Fianona 1. Il no degli ambientalisti

Il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile in Tribunale dopo aver prolungato la vita alla centrale

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Fianona 1. Il no degli ambientalisti

Si è svolta ieri, presso il Tribunale amministrativo di Fiume, la prima udienza del processo avviato dalle associazioni ambientaliste “Zelena akcija” (Azione verde) e “Zelena Istra” (Istria verde) nei confronti del Ministero dell’Economia e dello Sviluppo sostenibile a causa del rilascio del permesso ambientale per la centrale termoelettrica a carbone Fianona 1, operante a Porto Fianona e gestita, come l’impianto Fianona 2, dalla società statale preposta alla produzione e alla distribuzione dell’energia elettrica in Croazia “Hrvatska elektroprivreda” (HEP).

 

Secondo quanto hanno confermato ieri, in un comunicato stampa, gli ambientalisti in parola, durante il processo saranno la ditta statale e il Ministero a difendere il rilascio del documento menzionato, in base al quale sarà possibile continuare a bruciare il carbone a Porto Fianona, anche se, come dicono le due associazioni, a livello europeo è già in corso il processo d’abbandono del carbone come combustibile per le centrali termoelettriche. Gli ambientalisti ricordano che Fianona 1 è una centrale che ha 50 anni e che il “vecchio” permesso ambientale è scaduto nel 2018. Nel comunicato stampa si parla della chiusura dell’impianto, avvenuta “alcuni mesi prima della scadenza del permesso ambientale menzionato, dopo un grave incendio scoppiato nella centrale”. “Subito dopo la chiusura, l’HEP ha avviato la procedura finalizzata al rilascio del nuovo permesso ambientale, approvato dal Ministero. Non essendo stato compilato nell’ambito della procedura uno studio sull’impatto ambientale dell’impianto dopo il prolungamento della sua vita ed essendoci state altre irregolarità nelle attività avviate con lo scopo di ottenere il nuovo permesso, le associazioni ‘Zelena akcija’ e ‘Zelena Istra’ hanno deciso di avviare una causa legale contro il Ministero, chiedendo l’annullamento del permesso rilasciato”, hanno ricordato gli ambientalisti.

Chiudere entrambi gli impianti
A loro avviso, è preoccupante il fatto che l’HEP e il governo ancor oggi considerino il carbone come una fonte energetica importante, anche se “già 10 anni fa era evidente che l’era del carbone stava per finire”. Nonostante ciò, “tutti i governi e i CdA dell’HEP continuavano a promuovere l’utilizzo di questo combustibile”. Ciò, stando alle associazioni, ha portato alla situazione odierna in cui la Croazia non dispone di un piano per una decarbonizzazione reale ed efficace, ma si cerca di prolungare l’utilizzo del modello esistente, rinviando il più a lungo possibile il necessario cambiamento.

“È davvero incredibile che siano disposti a continuare con tale politica energetica e che contino sull’energia elettrica prodotta da un impianto così vecchio come Fianona 1 per altri 15-20 anni. Nessun ammodernamento pianificato nel caso di quest’impianto potrà eliminare le emissioni di gas serra che si verificherebbero con la riattivazione della centrale”, dicono gli ambientalisti, secondo i quali, il governo e l’HEP devono rinunciare a Fianona 1 e devono programmare, per il prossimo quinquennio, anche la chiusura della centrale Fianona 2. Le due associazioni ritengono, inoltre, necessario un urgente avvio del processo di transizione del settore energetico verso le energie rinnovabili.

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