Il mare vissuto al femminile

Oggi le donne rappresentano un buon 25-30 p.c. delle risorse umane attive nel comparto della pesca e sono sempre più presenti anche nelle attività subacquee. Ne parliamo con Ivana Božić e Katarina Badurina

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Il mare vissuto al femminile

Donne che pilotano caccia militari e aerei di linea e fanno i mestieri più disparati non sono più una novità. Ma nessuno poteva immaginare che, a casa nostra, si sarebbero distinte anche nella pesca, al punto da sorprendere anche il presidente del Gruppo d’azione locale per la pesca, Danilo Latin. “Evidentemente i tempi sono cambiati; il Covid-19 e la crisi economica hanno influito anche sul mondo della pesca e oggi troviamo molte donne che pescano. E sono anche piuttosto brave – dice Latin –. Molte di queste donne hanno superato l’esame di pescatore e quindi hanno un diploma e una licenza di pesca. Cosa che mi fa enormemente piacere, perché la pesca nata in famiglia, per decenni non si è inserita in questi schemi. Oggi c’è un ritorno alle origini, alle barche con tutta la famiglia a bordo, senza distinzioni. La crisi economica e la perdita di molti posti di lavoro, hanno influito anche su questo. Le donne che lavorano sodo: una vita difficile per gli uomini, figurarsi per le donne che hanno figli piccoli e che si alzano alle 4 del mattino per affrontare il mare. Sono donne che meritano una grande ammirazione per quello che fanno“.

 

Oggi le donne rappresentano un buon 25-30 p.c. delle risorse umane presenti nel comparto della pesca, un mondo tutto da scoprire, perché ogni barca racconta una storia diversa. Fino a qualche tempo fa nelle famiglie dei pescatori le donne avevano l’incombenza di armare le reti: ore e ore con la “gusela“ in mano. Ma ora tutto è cambiato, perché la famiglia, considerata anche la mancanza cronica di manodopera, peraltro molto costosa, ha bisogno di loro anche a bordo. E qualche soldo in più non fa male a nessuno, soprattutto in tempi di Covid-19.

Ivana Božić
Foto: Franco Sodomaco

Sveglia alle 3
Per conoscere più da vicino questo nuovo mondo, abbiamo incontrato alcune protagoniste, ciascuna con la sua storia. La prima ci porta a Salvore, dove incontriamo Ivana Božić.
“Sono nata a Vinkovci e mi sono trasferita a Salvore dove mi sono sposata – racconta –. Io e mio marito Roland abbiamo due bambini, di 3 e 7 anni. Punto la sveglia alle 3 del mattino e alle 4 siamo in mare, sul filo delle 12 miglia per la pesca delle sogliole. Ad accudire ai bambini ci pensa mia suocera. Di lavoro da sbrigare ce n’è davvero tanto, perché fare la mamma è un lavoro che impegna molto. Pescare mi piace. Anche se non sono nata a Salvore, amo questa professione che è una continua sfida, ogni giorno e tutto l’anno. Il momento più bello è quando ritorniamo a terra e scarichiamo il pesce, Allora posso tornare dai miei figli. Comunque è una scelta che rifarei. Pescare è un lavoro diverso dagli altri; in mare pensi a tutto e a niente. Ma è un lavoro che faccio con tanta dedizione e passione”.

Sub, un mondo tutto da scoprire
Katarina Badurina, di San Lorenzo (Umago), è invece innamorata del mondo subacqueo.
“Fin da piccola trascorrevo ore e ore al mare, a raccogliere conchiglie, a pescare o semplicemente giocare, ammirando quell’immensa distesa azzurra. Spesso mi chiedevo che cosa ci fosse in fondo al mare, nel mondo della sirenetta Ariel e in quello che avevo visto nei documentari di Jaques Cousteau. Sognavo a occhi aperti, finché non ho avuto la fortuna di conoscere Mateja e Damjan Gutman, che avevano appena aperto il diving Subaquatic a Stella Maris. Qui ho fatto il passo sognato da sempre. Volevo scoprire che cosa si nascondesse sotto la superficie del mare. Avevo molti dubbi, perchè fino ad allora avevo visto soltanto gli uomini immergersi con le bombole. Mateja, che da più di vent’anni è istruttrice di sub e ha lavorato a lungo nei Tropici mi disse: ‘Vieni a scoprirlo con me, lo so che ti piacerà, fidati’. Ed è andata proprio così – racconta tutto d’un fiato –. Dopo una breve introduzione dove mi è stata presentata l’attrezzatura e la sua funzione, ci siamo immerse nell’acqua e io respiravo e mi sentivo volare. Si, proprio cosi, i subacquei volano, siccome mantengono l’assetto neutrale e si muovono lentamente, per guardarsi attorno e godere dei colori e delle meraviglie dei fondali marini. Un mondo bellissimo, ben diverso da tutto quello che leggi nei libri, che vedi nei documentari. Quando sei in immersione senti la muta bagnata che ti dà calore e sicurezza, senti una pace immensa, i rumori attutiti; segui il tuo respiro e scopri la curiosità dei pesci, che vengono subito a controllare chi sia l’intruso. Da quel giorno la mia vita è praticamente cambiata. Siccome Mateja e Damjan avevano bisogno d’aiuto per accompagnare moltissimi turisti, soprattutto tedeschi, austriaci, italiani, svizzeri e olandesi, ho iniziato con le immersioni, facendo prima da interprete e da assistente agli istruttori subacquei, per poi diventare a mia volta istruttrice di sub. Ho voluto trasmettere la mia a tutti coloro che avevano la stessa passione per il mare, per la natura, per la storia. Sono diventata la prima istruttrice sub nell’Umaghese e dintorni, che non era tanto importante per me quanto avvicinare questo tipo di sport anche ai residenti e non soltanto ai turisti”, dice Katarina Badurina

Katarina Badurina con l’amica Alma Bečirević

La forza rigenerante dei fondali marini
“Ho avuto tantissime allieve, ragazzine, mamme, nonne, che dopo il battesimo dell’acqua (così viene chiamata la prima immersione, che si fa a una profondità massima di 5 metri, nda) hanno deciso di continuare il corso per poi ottenere il brevetto necessario per immergersi dovunque ci sia un diving professionale – prosegue –. L’attività subacquea è una parte del turismo che da noi sta appena crescendo e siccome è ideale per tutta la famiglia, è uno sport che promette molto. Mateja e Damjan Gutman sono una coppia appassionatissima, con più di vent’anni d’esperienza mondiale in questo campo. Si sono immersi in quasi tutti gli oceani e i mari del mondo. La bimba più giovane con la quale ho fatto il primo corso è stata Maddalena. Arrivava dall’Italia e aveva appena 10 anni. Ogni estate, quando ritorna, mi abbraccia forte forte per ringraziarmi di averla aiutata a scoprire questa passione. Pure l’umaghese Alma Bećirević, educatrice all’asilo di Bassania, ha scoperto questa passione, che l’aiuta a trovare la propria tranquillità, un proprio equilibrio. Poi abbiamo una cliente speciale, Anna da Vienna che oggi ha 64 anni. Ha iniziato a immergersi una decina d’anni fa e si è subito appassionata a questo sport, che l’aiuta a liberarsi dallo stress quotidiano. Di storie ce ne sono tante, diverse, ma tutte con il denominatore comune della forza rigenerante delle profondità marine”.

Ivana Božić e il marito Roland (a destra) al rientro nel porto con il pescato

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