«Martin Horvat», una struttura sempre più all’avanguardia

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«Martin Horvat», una struttura sempre più all’avanguardia

ROVIGNO | L’ospedale ortopedico e di riabilitazione “Martin Horvat” ha ospitato per il secondo anno consecutivo studenti statunitensi e croati di architettura del paesaggio i quali, guidati dal professor Daniel Winterbottom, dagli architetti del paesaggio Luka Jelušić, Srna Krtak, Mate Rupić e dell’architetto Ivana Ljubanović, lavorano con grande impegno al nuovo design moderno del Parco terapeutico e di riabilitazione. La realizzazione del futuro parco – la soluzione concettuale è stata presentata in occasione di un incontro organizzato ad hoc – dovrebbe iniziare già nei prossimi mesi.

Collaborazione USA-Croazia

La collaborazione con il prof. Daniel Winterbottom, docente di architettura e urbanistica presso il Dipartimento di Architettura del Paesaggio dell’Università di Washington a Seattle, è iniziata lo scorso anno. Il prof. Winterbottom è un esperto di architettura del paesaggio di fama mondiale nella progettazione di giardini e parchi terapeutici e sensoriali e, dal 1995, quando ha iniziato a coinvolgere i propri studenti nel programma design & build (“progettazione ed esecuzione”), a oggi, ha realizzato una serie di progetti di volontariato in tutto il mondo, dando vita a numerosi giardini terapeutici e sensoriali a Seattle, New York, New Orleans e al di fuori degli Stati Uniti in Messico, Guatemala, Giappone, Bosnia ed Erzegovina e Croazia, dove assieme ai mentori Luka Jelušić, Srna Krtak e Mate Rupić in sei anni ha portato a termine ben sette progetti. All’interno del suo programma combina in modo unico design e funzionalità dei prodotti creando assieme agli studenti progetti di valore duraturo per l’intera comunità.

Docente di prestigio

Tra i numerosi riconoscimenti professionali e accademici conferitigli nel settore, figura il prestigioso premio dell’ASLA, la Società statunitense di architetti del paesaggio, nella categoria “Honor Award”, per la collaborazione con gli studenti. Si tratta di un processo educativo in cui gli studenti di architettura del paesaggio hanno l’opportunità, attraverso il lavoro sul campo e la cooperazione con mentori rinomati, di imparare e sviluppare le proprie idee. In base alle soluzioni di design selezionate congiuntamente, daranno vita, in più fasi, al giardino terapeutico per l’attuazione del programma di terapia fisica all’aperto presso la struttura ospedaliera rovignese.
L’obiettivo di questo workshop è quello di costruire un parco terapeutico in base agli standard più elevati, così come l’interazione con le persone locali, scuole e Università, al fine di mantenere in Croazia quante più conoscenze e competenze specifiche necessarie per progettare parchi terapeutici.

Confort per pazienti e personale sanitario

Nei prossimi cinque anni, così, l’area esterna dell’ospedale verrà ampliata con un parco dal design moderno, destinato alla riabilitazione dei pazienti e al piacere dei visitatori. Nel desiderio di trasformare il “Martin Horvat” in un luogo quanto più confortevole sia per i pazienti sia per il personale, ma anche un luogo di socializzazione e di ricreazione per residenti e ospiti, l’anno scorso ha lanciato la collaborazione che continua quest’anno con il workshop che è iniziato il 26 settembre e continuerà fino al 3 dicembre, con la partecipazione di 12 studenti dell’Università di Washington e 8 studenti di architettura del paesaggio della Facoltà di Agraria (universitari e laureati in Architettura del paesaggio) di Zagabria. Il compito principale che affronteranno quest’anno è la scelta del design per la prima parte del progetto e la sua realizzazione, tenendo conto della possibilità che l’esecuzione venga suddivisa in più fasi.

Un progetto polifunzionale

Infatti, nell’ambito del lavoro pratico eseguito durante l’edizione scorsa del laboratorio, gli studenti avevano formulato diverse proposte preliminari per il progetto del parco che sarà polifunzionale, con strutture specifiche per la terapia fisica. Il progetto deve tener conto non solo della circolazione dei pazienti e dei veicoli, di contenuti specifici, strutture fisiche e terapeutiche, ma anche delle esigenze stabilite dai conservatori, visto che l’area in questione rientra nel novero dei beni culturali protetti.

