L’insostenibile bellezza della penisola di Sipar

Insieme ad altre zone diventerà Parco archeologico

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L’insostenibile bellezza della penisola di Sipar

Da quando i siti archeologici dell’Umaghese vengono fotografati dall’alto, con i droni, certe località come Sipar – la penisola che sta scomparendo, Catoro e Zambrattia appaiono ancora più belle e misteriose. Si intravedono, nelle foto panoramiche, dettagli che prima non si vedevano, scoperte fatte nel 2021 e che saranno presentate attraverso alcune mostre nel 2022. Per il Museo civico di Umago, diretto da Biljana Bojić, una grande soddisfazione, il risultato di un buon lavoro fatto durante l’anno. Le ricerche sono state fatte dagli archeologi con i mezzi e l’aiuto del Ministero della Cultura e dei Media, della Regione istriana, della Città di Umago e hanno riqualificato Sipar quale penisola visitabile dai turisti. Oltre a Sipar, ci sono Tiola, le antiche ville romane di Catoro e le secche di Zambrattia, dove si trovano sommersi un villaggio di palafitte e una delle barche più antiche mai scoperte nell’Adriatico.

 

In modo particolare gli scavi a Sipar sono stati realizzati nella fase IX-2021 grazie ai finanziamenti della Città di Umago e della Regione istriana, con il contributo del Museo archeologico di Spalato e della responsabile dei lavori, l’archeologa Branka Milošević Zakić.

I resti della penisola di Sipar con le rovine del castello

Siparis distrutta dai pirati narentani

Sipar, situata fra Salvore e Umago, più precisamente tra la zona di Zambrattia e la punta di Catoro, con la bassa marea emerge dal mare come una penisola lunga circa 200 metri e larga 50 metri. È un ammasso di pietre, ma è quanto rimane dell’antico castello di Sipar, risalente al V secolo. Sott’acqua c’è quello che resta dell’antichissima Siparis, autentico gioiello di un passato florido dell’Umaghese, spesso dimenticato e oggi trascurato. La città di Siparis esisteva, infatti, già in epoca romana, il che viene confermato dai ritrovamenti delle fondamenta di ville e case, mosaici, frammenti di marmo, cotti, urne e monete di Costante e di Valeriano. Sipar fu completamente saccheggiata e distrutta dai pirati narentani, guidati da Domagoj, nell’anno 876. Ma anche i suoi resti, oggi, a distanza di centinaia di anni, rischiano di scomparire.

L’antico castello di Sipar ora non c’è più

Le libecciate spazzano il sito

Si tratta di zone archeologiche importanti, soggette all’erosione e al fenomeno del bradisismo, consistente in un abbassamento o innalzamento del livello del suolo. Ogni anno migliaia di turisti si godono il sole e il mare in questo che è uno dei siti archeologici più belli della costa istriana, spesso inconsapevoli che sotto ai loro piedi hanno uno spaccato di storia di valore straordinario, che il mare si sta purtroppo portando via. Testimonianze storiche che, come in un fantastico parco archeologico subacqueo, si possono vedere a un metro sotto il livello del mare, anche nuotando con pinne e maschera, ma che vengono erose inevitabilmente dalle correnti. A volte seminascosti sotto un sottile strato di sabbia, s’individuano cocci di anfore romane, resti di antichissime pipe di terracotta: tracce e testimonianze di un mondo che per le mareggiate, il bradisismo e il disinteresse dell’uomo si sta dileguando.

Sipar, Tiola e Zambrattia, zone costiere piene di storia, daranno vita al futuro Parco archeologico di Umago. I risultati delle ultime scoperte, fatte dagli archeologi a Sipar, saranno presentati probabilmente nel mese di giugno 2022.

Siparis fino a qualche decennio fa era considerata anche la patria delle seppie. Non si sa perché, ma da quelle parti se ne pescavano tantissime, anche quintali; oggi sono pochissime.

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