Nel Museo di Albona un trogolo vecchio due secoli

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Nel Museo di Albona un trogolo vecchio due secoli

Dall’inizio di agosto nel Museo popolare di Albona è custodito anche un trogolo in legno di quercia vecchio due secoli, che fino a circa due decenni fa era utilizzato nel processo di produzione dell’olio d’oliva. La vasca rudimentale era di proprietà della famiglia Blažina di Dregne, con la quale l’istituzione culturale albonese ha firmato quest’anno un contratto di compravendita.
“Il Museo segue la famiglia dagli anni Novanta, mentre l’acquisto del recipiente è stato concordato circa sei mesi fa”, ci ha detto ieri Vedran Kos, dirigente del Museo popolare di Albona, operante nell’ambito dell’Università Popolare Aperta, confermando che i primi contatti con i Blažina risalgono all’epoca in cui il Museo albonese era diretto dal prof. Tullio Vorano.
Come precisa Kos, la missione principale del Museo popolare consiste nella conservazione, nella tutela e nell’interpretazione delle ricchezze culturali locali, in cui rientra pure l’acquisto del trogolo, che Miro Blažina, uno dei membri della famiglia che ha venduto il recipiente al Museo albonese, utilizzava fino alla metà degli anni Novanta per la produzione dell’olio d’oliva in maniera tradizionale. Lo conferma pure un articolo pubblicato sul quotidiano “Glas Istre” nel 1995. Nella vasca le olive raccolte venivano pigiate con i piedi dopo essere state sistemate nei sacchi. Tutto ciò avveniva dopo che le olive, una volta raccolte, erano state lasciate riposare per circa un mese, onde facilitarne la pigiatura. Stando ai dati a disposizione del Museo popolare Albona, in passato gli oleifici familiari si trovavano di solito nelle cantine o in qualche edificio attiguo a quello abitativo. Spesso l’olio d’oliva veniva prodotto anche per gli altri olivicoltori locali. A Dregne e Ravine erano infatti pochi gli oleifici di questo genere, e uno di questi apparteneva alla famiglia Blažina.

Il restauro in autunno

La vasca è stata trasportata nel lapidario del Museo popolare albonese, dove sarà esposta provvisoriamente, grazie all’aiuto di alcuni volontari.
Nei mesi autunnali sarà sottoposta a un meticoloso processo di conservazione, mentre entro la primavera del 2020 dovrebbe essere esposta al primo piano del Palazzo Battiala-Lazzarini, sede dell’istituzione museale albonese.

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