Festa del popolo del veneto: le scuole dell’Istria si fanno onore

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Festa del popolo del veneto: le scuole dell’Istria si fanno onore

In occasione della Festa del popolo veneto, istituita con legge regionale nel giorno della fondazione di Venezia (25 marzo), si è svolta oggi, lunedì 27 marzo, nel Museo del 900 di Mestre la cerimonia di premiazione della 12.esima edizione del concorso “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto”, al quale accanto a praticamente tutte le scuole del Veneto, su invito dell’UNPLI, aderiscono sempre con successo pure le istituzioni scolastiche della Comunità Nazionale Italiana di Croazia e Slovenia.

Quest’anno sono state premiate una trentina di scuole, tra le quali a vincere nell’Ambito 2 – Sezione ricerca storica (Il territorio regionale e i patrimonio storico-artistico ed enogastronomico) sono state la sezione di Momiano della SEI “Edmondo de Amicis” di Buie con il lavoro “I paroni del castel de Momian” e la SEI di Cittanova con il progetto “Le ricette della tradizione contadina”. A farsi onore nell’Ambito 1 – Teatro, musica e poesia, è stata pure la SMSI di Rovigno, il cui lavoro “Giochi senza confini” è stato segnalato tra quelli meritevoli.

Alla cerimonia di premiazione, sempre su invito dell’UNPLI, ha preso parte pure il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. “Sono assolutamente onorato che le nostre scuole partecipino regolarmente al concorso, vincendo premi importanti – ci ha dichiarato Tremul al termine della premiazione –. Portando i saluti dell’UI ho ringraziato l’UNPLI e la Regione Veneto per la proficua collaborazione. Ho citato la registrazione dell’istroveneto come patrimonio culturale in Slovenia e in Croazia, l’istituzione del Centro multimediale per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano di origine veneta a Capodistria, la volontà di realizzare la Casa dell’istroveneto a Buie e il desiderio di rafforzare la collaborazione con la Regione Veneto anche in altri settori. Quest’iniziativa contribuisce a mantenere saldi i secolari rapporti delle due sponde dell’Adriatico e che ora, con la caduta dei confini, sono ancora più vicine. Se oggi la lingua e la cultura italiane sono vive, è grazie anche a chi è rimasto e continua a coltivarle con amore e competenza, come lo fanno i ragazzi delle nostre scuole”, ha concluso Tremul.

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