pesca sta andando male, sia per le reti da posta che per quelle a strascico. Le orate non si sono fatte ancora vedere, mentre al largo i pescherecci si lamentano della mancanza di pesce, soprattutto di moscardini ma anche di polpi. Come noto, le disposizioni dell’UE, molto restrittive, hanno imposto ai pescherecci con reti a strascico di pescare a oltre tre miglia di distanza dalla costa, dove il pesce scarseggia. Ma lungo la costa la situazione è anche peggiore, perché è ritornata la noce di mare (Mnemiopsis leidyi), uno ctenoforo che riempie le reti di gelatina e che spesso viene scambiato per una medusa per via della sua trasparenza: ma è ben lontano dall’esserlo. Il fango che si attacca alla rete non lo calcoliamo nemmeno, fa parte della stagione, ma stando ai pescatori è in forte aumento.

Prezzi alle stelle

Si pesca dunque di meno. Il pesce fresco di conseguenza ha raggiunto nelle pescherie prezzi davvero stellari: saraghi maggiori, saraghi pizzuti e orate vanno dalle 200 alle 250 kune al chilogrammo, i calamari vengono venduti attorno alle 150 kune e le seppie a 120. Le sardelle sono a 25 kune e il pesce minuto per brodetto a 60, mentre il prezzo dei cefali varia dalle 50 alle 60 kune.
In verità nelle ultime settimane le noci di mare erano quasi sparite, ma ora sono ritornate alla grande. Sono trasparenti come il ghiaccio, non sono urticanti, ma divorano le uova del pesce. Fatto sta che lungo la costa la vita si sta facendo dura, perché soltanto vent’anni fa le prime sogliole si pescavano vicino alla costa, entro un miglio, appena giù dalle secche; ora invece sono anche a dieci miglia e pescare così lontano comporta una spesa maggiore per i pescatori.

Pescatori preoccupati

La vita in mare sta cambiando. La piccola pesca costiera rende poco, solo da ottobre a dicembre, dopo di che arriva il periodo di magra. Come nel turismo, pochi mesi di abbondanza non bastano per vivere tutto l’anno. Il Gruppo d’azione locale per lo sviluppo della pesca si dice preoccupato, per voce del suo presidente Danilo Latin, perché negli ultimi anni ci sono troppe variazioni e sempre meno pesce. Quello che non si spiega, e di questo dovrebbero occuparsi un po’ più gli esperti, è il fango che per lunghi periodi dell’anno sporca le reti. Un fango appiccicoso e fastidioso che intralcia le reti riducendo la cattura del pesce.

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