Nel «baul dei ricordi» la casa dei nostri avi

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Nel «baul dei ricordi» la casa dei nostri avi

Edito dalla Comunità degli Italiani di Buie, è stato presentato il catalogo della mostra etnografica “El baul dei ricordi”, che per lungo tempo ha esposto, come in una vera casa buiese di un tempo, mobilia, arredi e corredi.

 

”Già all’inizio, quando nacque l’idea di realizzare la mostra e ancor più quando venne completata, immaginammo che tutta la mobilia, arredi e corredi, una volta smontati sarebbero ritornati nelle soffitte, in reconditi bauli, con il rischio dell’oblio. Visto il grande successo che ha riscontrato, ci è parsa doverosa la pubblicazione di un libro-catalogo fotografico sulla mostra, voluta fortemente dalla nostra compianta presidente di allora, Eliana Barbo, che a lei dedichiamo. Dunque, ci piace definirlo figlio ed erede legittimo della mostra”, ha detto Aldo Antonini, dopo i saluti del presidente del sodalizio, Franco Bonetti, che ha rivolto un saluto particolare alla vicepresidente della Regione istriana, Jessica Acquavita, all’assessore alla Cultura della Regione istriana, Vladimir Torbica, alla f.f. di direttrice dell’UPA di Buie, Tanja Šuflaj, nonché ai familiari di Eliana Barbo.

La mostra è nata da un’idea del gruppo di sartoria della CI che, costituito da laboriose sarte e socie guidate magistralmente da Giovanna Manzin Zonta, si ritrova più volte alla settimana per realizzare costumi, raccogliere storie e tradizioni e tramandarle ai più giovani, insegnando la loro parlata buiese, i costumi, i canti e le filastrocche.

Da sinistra Federica Altin Furlan, Aldo Antonini, Giovanna Manzin Zonta e Lucia Moratto Ugussi.

Eleganti testimoni

”La sala storica si è riempita di manufatti, preziose lavorazioni, testimoni dei ricordi spesso tramandati da generazione in generazione, testimoni di abilità e gusto fine”, ha concluso Antonini spiegando come con la mostra si sia voluta creare l’ambientazione fine XVIII-inizio XIX secolo con la mobilia prestata dalle varie famiglie buiesi. La sala ha così preso l’aspetto di camera da letto, camera del bambino, tinello, cucina con tavola apparecchiata per le feste e una serie di interessanti pannelli sui vari corredi portati in dote dalle ragazze al matrimonio. Quindi, come spiegato, è stata una mostra etnografica per l’insieme di tutta l’oggettistica esposta perché esprime la cultura di una civiltà e il dialetto, usato per le didascalie degli oggetti.

”Lo scopo della mostra è rendere omaggio e far conoscere la bravura delle nostre bisnonne, nonne e madri che già da piccole si preparavano la dote che sistemavano nel baule. Per far capire meglio quello che volevamo trasmettere, bisogna immaginare una casa buiese di allora”, ha rilevato Giovanna Manzin Zonta, portando i presenti in un viaggio immaginario, a ritroso nel tempo, tra corredi e suppellettili degli avi.

Non meno significativa e importante è stata l’esposizione di due atti notarili, l’inventario dei beni dei coniugi Vidal di Buie e il contratto di matrimonio della loro figlia Maddalena, del ‘700, e la dote e il corredo della sposa dell’800. Di proprietà di Lucia Moratto Ugussi, che nel catalogo firma un capitolo sulle antiche consuetudini particolari a Buie, i documenti hanno contribuito ad arricchire la mostra in quanto riprodotti in grandi dimensioni su pannelli. Per l’occasione ha illustrato pure il matrimonio secondo l’antica consuetudine dell’Istria, chiamato a quei tempi “matrimonio a fratello e sorella” nel quale, stipulato con atto pubblico, i coniugi godevano degli stessi diritti sui beni matrimoniali. Una particolarità di questo matrimonio era il dono a piè di scala, un rituale specifico che faceva la sposa nell’entrare in casa del marito.

La prefazione del catalogo è di Claudio Ugussi, mentre Rina Cimador Matassi e Giuliana Cimador sottoscrivono un testo di spiegazione e specifica dei ricami esposti. Non manca l’elenco delle ricamatrici e dei lavori esposti con relativo periodo storico, quello dei proprietari, dei collaboratori e del gruppo di sartoria. Le foto nel catalogo sono di Alen Hlaj, con un contributo di Aldo Antonini. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo finanziario dell’Ufficio governativo per i diritti umani e per i diritti delle minoranze nazionali, per il tramite dell’Unione Italiana, del Ministero agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale della Repubblica Italiana tramite l’UI e l’UPT, della Regione istriana, nonché della Città di Buie.

Il catalogo

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