Mohorović: «Così iniziò l’amicizia con Sospirolo»

A colloquio con Lucijan Mohorović, ginecologo e attivista civico: era tra gli albonesi che avevano avviato negli anni ‘80 dello scorso secolo il gemellaggio tra Albona e il comune italiano

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Mohorović: «Così iniziò l’amicizia con Sospirolo»

L’opportunismo politico è il più grande male della società odierna. Lo ritiene Lucijan Mohorović, noto ginecologo albonese, oggi in pensione, conosciuto a livello internazionale per le sue ricerche legate agli effetti negativi della combustione del carbone nelle centrali termoelettriche sulla salute delle donne in gravidanza, sui feti e sui neonati. Sempre attento all’aspetto sociale di tutte le sue attività, Mohorović ha dato vita negli anni ’90 a un’iniziativa civica con lo scopo di lottare per lo sviluppo della società civile e di garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionale alla salute. Questo e il gemellaggio tra Albona e il comune italiano di Sospirolo sono stati i temi principali dell’intervista che ci ha rilasciato nei giorni scorsi.

La nascita di un’amicizia

Al nostro incontro in Riva a Porto Albona ha portato la sua agenda del periodo tra il 1982 e il 1983 in cui aveva ricoperto l’incarico di presidente dell’ex Comune di Albona, nella quale aveva annotato tutti i particolari riguardo alle prime riunioni con i rappresentanti di Sospirolo, Sedico e Belluno. Secondo Mohorović, l’amicizia tra sospirolesi e albonesi era stata avviata grazie a Francesco Da Gioz, nato a Sedico nel 1896 e arrivato ad Albona per lavorare nelle miniere del luogo.
Durante lo storico sciopero dei minatori del 1921, noto quale Repubblica di Albona e considerato, con quella di Proština, come la prima rivolta antifascista in Europa, Da Gioz era il comandante delle “guardie rosse”, cioè dei minatori che occuparono i pozzi e iniziarono a produrre in modo autonomo, protestando contro l’amministrazione italiana delle miniere in seguito al pestaggio del loro leader sindacale Giovanni Pippan a Pisino e a causa delle pessime condizioni economiche in cui vivevano. L’ex Comune di Albona con a capo Mohorović voleva conoscere il luogo di nascita di Da Gioz per instaurare rapporti di amicizia con le località dalle quali proveniva il comandante delle “guardie rosse”, ma anche molti altri minatori che lavoravano nell’Albonese.
“Questo è stato il motivo principale che aveva portato alla collaborazione con Sospirolo”, ha detto Mohorović, mostrandoci i suoi appunti e il programma preparato per la prima visita dei rappresentanti dell’ex Comune di Albona a Sospirolo.

Gemellaggio nel 1992

Quest’ultima risale al 18 febbraio 1983 e avvenne 38 anni dopo l’impiccagione di Da Gioz da parte dei nazisti (il tragico evento ebbe luogo il 17 febbraio 1945). Mohorović possiede ancora il suo discorso pronunciato durante l’incontro italiano, in cui si legge che l’ex Comune di Albona aveva assegnato a Da Gioz, postumo, il suo più grande riconoscimento, la Targa d’oro del Premio comunale “Repubblica di Albona”. Il discorso si conclude con l’auspicio che l’amicizia tra Sospirolo e Albona “contribuisca a nuove collaborazioni e nuovi rapporti che porteranno a un ulteriore avvicinamento tra l’Italia e la Jugoslavia”. Nel settembre del 1983 i sospirolesi e gli albonesi si incontrarono ad Albona. I documenti di Mohorović confermano che a presenziare all’incontro erano stati pure Tullio Vorano e Claudio Galvani, rappresentanti della Comunità degli Italiani di Albona. Sospirolo e la Città istriana sono gemellate ufficialmente dal 24 ottobre 1992.

L’attivismo civico

“Questo mio diario è rimasto come un bel ricordo del periodo al quale risalgono i primi contatti che abbiamo avuto con il paese amico, dal quale Da Gioz si era trasferito ad Albona”, spiega Mohorović, dicendosi orgoglioso di aver ricoperto la carica e di aver avuto l’opportunità di contribuire all’instaurazione dei rapporti di amicizia tra Sospirolo e Albona. Va molto fiero pure del suo attivismo civico, che dura da più di tre decenni e che ritiene sia dovuto anche al fatto di essere nato (nel 1935) in una famiglia di operai e contadini, così come i suoi genitori, la mamma Lucia Giurici e il padre Ive (Ivan, Giovanni), il quale lavorava in miniera. Dell’attivismo civico parla nel suo volume più recente, pubblicato l’anno scorso. Tradotto dal croato, il titolo del libro è “L’Iniziativa civica di Albona e dell’Istria promotrice della società civile e della consapevolezza ecologica dei cittadini”. Vi si possono leggere dei particolari relativi all’Iniziativa civica albonese, di cui Mohorović è promotore e coordinatore e che era apparsa per la prima volta come un gruppo di cittadini il 15 febbraio 1995, ovvero nel periodo precedente all’avvio della produzione nella seconda centrale termoelettrica a Porto Fianona, Fianona 2, alla cui costruzione si opponevano molti, ma alla fine è prevalso l’opportunismo politico. “Tutti i medici dovrebbero essere attivi civicamente”, ha sottolineato Mohorović, il quale ancor oggi partecipa alle attività dei gruppi di cittadini che promuovono l’importanza della tutela ambientale. A quest’ultima era dedicata pure la tesi con cui aveva conseguito nel 1991 il suo dottorato di ricerca: il lavoro era incentrato sugli effetti dei prodotti della combustione del carbone sull’andamento e sull’esito della gravidanza nelle condizioni microregionali.

L’esperienza in Libia

Ha trascorso una parte della sua interessante carriera pure in Libia, lavorando nel reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale “Central Hospital” della città di Misurata. L’esperienza risale al periodo dal 1978 al 1980 ed era dovuta all’Accordo sulla collaborazione tra la Croazia e i Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, gli anni più cari gli sono quelli passati nella sua Albona, dove era impegnato in diverse mansioni mediche. Grazie alle sue competenze, avrebbe potuto andare a lavorare in qualsiasi luogo, ma ha preferito rimanere a casa e lavorare a favore della comunità locale.

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