Oasi di socializzazione

L’obiettivo è quello di dar vita a un luogo – con tanto di servizi e architettura paesaggistica – che diventerebbe un’oasi per la socializzazione e la riabilitazione, con forte impatto motivazionale su pazienti e cittadini a trascorrere il tempo in natura. Ciò contribuirà notevolmente anche al posizionamento della struttura – e di conseguenza, della destinazione – sul mercato del turismo sanitario.

Impatto positivo sulla riabilitazione

È stato dimostrato, infatti, che i giardini terapeutici dal design professionale hanno molteplici effetti positivi sul benessere dei cittadini. Favoriscono una riabilitazione più rapida, garantendo un’esperienza positiva dell’ospedale come luogo piacevole dove i pazienti soggiornano non soltanto per obbligo, ma anche per proprio desiderio. Il nuovo design contemporaneo prevede giardini verticali sia interni che esterni. Una delle novità sarà la possibilità per i pazienti di partecipare attivamente a sessioni di giardinaggio terapeutico durante la propria permanenza in ospedale.

Un prodotto congiunto

Il masterplan approvato l’anno scorso ha visto la stesura di quattro soluzioni differenti, realizzate da 20 studenti suddivisi in 4 gruppi distinti, dopodiché queste sono state sintetizzate in un progetto congiunto rappresentato da una soluzione compatta. Si tratta di un’estensione della spiaggia terapeutica e riabilitativa che andrebbe a creare una sorta di Campus terapeutico per i pazienti. Gli studenti, che si sono detti entusiasti e onorati di poter contribuire allo sviluppo della struttura, come anche dell’ospitalità e dell’accoglienza a Rovigno, hanno parlato dei benefici del parco, soprattutto in termini di riduzione dello stress che spesso la terapia fisica può implicare.

Patrimonio da riscoprire

Oltre a essere riusciti a trovare soluzioni che andranno a tutelare le specie di piante protette, gli studenti hanno svolto un importante ruolo di recupero del patrimonio storico, riportando alla luce l’antico sentiero che storicamente attraversava il parco. Oltre a ciò, il progetto prevede la reintroduzione di un parco giochi che era originariamente presente all’interno della struttura alla fine del XIX secolo, quando questa era un ospedale pediatrico per la cura della tubercolosi ossea. Pertanto, la decisione di introdurre un parco giochi per i bambini con disabilità o fratture è giunta quasi spontanea, vista l’assenza di contenuti per l’infanzia.

Parco giochi e attrezzature

L’ospedale sarà così più ricco di giochi cognitivi e di memoria, scivoli e altalene adatti anche ai bimbi in carrozzina. Questi, accanto alla parte con le attrezzature per la riabilitazione, rientreranno nella prima fase di realizzazione, di modo che al suo termine l’anno prossimo, i pazienti possano già iniziare a usufruire del parco.

Direzione giovane e capace

La rapida crescita della struttura e l’adattamento di soluzioni moderne e innovative sono dovuti al direttore, il dott. Marinko Rade, al quale sono state affidate nel 2014 le redini dell’istituzione sanitaria. Il giovane connazionale, vincitore per due volte consecutive del Premio “Spine Young Investigator Award”, assegnato dalla rivista scientifica statunitense “Spine” e del Premio annuale per la Scienza della Società finlandese di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Ordine dei medici della Finlandia, è stato di recente ospite, in qualità di relatore, del Congresso NASS 2018, organizzato dalla North American Spine Society (la società nordamericana che si occupa degli studi legati alla spina dorsale, nda.) che si è tenuto al Convention Center di Los Angeles, in California.

Istituzione innovativa

Il desiderio della direzione del “Martin Horvat” è di diventare un’istituzione innovativa nella quale le future generazioni di operatori sanitari avranno la possibilità di conoscere nuovi concetti di funzionamento del sistema e delle strutture sanitarie. 
“I fondi a disposizione non sono sufficienti, ma ciò non ci impedisce di fare significativi passi avanti. Abbiamo grande fede in questo progetto”, ha dichiarato Rade, ringraziando docenti e studenti per così tanto impegno e dedizione.

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