Martinuzzi Il lascito «fiumano» ritorna ad Albona

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Martinuzzi Il lascito «fiumano» ritorna ad Albona

ALBONA | Dopo una lunga attesa è arrivata finalmente la risposta definitiva del Ministero della Cultura riguardo al lascito di Giuseppina Martinuzzi (1844 – 1925) che dal 1947 era custodito nell’attuale Biblioteca universitaria di Fiume. E la risposta è affermativa, l’eredità della grande insegnante, scrittrice e socialista tornerà ad Albona, come richiesto dalla municipalità e dal locale Museo civico, nel quale si trova una parte della biblioteca che la Martinuzzi lasciò alla sua Albona nel suo testamento del 1897.

Una grande soddisfazione

“La soddisfazione è grande anche perché quest’anno abbiamo festeggiato il 175° della nascita dell’illustre albonese pure dedicandole a marzo una parte della seconda edizione del convegno scientifico “Incontri storico-culturali albonesi”. Precedentemente avevamo eseguito un’analisi dell’intera documentazione nella Biblioteca universitaria di Fiume”, si legge nel comunicato stampa rilasciato ieri dalla Città di Albona.

La cosa più preziosa

La Città e il Museo ricordano che la biblioteca della Martinuzzi, che Giuseppina voleva dedicare ai suoi genitori chiamandola “Biblioteca Giovanni e Antonia Martinuzzi”, ritenendola, tra l’altro, “la cosa più preziosa che possedesse”, comprende 773 opere. Giuseppina aveva sistemato la sua donazione in due biblioteche di legno con ante in vetro, su cui si legge il nome della raccolta. Martinuzzi aveva compilato pure un catalogo-inventario della biblioteca. In una sua lettera del 14 settembre 1910 informa l’allora sindaco di Albona di aver organizzato il trasporto della biblioteca ad Albona a proprie spese. Tuttavia, la biblioteca fu trasferita ad Albona una decina di anni dopo. Giuseppina diede pure precise istruzioni riguardo a come conservare il fondo e come utilizzarlo. Inoltre, chiese al Circolo di studi sociali, alla Federazione italiana degli addetti alle miniere e, a quanto pare, anche alla Società operaia di mutuo soccorso per gli operai albonesi ad Albona di controllare l’adempimento agli obblighi definiti nel contratto sulla donazione della biblioteca. I presidenti delle prime due associazioni, Dagoberto Marchig e Amos Salvadori, nelle loro lettere del 3 e del 9 novembre 1921, confermarono di essere onorati di farlo.

I fascicoli

La biblioteca della Martinuzzi è rimasta presso l’ex Comune di Albona fino al 1945. Dopo la Seconda guerra mondiale essa fu consegnata prima al Circolo italiano di cultura, l’odierna Comunità degli Italiani, la cui fondazione risale al 1947, e dopo, negli anni Settanta, in forma definitiva, al Museo popolare di Albona. Tuttavia, prima della sua consegna al Circolo, lo stesso anno, nel 1947, erano messi da parte i fascicoli 27, 28 e 29, in cui si trova la documentazione legata alle attività pedagogiche, letterarie e politiche della Martinuzzi. Gli stessi fascicoli vennero consegnati a quella che all’epoca era la Biblioteca scientifica di Fiume, dove si trovano ancora oggi. Secondo quanto spiegato, la consegna all’istituzione fiumana era stata giustificata con il fatto che Albona non aveva ancora un museo civico, fondato 13 anni dopo, nel 1960, né esistevano le condizioni per custodire in un luogo sicuro quella parte del lascito di Giuseppina. Per quanto riguarda la procedura di restituzione del materiale avviata dalla Città e dal Museo, prima della conferma definitiva del Ministero competente era stato ottenuto il nullaosta della Biblioteca universitaria di Fiume e dell’Archivio di Stato fiumano.

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