Lorenza Puhar, in arte Lola, un turbine d’energia positiva dalla voce graffiante

Intervista a uno dei personaggi più interessanti dell’attuale scena musicale locale

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Lorenza Puhar, in arte Lola, un turbine d’energia positiva dalla voce graffiante
La sorridente Lorenza Puhar. Foto: Roberta Ugrin

Una delle voci più interessanti dell’attuale scena musicale rovignese, e non solo, è sicuramente quella di Lorenza Puhar, conosciuta con il nome d’arte Lola.

Rovignese di nascita, con una voce potente e una presenza scenica che non passa di certo inosservata, la giovane cantante, terminata la verticale scolastica, ha intrapreso un percorso formativo molto ambizioso dedicato interamente allo studio e al perfezionamento della sua passione più grande, la musica, alla Canterbury Christ Church University in Inghilterra, dove si è laureata con successo.
Abbiamo incontrato Lorenza Puhar negli spazi del sodalizio rovignese, dove durante una piacevole chiacchierata ci ha raccontato grazie a chi si è avvicinata al mondo della musica sin dalla tenera età, ma anche quali sono i suoi piani futuri.

Lorenza, nei mesi scorsi ti abbiamo vista partecipe allo show musicale “Superstar”, andato in onda su un programma della televisione nazionale. Rovigno intera ha fatto il tifo per te. Come hai vissuto quest’esperienza?
“É stata un’esperienza che ricorderò per sempre, alla quale in realtà è stata mia madre a convincermi a partecipare. Mi sono presentata con la canzone ‘Back to black’ di Amy Winehouse, accompagnata alla chitarra dal mio compagno, brano che mi ha portato nella top 12. Dopodiché mi sono esibita con la canzone country ‘Man! I Feel Like a Woman!’ di Shania Twain, che, ahimè, non mi ha portato alla finale di ‘Superstar”. La partecipazione allo show è stata allo stesso tempo una sfida e un successo personale. Non sono mancati i complimenti e le critiche costruttive ricevute dalla giuria di esperti, che sono una vera e propria soddisfazione a livello professionale, come anche il grande e affettuoso sostegno della mia famiglia e degli amici”.

Ti sei avvicinata al magico mondo della musica già da piccola, partecipando a numerosi festival musicali e ottenendo pure dei validi premi. Chi è stato il tuo primo Maestro?
“Mi sento di ringraziare il Maestro Vlado Benussi. Infatti è stato proprio lui a scoprirmi già all’asilo, all’età di quattro anni. Il primo importante successo ottenuto è stato nel 2007, grazie alla partecipazione a ‘Voci nostre’, storico Festival della canzone per l’infanzia, punto di riferimento per la cultura e la tradizione musicale della Comunità Nazionale Italiana, dove con la canzone ‘Vecchio campanile’ scritta da Vlado e Samuel Benussi, abbiamo portato a casa la vittoria. All’epoca avevo solamente otto anni e seppur provengo da una famiglia dove nessuno ha un talento spiccato per il canto, la mia voce parlava chiaro. Successivamente ho sempre cantato nell’ambito delle attività promosse in seno alla Comunità degli Italiani ‘Pino Budicin’, partecipando a numerosi festival musicali e portando sempre a casa ottimi risultati. Tutto ciò mi ha dato la forza, la spinta giusta e la motivazione di coltivare il mio amore per la musica e inseguire il mio sogno nel cassetto, portandomi, nonostante un periodo difficile nel quale ho avuto dei problemi di salute, nel 2016, fino in Inghilterra, dove ho frequentato la Canterbury Christ Church University nel Kent”.

Raccontaci di come sono stati gli anni trascorsi in Inghilterra.
“Ho vissuto in Inghilterra a pieni polmoni per ben cinque anni, il che mi ha permesso di mettermi in gioco e migliorare ulteriormente gli skill musicali e vocali e affinare le competenze legate alla musica in generale, concentrandomi inoltre sulle capacità specifiche di utilizzo della voce. Credo che entrambe le competenze siano essenziali per diventare un musicista o un cantante di successo. Mi sono laureata e poi, però, a causa della pandemia, sono dovuta rientrare a casa. Ho dovuto ricrearmi e trovare una strada alternativa alla vita che facevo in Inghilterra e che comunque mi ha sempre riportato alla musica, permettendomi di rimanere sempre fedele al mio essere”.

Quali sono i tuoi generi musicali preferiti?
“Sembrerà forse un tantino cliché rispondere che mi piacciono tutti i generi musicali. Durante gli studi in Inghilterra ho avuto modo di cimentarmi con i principali generi musicali, dalla musica jazz alla musica pop, il che mi ha fatto scoprire di possedere una voce definita dai miei professori ‘versatile’. Quello che per me è molto importante è trovarmi bene e a mio agio nel brano che interpreto, il che non è sempre un gioco semplice. Quando si parla di musica, materia altamente emotiva, è difficilissimo superare questioni biografiche e di gusto personale. Interpretare una canzone non significa solo eseguirla in maniera ‘tecnicamente’ corretta. Come interprete ho l’obiettivo di comunicare agli ascoltatori delle emozioni e raccontare una storia nella maniera più coinvolgente possibile”.

I tuoi progetti futuri?
“Al momento sto preparando un album che dovrebbe uscire a breve; per ora sono in tutto otto le canzoni già pronte realizzate negli ultimi due anni con il mio team, che ringrazio. Nel frattempo, lavoro in continuazione e pian piano costruisco il mio percorso nel mondo della musica, che accanto alla danza e all’arte è il mio mondo”, ha concluso Lorenza Lola Puhar, con un sorriso contagioso e un’energia vibrante e positiva.

Lorenza Puhar al Centro multimediale di Rovigno.
Foto: Roberta Ugrin

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