Il Covid «ribalta» tutto: turismo troppo esposto

Umago. Il punto della situazione con gli esperti del settore

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Il Covid «ribalta» tutto: turismo troppo esposto

Però, come cambiano i tempi, le abitudini, gli affari e la vita in tempo di pandemia. C’è da chiedersi veramente quando e come finirà. Turismo significa vita, soldi un po’ per tutti, divertimento, trasgressione, disimpegno e mille altre cose. La pandemia ha rotto un ingranaggio importante nella catena dell’economia e Umago ne risente, come tutti, come il mondo intero.

 

Ma sperare non è vietato, pensare che le cose andranno meglio è legittimo. Purtroppo sono state cancellate le fiere e le manifestazioni primaverili, come la Festa della spugnola, la Fiera dello sport e quella dei fiori.

Milovan Popović

Tutti eventi molto belli, che davano una pennellata d’allegria alla primavera. In lista d’attesa ci sono ancora alcuni eventi estivi, ma è presto per parlarne. Sono cambiate anche le abitudini dei turisti, ora in cerca di solitudine, di pace, di tranquillità e soprattutto d’isolamento; per questo le case di villeggiatura sono più richieste rispetto agli impianti alberghieri lungo la riviera. Piena di gente quando le cose vanno bene e ora vuota. Domani, vedremo. Tutto dipende dall’evolversi della situazione. In questo contesto pianificare le vacanze è difficile. Lo scorso anno si è guadagnato poco, anche nei campi generalmente importanti dell’enogastronomia, con un forte calo delle vendite di vino e olio d’oliva.

Con il direttore della Comunità turistica di Umago, Milovan Popović abbiamo cercato di fare il punto della situazione.

Che cosa ci si può aspettare dalla stagione turistica?
”Lo scorso anno Umago ha realizzato 1,3 milioni di pernottamenti, il 53 p.c. in meno rispetto all’anno precedente. Tuttavia, appena la morsa del Covid si era allentata, in luglio e agosto, le cose erano andate molto meglio, con un forte incremento dei pernottamenti e questo ci induce a pensare che così potrebbe essere anche quest’anno. I turisti stranieri prenoteranno all’ultimo minuto, perché nell’incertezza non vogliono pagare in anticipo e rischiare di perdere, per esempio, il deposito o l’acconto della prenotazione”.

Chi risente maggiormente della situazione?
“Purtroppo, a risentire della situazione sono un po’ tutti, ristoratori e fornitori compresi, perché mancano gli ospiti del fine settimana, quelli che riempivano i ristoranti e consumavano vino e olio e tanti altri prodotti della terra e del mare. Difficile quantificare i danni al comparto agroalimentare, ma presumo che non siano pochi. Siamo convinti che le ville con piscina saranno le più prenotate, ma i grandi numeri arrivano sempre dagli alberghi, dai campeggi e dagli affittacamere privati. C’è insomma tutto un ingranaggio che deve girare per portare i numeri a livelli favorevoli. Per quanto ci riguarda, come Comunità turistica e Ministero del Turismo, facciamo del nostro meglio, ma è la pandemia a dettare le regole, almeno per ora e questo i turisti lo sanno molto bene. Dunque non possiamo fare altro che aspettare. Prossimamente sapremo anche se ci saranno delle novità, cioè degli sgravi in ambito fiscale, visto che le cose non vanno bene”.

Le delizie dell’Istria contadina aspettano la fine della pandemia

Per quanto concerne le vendite di vino, Moreno Degrassi uno dei più quotati produttori istriani, ci ha detto che il crollo del mercato nel 2020 ha dimezzato le vendite.

“Sul più bello – dice –, cioè in luglio dell’anno scorso, mi avevano diagnosticato il Covid, senza praticamente avere alcun sintomo e questo mi aveva fatto chiudere per due settimane la cantina e l’enoteca di Umago. Una sfortuna vera e propria, arrivata nel momento in cui gli affari potevano ritornare a girare. Dobbiamo capire che ci troviamo in mezzo a una catena agroalimentare che dipende dal turismo, dalla grande ristorazione, ma anche dalla fortuna. Vedremo in futuro se e come quest’anno riusciremo a recuperare. Di sicuro i mancati guadagni per l’enogastronomia sono tanti”.

Moreno Degrassi

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