L’antica tradizione delle maschere a Buie

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L’antica tradizione delle maschere a Buie

BUIE | La tradizione di mettersi in maschera è da sempre molto sentita a Buie, sicuramente per la vicinanza e la comunanza con la Serenissima. Infatti, dai racconti dei nonni, riferiti a cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, il Carnevale a Buie iniziava nel momento in cui una delegazione di cittadini prendeva possesso della chiave del Carnevale che arrivava a Umago a bordo di un bragozzo veneziano. Quest’usanza è continuata fino a qualche anno fa a Muggia. Il possesso della chiave dava il via al periodo carnevalesco provocando una sorte di febbre collettiva. Si raccontava di quelli che furono i due memorabili allestimenti di carri allegorici accompagnati da comparse: “Il passaggio del Mar Rosso”, con gli Ebrei inseguiti dall’esercito del faraone e “La regina di Saba”, sul carro regale colmo d’oro, dono al Re Salomone per ricambiarlo dell’ospitalità. L’oro era raffigurato da casse colme di arance che i suoi servi, al passaggio del carro, facevano rotolare lungo la via.

I «Bianchi» e i «Neri»

La frenesia prendeva tutti, si formavano le compagnie di maschere. Ma anche il singolo improvvisava qualche travestimento per partecipare alle sfilate, che erano sempre accompagnate da gruppi di bande. E a Buie ce n’erano due di bande, una dei “Bianchi” e l’altra dei “Neri”. La sera del Giovedì e Martedì grasso si dava inizio ai balli mascherati e anche in questo caso c’era la possibilità di scegliere tra il ballo degli “Artisti” (cittadini impiegati, professionisti, maestri) o quello dei “Caligheri”, una specie di confraternita dei calzolai. Chiassoso era il gruppo di maschere che seguiva l’immancabile carretto della questua trainato da un asinello, sul quale era posizionata una botticella che serviva a ricevere il vino offerto dai paesani, grati dell’allegria dei canti e della musica, che inevitabilmente dava il via al ballo in piazza.

La cucina tradizionale

Tra le offerte, erano gradite pure le “luganighe” e le uova, che sarebbero servite alla preparazione della gigantesca frittata da godere in compagnia. Neppure i dolci mancavano, quelli della tradizione del Carnevale: i fiocchi che altro non sono che i galani veneziani e da questi differiscono solo nella forma che ricevono prima di esser tuffati nell’olio, una forma di fiocco, appunto.

Finale con marce funebri

Questi gruppi mascherati, questuanti, si recavano nei paesini limitrofi per unirsi a quelli locali. Per le calli del paese risuonavano i passi fugaci delle maschere che audacemente, bussando ai portoni delle case amiche, profittavano della cortesia dell’ospite per gustare qualche dolce loro offerto. L’ospite però non mancava di cercare sollazzo tentando di farle parlare per riuscire a indovinare, dal tono della voce, chi celasse quella maschera. “Ah, te cognoso bela mascherina!”, esclamava il più delle volte, ma altrettanto spesso fingeva.
Il Carnevale aveva il suo epilogo la mattina del mercoledì delle Ceneri con uno sbrigativo e patetico “funeral” accompagnato dalle tristi note di una marcia funebre della banda e dai pianti simulati dei presenti. Veniva bruciato il fantoccio che lo figurava.

