Lungo la costa ritorna la Mnemiopsis leidyi

Umago. Innocua per le persone, ma intralcia la pesca

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Lungo la costa ritorna la Mnemiopsis leidyi

Alla fine di agosto lungo la costa è ritornata in quantità preoccupante la Mnemiopsis leidyi, meglio conosciuta come noce di mare, che arriva dal Mar Nero, portata dalle navi. I vecchi pescatori la chiamavano “iazzi”, probabilmente per l’effetto “ghiacciato” che lascia sulla superficie del mare. È molto somigliante alle meduse. Un fenomeno che impedisce la pesca costiera, perché l’enorme quantità di noci di mare, molto fotografate anche dai turisti, appesantisce le reti, ostacolando di fatto la pesca con le reti che si calano alla sera e si salpano al mattino.

Un granchio blu catturato a Umago

Ma le meduse non sono l’unica curiosità del mare, dell’estate e dei pescatori.
Dopo molti pesce serra e diversi barracuda i pescatori di Umago e Salvore ci hanno segnalato la presenza nello specchio di mare umaghese (Pozioi, Muiella, Catoro, Zambrattia) del granchio reale, o granchio blu. Molto probabilmente queste presenze alloctone o aliene, sono dovute all’innalzamento della temperatura del mare, ma anche al via vai di navi nell’Adriatico. Il barracuda “mediterraneo”, più piccolo del cugino tropicale, è di dimensioni medie, da 1 a 3 chilogrammi, anche se in certi casi può raggiungere i 5-7 chilogrammi.
L’elevamento delle temperature sta scombussolando anche la vita dei pesci definiti alieni perché arrivati nell’Adriatico settentrionale in tempi recenti, provenienti da mari più caldi. Interessante notare che molti fenomeni “croati” sono comuni anche alla sponda dirimpettaia, e cioè a quella italiana.
Accanto a quelli elencati, nell’Adriatico ci sono pure altre varietà alloctone, come il pesce trombetta, pesce luna, pesce palla, pesce balestra, ricciole di fondale, pesce sciabola, pesce spatola.
In altre parole, una grande quantità di pesci “alieni”, non proprio abituali frequentatori del nostro mare. Molti esemplari sono stati presi al largo, fra Umago e Salvore e in molti casi i pescatori non sono stati in grado di riconoscerli.
Tanti fattori avversi
Ma forse più dei pesci alieni, ora preoccupa il ritorno della Mnemiopsis leidyi, perché lungo la costa ha formato dei grandi banchi, che disturbano la pesca. “Non sono dannose per le persone, ma questo Ctenoforo (dal greco, portatore di pettini), con otto file iridescenti di ciuffi, come piccoli pettini, appunto, che lo aiutano a spostarsi, mangia le uova e le larve di pesce”, ci era stato spiegato a suo tempo dal biologo marino Roberto Odorico.
Nel Mar Nero rappresenta un grande problema, in quanto la sua presenza è invasiva, mentre nelle nostre acque il fenomeno è ancora abbastanza contenuto. Oltre all’elevamento della temperatura del mare, la sua presenza è condizionata pure dalle correnti marine e dagli sbalzi di salinità, dovuti alle piogge e ai fiumi in piena.

Le reti sporche di fango

Preoccupazione per questa situazione è stata espressa pure dal presidente del Gruppo d’azione locale per la pesca (FLAG), Danilo Latin: “Il settore della pesca si trova sempre più in difficoltà: da una parte ci sono queste meduse, dall’altra il fango nelle reti, che non ce lo possiamo proprio spiegare. Tutto questo porta a un calo del pescato, che penalizza i pescatori, perché limita i guadagni.
L’Unione europea ha inoltre imposto delle grandi restrizioni, che mettono in seria difficoltà il pescatore che deve mantenere la famiglia e che ha operai a carico. In piena crisi sanitaria, fango e meduse non fanno altro che portare ulteriori preoccupazioni alla nostra categoria”.

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