Il call center umaghese segna 10 anni d’attività

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Il call center umaghese segna 10 anni d’attività

Il primo call center ad aprire a Umago, prima come Fluctus marketing e poi come Arcus Net, festeggia i suoi 10 anni d’attività. Tante sono le aziende con cui ha collaborato nel corso degli anni e tanti sono i progetti e le persone che hanno fatto parte del team delle operatrici e degli operatori di questa società umaghese. Incontriamo Elisa Altin Pucer, operation manager dell’azienda.

Elisa Altin Pucer

Qual è stato il suo percorso in azienda?

“A febbraio 2012 firmai il mio primo contratto e fui scelta tra i primi 9 dipendenti assunti dalla ditta. Dopo aver svolto la formazione di una settimana a Udine, iniziai con la vendita di contratti per una società italiana distributrice di gas e di energia elettrica, per poi assumere la posizione di team leader. Con l’apertura dell’ufficio per il recupero crediti per l’Italia, sono diventata manager e questo è un lavoro che svolgo da 8 anni”.

Quanti sono i dipendenti e i progetti che gestite?

“Nel corso di questi 10 anni, molte cose sono cambiate. Durante tempi migliori il numero di dipendenti arrivava fino alle 70 persone. Ora, i dipendenti del call center sono una ventina. Una volta gestivamo fino a 9 progetti contemporaneamente, collaborando con aziende come Illy, Bofrost, Tele2 e moltissime altre. Fin dagli inizi, i nostri dipendenti lavoravano per progetti e in questo modo puntavamo sulla qualità del servizio.

Per ogni progetto abbiamo un team leader, ovvero una persona che segue il proprio gruppo di lavoro, con cui sono in contatto quotidianamente per l’organizzazione del lavoro e nel caso si presentino delle problematiche da risolvere.

Attualmente ci occupiamo di due progetti: il servizio clienti per una società italiana addetta alla distribuzione di energia elettrica e gas e il progetto di vendita di integratori alimentari per il mercato croato. Il lavoro, a causa della pandemia, viene svolto da remoto da quasi due anni”.

Come funziona il lavoro da remoto?

“Le dinamiche del lavoro da casa sono le stesse di quelle in sede. Abbiamo fornito ai nostri dipendenti il computer fisso, dotato di tutti i programmi e delle piattaforme necessarie, le cuffie e tutto il resto di cui avevano bisogno. Inoltre, abbiamo dato un contributo economico per i costi dell’energia elettrica e le spese Internet.

Il progetto verso l’Italia non ha incontrato particolari problemi, però le vendita da casa non vanno a gonfie vele. Si sente che le persone sono stufe, stanche, esaurite e con molte difficoltà economiche. In più, chi lavora da casa non ha più lo spirito competitivo, la dinamicità e l’energia che derivano da un ambiente lavorativo con persone che fanno il tuo stesso lavoro. I risultati sono migliorati nel primo anno di pandemia, però poi sono scesi, e di parecchio, nel periodo successivo”.

Il lavoro in un call center viene visto e trattato come un lavoro secondario e transitorio dalla popolazione locale. È un mondo che non è conosciuto dai più, un lavoro tabù per molti.

“No, non è un lavoro fisico: stai seduto su una sedia e il tuo compito è quello di telefonare, aiutare le persone o convincerle che quello che vendi è buono. Per fare questo, sei tu che ci devi credere per primo. Per questo motivo noi non abbiamo mai preso in gestione dei prodotti nei quali non credevamo. Inoltre, la difficoltà principale è il sapere parlare e avere voglia di farlo. C’è bisogno di forza e costanza, ma non è la fine del mondo. Vedo che da noi sono tante le persone che cercano di lavorare nei supermercati, però quello lo puoi vedere come un lavoro fisico.

Dal mio punto di vista, stare seduto e parlare è un lavoro molto più comodo.

Penso che abbiamo imparato presto a essere comodi.

C’è chi si fa avanti perché vuole uno stipendio di 1.000 euro per 6 ore lavorative; oppure coloro che lavorano d’inverno, però quando arriva la stagione turistica si licenziano, in quanto a loro si presentano delle nuove opportunità d’impiego. Noi abbiamo bisogno di persone fisse, che vogliono far parte della nostra famiglia”.

Quale trattamento offre l’azienda?

“Arcus Net offre uno stipendio fisso, retribuzioni delle ore di viaggio e incentivi sulle vendite. A mio avviso, una delle cose più importanti è il trovarsi bene sul posto di lavoro. Abbiamo dipendenti che lavorano per noi da 10 anni: alcuni hanno iniziato con me e ancora oggi sono parte del team. Inoltre, lavorare per 6 ore nel reparto vendita non è molto se si prende in considerazione il fatto che non ci sono gli straordinari, non si lavora di notte e nei festivi e i weekend sono liberi.

Ripeto: se sei una persona a cui piace parlare, questo è il lavoro adatto a te”.

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