
Si è conclusa con grande partecipazione la 19ª edizione della Regata rovignese di barche tradizionali con vela latina e al terzo, un appuntamento ormai consolidato che dal 2006 unisce le genti di mare dell’Alto Adriatico e celebra, in maniera autentica e pittoresca, la ricca cultura marinara del territorio.
Il Molo grande di Rovigno si è trasformato nella base logistica della Regata di barche tradizionali con vela latina e al terzo in funzione dell’evento che ha unito sport, cultura e convivialità.
La Regata, alla quale hanno partecipato una trentina di imbarcazioni, ha offerto uno spettacolo affascinante, toccando alcuni degli angoli più suggestivi della costa rovignese: dal Molo piccolo a Montravo, fino a raggiungere le acque cristalline intorno all’isola di Figarola. Un viaggio nella memoria e nell’identità marittima dell’Adriatico, reso ancora più vivo dalla passione dei partecipanti e dal pubblico.
L’evento è stato organizzato da parte dell’Ecomuseo “Batana”, dell’Associazione e dell’Istituzione “Casa della batana”, in collaborazione con il club di vela “Maestral”. Il programma si è svolto con il sostegno dell’Ente turistico cittadino e con il patrocinio della Città. Presenti a sostenere la manifestazione sono stati il vicesindaco Dino Sošić, la presidente del Consiglio cittadino Tea Batel, il vicepresidente della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” Matteo Tromba e numerosi concittadini e visitatori.

Foto: ROBERTA UGRIN
Molto più di una competizione
“La nostra Regata è molto più di una semplice competizione velica. È una festa popolare che rinsalda il senso di appartenenza alla comunità e trasmette alle nuove generazioni il patrimonio marittimo locale”, ha dichiarato Ennio Cherin, presidente dell’Associazione “Casa della Batana”, visibilmente soddisfatto per l’ottima riuscita dell’evento. La manifestazione, infatti, non si è limitata alla sola Regata: il programma ha previsto momenti di festa, la gita in barca al faro di San Giovanni in Pelago, tavole rotonde, la mostra di modellini di barche tradizionali e numerose attività didattiche.
Sabato mattina, grande attenzione è stata rivolta ai più piccoli, veri protagonisti di una serie di laboratori pensati per far loro conoscere e apprezzare le antiche arti del mare. In particolare, i bambini hanno potuto apprendere le tecniche tradizionali di costruzione della batana, osservare da vicino gli strumenti della pesca di un tempo e cimentarsi nella colorazione delle vele, secondo l’antico stile locale. Un vero e proprio tuffo nella memoria collettiva, reso possibile grazie all’impegno di numerosi volontari.
A sottolineare il valore educativo della manifestazione è stata anche Nives Giuricin, direttrice dell’Istituzione “Casa della Batana”, che ha ribadito l’importanza di preservare e trasmettere la conoscenza della navigazione con vela latina e al terzo: “Si tratta di competenze e saperi che rischierebbero di andare perduti, ma che ogni anno rivivono con entusiasmo e creatività grazie a questo evento”, ha detto Nives Giuricin. Particolarmente apprezzato dai più giovani è stato anche il laboratorio “Pesco da solo”, organizzato in collaborazione con il Club di pesca sportiva “Medusa”, durante il quale i bambini hanno potuto imparare i rudimenti della pesca, tra divertimento e spirito di scoperta.
La prova dei fornelli
Gli ingredienti speciali aggiunti alla già ricca manifestazione velica di Rovigno, sono stati gli appuntamenti dedicati alla tradizione gastronomica. Infatti, venerdì, dopo l’arrivo dei partecipanti provenienti dall’Istria e dal Quarnero, dall’Italia e dalla Slovenia con le loro imbarcazioni storiche tipiche dell’Alto Adriatico, prima ancora di issare le vele e sfidarsi in mare aperto, i regatanti si sono cimentati in un’altra prova di abilità: quella ai fornelli, durante il programma della “Viràda in pignàta!” – “Virata in pentola!”, un originale appuntamento che ha unito la passione marinara alla cultura culinaria. Gli equipaggi partecipanti alla manifestazione hanno presentato il proprio luogo di provenienza, dando prova d’abilità anche nella preparazione delle rispettive peculiarità culinarie. Lo scenario di una Rovigno d’altri tempi è stato arricchito dalle note della band “Viècia Ruveìgno” con un repertorio di canti della tradizione locale.
Sabato sera invece l’iniziativa “Udùri da cà∫a” – “Odori di casa” ha offerto ai visitatori un viaggio multisensoriale alla scoperta dell’autenticità istriana, tra sapori, racconti e profumi di un tempo. Al centro del programma, ovviamente, i prodotti tipici della tradizione: dal formaggio di capra artigianale all’olio extravergine d’oliva, dalla saporita “supa” istriana fino ai dolci locali come i fiùchi (fiocchi), specialità rovignese amata da grandi e piccoli preparati dalle abili e sorridenti attiviste dell’Associazione “Casa della batana”.
La parte agonistica della manifestazione, ossia la Regata vera e propria, è stata preceduta dall’esibizione della Banda d’ottoni di Rovigno, dopodiché i partecipanti, sorvegliati dal Comitato di regata, hanno dimostrato le loro abilità veliche in uno spettacolo a cielo aperto delle imbarcazioni tradizionali in legno con le loro maestose vele spiegate al vento proveniente da sud-est.

Foto: ROBERTA UGRIN
I vincitori
Il programma è continuato al calar del sole con le premiazioni dei vincitori nelle varie categorie, come pure per dei giovani che hanno partecipato al laboratorio di pesca sportiva. A classificarsi ai primi posti nelle varie categorie sono state le seguenti imbarcazioni con i rispettivi equipaggi: il guzzo del Quarnero “MD 551”, la batana piccola “Fiamita”, la batana grande “Regina”, il guzzo “Rožica”, il topo veneziano “Mafalda”, il topo piccolo “Nonno d’oro”, la gaetta “RV 1724”, il leut “PU 1175”, la passera “OP 182”, il veliero in legno dinghy “Twirre”, il cutter “Cormorant” e la la passera di Lussino “Levante 52”. A dare un tocco magico all’atmosfera della serata, già di per sé perfetta, è stato il coro misto della SAC “Marco Garbin” della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno, che guidato dal Maestro Riccardo Sugar, si è esibito per l’occasione sulla barca in legno “Orsera”. È seguita, poi, l’imperdibile e romantica sfilata notturna delle imbarcazioni a vele spiegate, che sono riuscite a far trattenere il fiato a tutti gli spettatori che hanno ammirato la loro bellezza senza tempo dalla terraferma.
La Regata rovignese si conferma così non solo un evento di rilevanza sportiva e culturale, ma anche uno strumento prezioso di educazione e salvaguardia del patrimonio immateriale dell’Adriatico, capace di parlare al cuore di chi il mare lo vive ogni giorno e di chi, magari per la prima volta, ne scopre il fascino senza tempo.

Foto: ROBERTA UGRIN
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