L’Amaretto di Orsera, un liquore che affascina

Incontro con Marin Maras, che nella sua distilleria «Imagine spirits» produce la bevanda alcolica a base di nocciole ispirata ai tipici dolci locali

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L’Amaretto di Orsera, un liquore che affascina
Marin Maras alle prese con l’alambicco dell’Amaretto

L’Amaretto di Orsera è una novità sul mercato dei liquori istriani. A produrlo è Marin Maras, nella sua distilleria “Imagine spirits” di Marassi, nel Comune di Orsera. Gli abbiamo fatto visita per conoscere più da vicino questa sua produzione.

“Mio padre – esordisce Marin parlando della sua storia familiare – e tutta la sua famiglia, i Maras, sono qui da 250 anni circa. Mia madre è una Tonelli di Fontane. Prima vivevamo a Orsera e circa 20 anni fa ci siamo trasferiti qui a Marassi”.

Marin Maras

Dove opera la sua azienda; com’è nata?
“Abbiamo mosso i primi passi nel 2019, poco prima dell’epidemia di Covid. L’azienda porta il nome di ‘Imagine spirits’, dove ‘spirits’ rimanda all’alcol, allo spirito, come dicevano gli anziani, mentre ‘imagine’ all’immaginazione. Abbiamo iniziato con la produzione del gin ‘Pink Robin’, che è un gin un po’ differente sul mercato, sul quale se ne trovano di vari tipi, industriali, craft, puro, mentre noi lo facciamo distillato con l’aronia, per distinguerlo. L’aronia è di quest’area; l’acquistiamo nei dintorni di Grisignana e di Parenzo. Poi la produzione è aumentata e adesso facciamo quattro tipi di gin, oltre a questo, anche il ‘London dry’, un liquore di aronia a base di gin, quello classico e un altro che tingiamo con il nero di seppia e la stirulina e ha un po’ il colore del tartufo. Questo è interessante, perché l’etichetta è di Pietro Seda di Milano, originario dalla Sardegna. Poi abbiamo iniziato a essere presenti su vari mercati e concorsi, ottenendo vari premi. Praticamente, ogni nostro gin ne ha vinti alcuni, d’oro e d’argento”.

L’alambicco dell’Amaretto

L’ultimo prodotto da voi avviato è l’Amaretto di Orsera. Com’è nata l’idea?
“L’idea è nata già l’anno scorso con Klara Trošt Lesić, direttrice dell’ Ente turistico di Orsera, prendendo spunto dai dolci amaretti di Orsera. Klara mi ha spinto a fare questo liquore. Ero titubante ma, mi son detto, se si può fare l’amaretto di mandorle, si può fare anche quello di nocciole. Ho indagato e studiato un po’ come fare un liquore che non sia da frutta e ho visto che in fondo non è poi tanto difficile trovare un equilibrio sulla quantità di dolce, la forza, la quantità di nocciole, ecc. E così, dopo varie prove, è venuto fuori l’Amaretto di Orsera. La macerazione delle nocciole dura più o meno due mesi. Il tutto viene poi filtrato, con l’aggiunta di acqua e zucchero e l’Amaretto è pronto. In sintesi, tutto il processo dura un mese e mezzo o due. Le nocciole vengono lasciate nell’alcol per un mese e mezzo. L’alcol non deve essere troppo forte, per non far uscire dalle nocciole anche gli oli. Dopo 45 giorni, ma si può aspettare anche di più, non c’è grande differenza, si aggiungono acqua e zucchero”.

Alcuni dei prodotti della distilleria

Siete i primi in Istria a produrre questo liquore?
“Probabilmente si. Si fanno molti liquori a base di grappa, ma non alle nocciole. Il noto erborista don Josip Vidau, il padre di tutte le grappe a base di erbe che si producono oggi in Istria, non usava frutti”.

Dove lo vendete?
“La produzione attuale non è grande. Per adesso lo vendiamo in una bottega a Orsera, a Parenzo, a Rovigno e qua, in distilleria”.

Una volta a Orsera, ma anche in altre parti dell’Istria, c’era una forte produzione di nocciola, ora quasi non si produce più. Avete forse in piano di riprendere questa produzione per ampliare la vostra dell’Amaretto?
“Questo è un un tema vasto e noi guardiamo sempre, anche per il gin, di trovare gli ingredienti in ambiti locali. Così anche la nocciola; quando abbiamo cominciato pensavo che quasi sicuramente ci sarà qualcuno in Istria che le produce, ma per nostra sfortuna non è così. Acquistiamo le nocciole già snocciolate e già trattate, nel senso che sono già cotte, perché così riduciamo la quantità dell’olio nel liquore. Andare da capo a produrle, impiantandole, è un po’ difficile. Io, poi, non ho tanta terra ed è anche un investimento importante. E come tutti gli investimenti in agricoltura, se non li fai in grande misura, non conviene. L’Istria poi è un’area piccola e d’altra parte c’è il turismo che si sta mangiando tutto”.

L’Amaretto di Orsera

Come consiglia di bere l’Amaretto di Orsera?
“È più o meno un aperitivo, non un digestivo, ma lo si può bere anche alla fine del pasto, con un dolce, perché anche il liquore è dolce, ma non dolcissimo; come gradazione alcolica giunge al 28 p.c. Ha un po’ di forza, ma va bene anche come aperitivo. Generalmente i liquori si bevono freddi, ma questo, da quanto ho visto, piace anche caldo e dà un’ampiezza, un gusto e un aroma diversi. Abbiamo ricevuto quest’anno due ori, uno a Vinistra, l’altro a un concorso in Germania, il che ci ha un po’ inorgoglito e incentivato. Abbiamo capito d’aver intrapreso la strada giusta”.

Quali iniziative avete intenzione d’intraprendere per promuoverlo ulteriormente?
“All’ultima Festa dell’Amaretto non sapevamo cosa ci aspettasse, come in precedenza per gli altri liquori. Per il prossimo anno ci prepareremo meglio, anche perché la festa ha avuto un grande successo. Queste feste che sono un po’ strutturate, mirate, danno qualità e fanno la differenza, il che favorisce la promozione. Le feste vanno differenziate, perché se tutte sono uguali allora non interessa dove si va, ma se sono mirate, differenti l’una dall’altra, allora la cosa è interessante e il discorso cambia”.

L’alambicco

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