In Istria accolti 1.045 profughi dall’Ucraina

Continua in Regione la raccolta dei generi di prima necessità per gli sfollati

0
In Istria accolti 1.045 profughi dall’Ucraina

Il numero di profughi ucraini giunti in Istria cresce di giorno in giorno, al ritmo di 50 persone ogni 24 ore. Il dato è stato fornito dalla responsabile regionale della Croce rossa, Sandra Stipanov. La presidente ha inoltre svelato che le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte finora in Istria sono 1045. “Quasi tutti i profughi sono già sistemati presso le nostre strutture e la rete d’accoglienza di parenti e amici” ha spiegato Stipanov, aggiungendo che il numero maggiore di ucraini in fuga dalla guerra ha trovato riparo a Pola (400), a Parenzo (320) e nel Buiese. Perlopiù si tratta di donne e bambini, molti piccolissimi o appena nati. Per questo motivo, la responsabile della Croce rossa ha voluto lanciare un appello agli abitanti, invitati a donare soprattutto generi di prima necessità come sapone, spazzolini da denti e shampoo per bambini e, naturalmente, pannolini. Ma non soltanto. La Croce rossa necessita infatti anche di generi alimentari come olio, riso, zucchero e pasta. “Le donazioni in denaro non mancano, anche se al momento le nostre priorità sono il cibo e i generi di prima necessità” ha detto Sandra Stipanov, la quale ha ricordato che di recente è stato lanciato il sito Internet “Hrvatska za Ukrajinu” (La Croazia per l’Ucraina), una piattaforma sulla quale di giorno in giorno vengono pubblicate informazioni di fondamentale importanza per i profughi dall’Ucraina, ma anche per i cittadini croati intenzionati a offrire un aiuto concreto a queste persone. Il sito fornisce le indicazioni da seguire nel caso in cui qualcuno dovesse decidere di aiutare e fornire un alloggio a chi scappa dalla guerra.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display