Disastro petrolifero. Possibile causa l’errore umano

0
Disastro petrolifero. Possibile causa l’errore umano

TRAGHETTO “È difficile dire quanto dureranno ancora le attività di pulizia. Tutto dipende dalle condizioni meteo. La bora prevista per i prossimi giorni renderà sicuramente più difficile l’andamento dell’azione”. Così Dolores Brenko Škerjanc, comandante della Capitaneria di porto di Pola, ieri, a Traghetto, nel parlare della pulizia del Canale d’Arsa a tre giorni dal grave incidente ambientale causato dallo sversamento nella baia di 3.800 litri di idrocarburi dalla nave da trasporto merci “Fidelity”, che naviga sotto la bandiera libanese e che ieri si trovava ancora nello scalo merci a Valpidocchio, vicino a Traghetto.

Secondo la Brenko Škerjanc, responsabile del coordinamento delle azioni di pulizia, che coinvolgono circa 200 persone di diversi enti e ditte specializzate nel risanamento delle conseguenze degli incidenti ambientali causati da sversamenti di petrolio, a occuparsi della “Fidelity” sono ora la polizia criminale e la Procura della Repubblica, mentre lo sversamento sarebbe dovuto a un errore umano. L’indagine è ancora in corso.
Ripuliti 300 metri della costa
Nel frattempo continua la pulizia della baia, iniziata già venerdì, come pure quella delle imbarcazioni ormeggiate nel Canale, avviata domenica mattina. Ieri fino alle 11 erano puliti circa 300 metri della costa a Traghetto, mentre l’attrezzatura per la pulizia del mare e della costa doveva essere spostata pure dall’altra parte del Canale d’Arsa, ossia lungo la costa appartenente ai comuni di Barbana e Marzana. Il tutto deve essere fatto manualmente, ossia senza l’impiego degli agenti chimici, che potrebbero essere pericolosi per l’ambiente a Traghetto e nell’area circostante, un pezzo della costa istriana conosciuto per la sua natura intatta, ma anche per l’allevamento delle cozze. Stando a Glorija Paliska, sindaco di Arsia, nei prossimi giorni dovrebbe essere noto quanto l’inquinamento della baia abbia influito sulla fauna nel Canal d’Arsa. Nell’ambito dell’azione del Centro operativo regionale, coordinata dalla Brenko Škerjanc e svolta in accordo con il Piano di interventi in caso di inquinamenti inaspettati, nei giorni scorsi alla foce del fiume Arsa è stata collocata l’attrezzatura necessaria per prevenire le eventuali infiltrazioni nel fiume del carburante sversato venerdì nella baia.
Per quanto riguarda la pulizia delle imbarcazioni ormeggiate nel Canale, appartenenti alla popolazione locale e ai turisti, essa ha luogo nell’area della fabbrica di calce a Ponte d’Arsa, a circa tre chilometri da Traghetto. “Qui non c’è spazio sufficiente”, continuava a spiegare ieri ai proprietari dei natanti Tina Damijanić, vicesindaco di Arsia, la quale ieri a Traghetto, con Elvis Rajković, dell’Autorità portuale di Porto Albona (Rabaz), raccoglieva i dati dei proprietari. Fino al primo pomeriggio di ieri sono stati i proprietari di circa 110 natanti a chiedere che le loro imbarcazioni vengano pulite. Secondo Rajković, nel Canale ci sarebbero circa 300 ormeggi, mentre otto natanti sono stati puliti fino a mezzogiorno di ieri.
Divieto di traffico nella zona
Rimane in vigore il divieto di balneazione a Traghetto, come pure quello di traffico marino. A causa delle attività che si svolgono a Traghetto e dello spazio limitato, ieri mattina è stata chiusa al traffico pure la strada tra Ponte d’Arsa e il porto in questione, che rimarrà chiusa tutti i giorni fino a sabato tra le 7 e le 19. Oggi a visitare la baia dovrebbero essere i rappresentanti del Ministero del Mare, del Traffico e dell’Infrastruttura e quelli dell’Autorità portuale di Fiume, gestore dello scalo merci a Valpidocchio. Si parlerà dei mezzi che quest’ultima sarebbe disposta ad assicurare a favore dell’area colpita dall’inquinamento.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display