
Una serata dedicata alle donne seguita da un folto pubblico. Così la Comunità degli Italiani di Cittanova ha festeggiato l’8 marzo, ospitando lo spettacolo “Done: che pasion!” di Rosanna Bubola. L’attrice buiese, grazie alla sua simpatia e alla sua verve ha attirato un folto pubblico che ha presto riempito la sala del sodalizio. “Avevo sentito di questa stand up di Rosanna già tempo fa, quindi ho approfittato dell’8 marzo per averla qui con noi – ha spiegato la presidente del sodalizio Cristina Fattori -. Ci sono veramente tantissime persone, abbiamo aggiunto posti a sedere e questa è una soddisfazione”. Tra i numerosi spettatori erano presenti anche il presidente della Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola, Michele Fatigato, e la sua consorte.
Dagli strereotipi a un’analisi profonda
Il monologo di Rosanna Bubola è stato un mix di battute e riflessione, partendo dagli stereotipi sulla vita di coppia, fino a giungere a un’analisi profonda del significato della celebrazione della Giornata internazionale della donna. Dai primi amori adolescenziali, quando il mondo appare un posto meraviglioso e si è pieni di speranze per il futuro si arriva alla vita quotidiana, dove il romanticismo scompare e lascia il posto al massimo a un fiore regalato per la Festa della donna. L’attrice ha raccontato con maestria le dinamiche tra uomini e donne, con i piccoli/grandi difetti dello stare assieme. La bravura dell’artista è stata proprio quella di proporre una narrazione leggera e autoironica. A rendere ancora più vivo l’incontro ci hanno pensato i vari siparietti con i pochi (ma coraggiosi) uomini presenti, e in particolare con il signor Toni, che hanno fatto ridere a crepapelle tutta la platea.
Le origini della ricorrenza
D’altra parte, però, la Festa della donna è nata da una tragedia e spesso, durante le serate tra amiche con birra e striptease, organizzate per l’occasione, ci si dimentica dell’origine di questa celebrazione sorta da una terribile tragedia. Nel 1908 a New York ci fu la marcia di migliaia di operaie che protestarono per ottenere un lavoro e una paga più dignitosi, nel marzo 1911 alla Triangle Shirtwaist Company, una fabbrica di camicie, di New York scoppiò un incendio. “Tra le fiamme morirono 146 operai, di questi 129 erano donne. Durante l’orario di lavoro erano chiuse dentro e quando divamparono le fiamme i padroni scapparono, salvandosi, senza nemmeno girare le chiavi nella porta per liberarle”.
“Lo spettacolo nasce sempre da una riflessione comune a tutte le donne, basata sugli stereotipi e i cliché; è fatto per divertire, ma anche per pensare. Ci abbiamo inserito un pensiero sull’origine dell’8 marzo e sul femminicidio – ha spiegato l’attrice –. La voglia di diventare maschi ci sta portando a limitare il tutto a ‘birrette e striptease’ e non è questa la direzione della Festa della donna”.
La serata è poi proseguita con un momento conviviale offerto dal sodalizio con l’aggiunta di dolci preparati dalle attiviste e primule per tutte. L’augurio è quello che “l’8 marzo si celebri 365 giorni l’anno – come ha ricordato Rosanna Bubola – e non un giorno solo, come le giornate dedicate agli animali in estinzione”.

Foto: NICOLE MIŠON
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