Lo Statuto istriano simbolo di convivenza

Parenzo ha ospitato ieri la tradizionale cerimonia dedicata all’anniversario dell’adozione dello storico documento

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Lo Statuto istriano simbolo di convivenza

È stata celebrata a Parenzo, nella Sala della Dieta, la Giornata dello Statuto istriano, in ricordo della sua approvazione, contrastata dalle autorità nazionali.

Dopo l’approvazione del documento a stragranda maggioranza di voti da parte dell’Assemblea regionale avvenuta il 30 marzo 1994, il governo, nella sua seduta del successivo 14 aprile, abolì 36 dei suoi articoli e fu valutata anche la possibilità di sciogliere l’Assemblea regionale, cosa non avvenuta. Seguì una lunga battaglia politica e giuridica: il 2 febbraio 1995 la Corte costituzionale della Repubblica di Croazia approvò 18 articoli, abolendone altrettanti e, quindi, accogliendo parzialmente la delibera governativa. Gli articoli aboliti dalla Corte costituzionale erano principalmente legati alla possibilità di introdurre il bilinguismo (purtroppo, poco presente nella seduta tenutasi ieri), ossia alla possibilità di usare in modo ufficiale, oltre che il croato, pure la lingua italiana nel lavoro degli organi regionali. Alla seduta dell’Assemblea del 19 novembre 2001 furono riaccolti gli articoli dello Statuto precedentemente aboliti, nel frattempo confermati dalla Corte costituzionale.

Dopo l’intonazione dell’inno nazionale e di quello regionale, a cura dell’Orchestra da camera dell’Accademia di musica di Pola, ha preso la parola la presidente dell’Assemblea regionale Sandra Čakić Kuhar, la quale, nel ricordare il percorso che ha portato all’approvazione del documento, ha accentuato il suo livello di tutela delle etnie, allora all’avanguardia. A nome dei sindaci è intervenuto quello di Parenzo, Loris Peršurić, facendo notare l’importanza del concetto di convivenza, per una generazione, quale la sua, all’epoca dei fatti ancora sui banchi di scuola.

La battaglia per lo Statuto, vinta dopo sette anni, è stata ricordata anche dal presidente regionale Boris Miletić, per il quale la convivenza e la democrazia fanno parte dell’identità degli istriani, come pure la pace, i diritti e la libertà, “che non hanno alternative”. Miletić ha poi parlato dei progetti regionali in atto, in modo particolare della lotta contro l’abusivismo edilizio ad opera “particolarmente degli stranieri che a casa loro rispettano le regole, ma qui no”.

Boris Miletić.
Foto: Tanja Skopac

Petar Mamula, vicepresidente della Regione litoraneo-montana, ha portato i saluti del presidente, Zlatko Komadina, rilevando le molteplici similitudini delle due aree, particolarmente per quanto concerne la tutela delle etnie.

Il sindaco di San Pietro in Selve Mario Bratulić ha portato i saluti del presidente del Sabor Gordan Jandroković, mentre Melita Mulić, consigliere del presidente della Repubblica per i diritti umani e la società civile, quelli del Capo dello Stato, Zoran Milanović.

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