
Come tradizione vuole, l’11 novembre si festeggia San Martino e Momiano l’ha fatto anche quest’anno rendendo omaggio al suo patrono e coinvolgendo la cittadinanza nelle celebrazioni che hanno abbracciato riti secolari tramandati fino ai giorni nostri. In questa ricorrenza così importante per il Regno del Moscato, non poteva di certo mancare la celebrazione della liturgia in onore di San Martino, al termine della quale il parroco ha benedetto il Moscato novello, frutto di un anno intenso di lavoro nei campi e risorsa d’inestimabile valore per i produttori vinicoli della zona.

Foto: NICOLE MISON
Una cornice pittoresca
I colli momianesi sono diventati famosi a livello nazionale, ma non solo, per le loro infinite distese di vigneti che in questo periodo sono ancora più pittoresche con le foglie che cambiano colore e tingono i dolci pendii di colori caldi e avvolgenti. Circondati da una tale cornice, il protagonista non poteva che essere il vino, che oltre a essere degustato nella Casa dei castelli, è stato utilizzato da molti visitatori anche per dipingere. La tecnica “vinorello” è famosa per utilizzare il vino al posto degli acquerelli, la cui particolarità è racchiusa nei giochi di sfumature. L’artista Slavica Oplanić, alla guida del laboratorio “Degu vino art”, la cui mostra dei lavori è stata inaugurata nella struttura dedicata ai manieri istriani, ci spiega che la particolarità del “vinorello” è che i dipinti cambiano con il tempo: prima i colori sono quasi rosa, fino a diventare color seppia. “Il vino deve essere prima preparato – dice Slavica Oplanić –. Nel laboratorio che abbiamo svolto oggi, è stato utilizzato il Refosco Prelac del 2013, ma prima è stato necessario farlo bollire per ottenere maggiore corposità e consistenza, in modo che aderisse meglio al foglio”. Il tema di quest’anno era libero, perciò nelle sale della Casa dei castelli si possono ammirare opere floreali, paesaggistiche e astratte, che mettono in risalto le doti e le inclinazioni dei singoli partecipanti che hanno avuto modo di sperimentare e divertirsi, scoprendo un nuovo modo di dipingere. “Ho conosciuto questa tecnica sull’isola di Veglia, dove il produttore Katunar ha una galleria dedicata al ‘vinorello’, che però in generale non è molto utilizzato – spiega l’artista –. L’importante è avere molta pazienza, perché si utilizza un solo colore e per creare contrasti bisogna giocare con i chiaroscuri e attendere che i vari strati si asciughino, però è anche molto rilassante”. Un connubio perfetto tra degustazione e intrattenimento, con tre laboratori che hanno visto una bella affluenza di interessati.

Foto: NICOLE MISON
La musica non può mancare
A due passi dalla Casa dei castelli, la locale Comunità degli Italiani ha organizzato nella propria sede uno spettacolo canoro per celebrare in compagnia la stagione del vino nuovo. All’incontro, presentato dalla presidente Arianna Brajko Gall, erano presenti la viceconsole onoraria di Buie, Giuseppina Rajko, il presidente del sodalizio di Crassiza, Mate Mekiš ed Elisa Orzan in rappresentanza della CI di Matterada. Il sindaco di Buie Fabrizio Vižintin ha inviato i suoi saluti, scusandosi per l’assenza dovuta a impegni inderogabili.
Il primo a esibirsi è stato il coro misto della Comunità ospitante, che proprio quest’anno ha festeggiato 25 anni di attività. In più di due decenni i suoi membri sono stati ospiti un po’ ovunque in Istria, Croazia, Italia e Slovenia e ora sono inoltre reduci da un’uscita che hanno fatto pochi giorni fa a Lipik e Ploštine in Slavonia. In tema con i festeggiamenti di San Martino, il gruppo vocale, guidato da Cristina Zubin, ha proposto i brani “Vino dorato”, “Come porti i capelli bella bionda” e “In vino veritas”. È stata poi la volta dei minicantanti della CI di Crassiza, simpaticamente soprannominati “merli canterini”. La sezione ha avuto uno slancio nell’ultimo anno, grazie all’impegno della Maestra Valentina Ravalico Vižintin, la quale si è dedicata a portare avanti le prove con dedizione e pazienza. Oltre alle canzoni per bambini con l’ausilio delle basi musicali, i “merli” hanno imparato anche dei brani tradizionali, accompagnati dal vivo dal giovane fisarmonicista Noah. Nel giorno della festa patronale di Momiano hanno deciso di cantare tre pezzi: il primo dedicato ai contadini e al loro duro lavoro, intitolato appunto “Il contadino”, mentre gli altri due, “Me compare Giacometto” e “Rosamunda”, legati alla nostra cultura e tradizione, con accompagnamento alla fisarmonica.
I minicantanti hanno lasciato la scena al coro misto della Ci di Matterada, il quale ha un repertorio vasto che comprende musica classica, canti popolari italiani e regionali, senza tralasciare le canzoni italiane, amate e cantate da molte generazioni, fino ai brani inediti, scritti e arrangiati dalla loro dirigente Vesna Jugovac Pavlović. Per l’occasione ha proposto “Istria bella”, inno del coro, scritto dalla loro Mestra, “Ancora un litro de quel bon”, elaborato per il coro da Dario Bassanese e un mix di canti popolari.
Lo spettacolo si è concluso con la simpatica performance dei minicantanti della CI di Momiano che si sono esibiti per la prima volta davanti al pubblico in una nuova formazione. Si tratta di uno dei gruppi più longevi del sodalizio, avviato nel corso degli anni ‘80 dello scorso secolo dalla Maestra Dolores Barnaba. Oggi, alla guida dei giovani cantanti troviamo la dirigente Cristina Zubin, che segue il gruppo con passione. Anche loro hanno scelto delle canzoncine in tema con le celebrazioni, presentando “La canzone dell’autunno” e “Che bello vendemmiare”.
La prima giornata della sagra di San Martino ha visto protagonista anche il “Trio Refosk” che ha accompagnato i festeggiamenti all’aperto con musica dal vivo, animando il pubblico e creando un’atmosfera di convivialità.
Le celebrazioni non sono finite: la festa prosegue il prossimo fine settimana tra musica, divertimento e buon vino, con molti appuntamenti, tra i quali uno dei più attesi è la gara dei “buzolai”, organizzata dal sodalizio locale.

Foto: NICOLE MISON

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