
Il turismo esagerato sta cancellando tutto l’utile dell’attività del settore. La situazione è critica e lo confermano i dati del nuovo Studio della condizione e tendenze della sostenibilità turistica nella Regione istriana. In molte parti d’Europa si sta alzando la voce contro l’overtourism e anche in Croazia si risente degli effetti del fenomeno. Vero è, purtroppo, che il successo turistico si misuri ancora attraverso le presenze e i pernottamenti e i media riportano con orgoglio i record turistici. Quello di cui si aveva solamente sentore, ora ha trovato conferma nei numeri. della situazione, esprimendosi con toni preoccupati, hanno detto ieri in conferenza stampa Dušica Radojčić e il consigliere regionale Slaven Boljun, della piattaforma Možemo!.
“L’Istria si muove rapidamente e in modo disordinato verso la totale insostenibilità del sistema, dell’inquinamento ambientale e del collasso infrastrutturale”, hanno detto i due esponenti.
Uno degli aspetti principali di questa scarsa sostenibilità è dato dall’eccessiva edificazione. Dallo Studio emerge che ogni anno vengono rilasciate oltre 2mila licenze edili. Di questo passo, in cinque anni ci si potrebbe ritrovare con nuove 10mila costruzioni. La superficie delle aree edificabili nelle località, dal 2012 è cresciuta di 1.300 ettari. Di converso, il numero di abitanti scende. Così, ad esempio, il numero di residenti, stando al censimento del 2021 corrisponde a 195.237 persone, con un calo del 6,2 p.c. in riferimento al censimento del 2011. I posti letto in Regione sono attualmente 487.732 e il Piano ambientale della Regione consente l’edificazione di ulteriori 160mila posti letto in alberghi e campeggi. Considerando le dinamiche attuali di edificazione, ci sarà posto per altri 200mila abitanti.
“se non facciamo qualcosa per fermare queste tendenze, d’estate in Istria avremo un milione di persone; di queste meno di 200mila saranno residenti. Nessuno sa dire quando l’infrastruttura collasserà, che fare con i rifiuti, cosa fare quando non ci sarà energia elettrica, come soddisfare le necessità per l’acqua potabile, dove parcheggiare tutte le macchine. Basti pensare che il 92 p.c. degli ospiti raggiunge la penisola in macchina. E ancora, quali e quanti saranno i danni causati dall’inquinamento. Su tutto, la popolazione locale già ora non può permettersi l’acquisto di una casa e gli affitti sono un enorme problema”, ha detto Boljun.
Sono domande che richiedono una risposta immediata, ma così non è. Spesso ci si nasconde dietro la nuova Legge sul turismo. “In molte unità d’autogoverno chi di dovere non vuole assumere una chiara posizione né definire misure concrete, probabilmente per paura dell’impopolarità. E allora si mette mano alla Legge sul turismo, che concede termini dilatati per l’approvazione dei documenti chiave. Il ruolo principale in materia è stato affidato alle Pro loco, che certamente non hanno gli strumenti adatti per farlo”, ha rimarcato Radojčić.
Per non dire che la Legge offrire incentivi non indifferenti (l’esenzione dalle imposte per un periodo di 10 anni, ad esempio) per l’aumento delle capacità ricettive e questo non può che peggiorare la situazione. Un altro handicap è dato dal fatto che la Legge ha minimizzato il ruolo della comunità locale in materia.
La Regione istriana ha avviato la procedura di modifiche al Piano ambientale, ma non ha inteso rivedere le capacità ricettive o rendere più severe le condizioni per l’ampliamento delle aree edificabili. Bisogna invece procedere celermente in questa direzione, dando la precedenza al fattore abitativo e non turistico. Si rende necessario rivedere le capacità ricettive, cancellare i pianificati 18 campi di golf e mettere in primo piano le necessità della popolazione e la tutela dell’ambiente. Nel frattempo Città e Comuni dovrebbero pensare a misure da adottare per rendere il turismo sostenibile.
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