Antiche memorie che rivivono

Grazie a questo bagaglio di antiche memorie, il Carnevale non solo a Buie, ma anche in quasi tutti i paesi dell’Istria, ha mantenuto viva questa saga che unisce i vari gruppi carnascialeschi e in particolar modo le Comunità degli Italiani.
La CI di Buie partecipa di anno in anno a quattro eventi carnevaleschi. Il sabato che precede il Martedì grasso prende tradizionalmente parte alla sfilata di Umago, con le CI di Salvore, Umago, Crassiza, Cittanova e tanti altri gruppi. Il giorno successivo, è alla sfilata di Carnevale della Città di Buie. Una settimana prima del Carnevale partecipa alla sfilata di Pola con i carri dell’anno precedente: un “revival”, tanto per scaldare i motori. Un’occasione unica: basti dire che la sfilata muove da sotto le arcate dell’anfiteatro di Pola, per concludersi sotto l’arco dei Sergi. Il quarto evento carnevalesco è quello estivo, che si svolge in occasione del Ferragosto in qualche località balneare con il supporto dell’Ente turistico di Buie, allo scopo di intrattenere i turisti.
Anche quest’anno la scaletta è stata la stessa. Si è cominciato con la sfilata a Pola, con il revival del tema del Carnevale del 2018: ”Bagnanti Buiesi di fine Ottocento”, con i costumi da bagno “castigati” dell’epoca, ma non per questo meno variopinti e fantasiosi. Il gruppo è stato anche ospite a Ceggia in quel di Venezia, dell’Associazione Carnevale Ciliense (che con i suoi carri è riconosciuto come terzo in graduatoria di bellezza, dopo quello di Cento e Viareggio) per seguire la sfilata notturna dei loro carri allegorici, evento che segue il progetto di cooperazione coordinata, intrapreso nel 2018, intitolato “Cultura e tradizioni del Carnevale nell’Istroveneto”, avviato con il contributo della Regione Veneto e con l’adesione dei partner in Istria e Fiume (Comunità degli Italiani di Buie, Fiume e Salvore, Scuola elementare italiana e Università Popolare Aperta di Buie, con il supporto degli Enti turistici). L’obiettivo del progetto è quello di promuovere la valorizzazione delle tradizioni locali, risalenti all’epoca della Serenissima con le relazioni che ne sono conseguite tra il Veneto e l’area istroquarnerina, attivare l’interazione fra soggetti e gruppi attivi della stessa area interregionale nel campo delle manifestazioni del Carnevale per stimolarne la creatività, favorendo esperienze e la formazione teorica e pratica in alcuni campi dell’artigianato, coinvolgendo i giovani del territorio dando loro un’opportunità d’inserimento nel mondo del lavoro.

Mary Poppins e le case di Londra

Quest’anno la compagnia del Carnevale di Buie ha partecipato alle sfilate di Petrovia e di Buie con un carro seguito da un gruppo di maschere in tono con il tema prescelto: Mary Poppins. Il carro rappresentava le case di Londra del 1910, coi i loro tetti e camini tipici dai quali sbucava, piroettando con la sua danza, “la magica supertata” Mary Poppins, con il suo ombrello in mano, portata dal vento dell’est alla casa del Viale dei Ciliegi n°17, dove dovrà occuparsi dei due vivaci figlioli del Mr. Banks, Jane e Michael. Il gruppo di maschere che seguiva il carro era composto dalle Mary agghindate diversamente seguendo i momenti del famoso film, dalle varie governanti di casa Banks, da Bert, dagli spazzacamini, da Mr. Banks e sua moglie, la suffragetta Winifred. La sera c’è stata una festa conviviale con ballo in Comunità, per finire in bellezza.

Il lavoro delle sarte

Tra i vari gruppi di attività della CI c’è quello del Carnevale, che dopo aver deciso il tema, si divide ogni anno in due sezioni: quella per l’allestimento del carro e quella delle sarte per la preparazione dei costumi. I lavori di sartoria vengono svolti in due salette della sede del sodalizio. Le stoffe, il materiale e quant’altro serve a confezionare i costumi provengono, per la maggior parte, da riciclaggi di tessuti desueti rinvenuti nelle cassapanche delle nostre nonne con risultati sorprendentemente buoni. I lavori di carpenteria del carro si svolgono in un garage messo a disposizione da un nostro socio. C’è da dire che parte delle spese per i materiali vengono sostenute dalla buona volontà del gruppo. Fino a qualche anno fa venivano dati dei premi alle compagnie che più si distinguevano e ciò dava maggior stimolo all’evento e all’impegno del singolo gruppo. Sarebbe auspicabile il ritorno di quest’iniziativa. Vada come vada, lo spirito di Messer Carnevale stimola sempre i connazionali di Buie ad essergli fedeli.

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