Crassiza, meta di importanti pellegrinaggi

La locale CI ha accolto nelle scorse settimane diversi gruppi che hanno percorso il sentiero dedicato a Francesco Bonifacio. Si tratta di un itinerario che interessa ben tre Paesi, l’Italia, la Slovenia e la Croazia

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Crassiza, meta di importanti pellegrinaggi
L’AC di Trieste a Crassiza. Foto: Erik Moratto

Presso la Comunità degli Italiani di Crassiza il periodo estivo appena trascorso è stato segnato da un profondo spirito di fede e fraternità con i diversi gruppi di pellegrini che hanno deciso di intraprendere un cammino ricco di significato storico e religioso: il “Sentiero Beato Francesco Bonifacio” che porta in un viaggio sul territorio di tre nazioni e che vede in una delle sue tappe fondamentali proprio il paese di Crassiza.

Il sodalizio locale, tenendo sempre conto dell’importanza della figura del Beato, accoglie con molto piacere l’iniziativa del sentiero dedicatogli. Come rilevato più volte dal presidente della CI, Mate Mekiš: “Ci rendiamo conto dell’importanza della divulgazione dei fatti storici, tramite il Beato, e della sua parola ed esempio. Il sentiero, che vede partecipanti di tutte le età, porta un notevole numero di giovani e non. Ciò non solo fa conoscere il nostro piccolo paese, ma pure la realtà della CNI, mostrando l’esistenza dei connazionali anche in piccoli borghi come il nostro. Negli anni, la CI ha voluto promuovere la vita del Beato stampando dei testi che raccolgono le testimonianze del tempo in cui svolgeva il suo ministero a Villa Gardossi (oggi Crassiza), la presentazione di volumi, l’organizzazione di esposizioni documentarie e, nel giorno del ricordo, una passeggiata al cippo commemorativo posto sul luogo dell’arresto del Beato”, ha rilevato Mekiš.
Il sentiero è stato incluso nel Catalogo dei cammini religiosi italiani, che è un’iniziativa voluta dal Ministero del Turismo, per promuovere l’offerta dei cammini in vista del Giubileo 2025 a Roma. Sono previsti arrivi per oltre 30 milioni di persone che, quindi, avendo chiara la mappa dei cammini, possono percorrerli prima di arrivare a Roma. Per ora è stata approvata la parte che passa sul territorio dello Stato italiano, essendo il bando riservato a questi, tuttavia è stato gentilmente permesso di lasciare le indicazioni per continuare il percorso in Istria. Cosa che l’Azione Cattolica di Trieste, che da oltre vent’anni organizza pellegrinaggi verso i luoghi del Beato, ha molto apprezzato. L’idea del percorso risale al 2015 e dopo due anni di esplorazioni è nato il primo libretto con le informazioni. Nel 2017 ci sono stati i primi pellegrini e da allora il richiamo è in continua crescita.

I volontari della Caritas di Cremona.
Foto: Erik Moratto

I giovani in cammino
Ad accompagnare i gruppi è stato Erik Moratto, ideatore del Sentiero, il quale aiuta i pellegrini a nome dell’Azione Cattolica di Trieste che lo cura. Ad affiancarlo, le figure importanti di Mario Ravalico, biografo del Beato e incaricato dalla Diocesi di Trieste di indagare sul martirio del sacerdote beatificato, nonché il nipote Gianfranco Bonifacio, come Testimone del perdono della famiglia, raccontando pure la vita di suo zio, offrendo ai pellegrini una prospettiva familiare e toccante su una figura così grande della Chiesa. All’inizio dell’estate, il primo gruppo è stato quello di adulti dell’Azione Cattolica di Treviso, senza far mancare il mese successivo la presenza di un gruppo di circa 35 giovani della Pastorale Giovanile della Diocesi di Trento, guidati dal vescovo di Trento, don Lauro, e dai sacerdoti della Pastorale Giovanile.

Da Conselve al cippo commemorativo a Crassiza.
Foto: Erik Moratto

Agosto ha visto l’accoglienza di due gruppi, uno di giovani volontari della Caritas di Cremona, presenti a Trieste per svolgere attività di volontariato presso le strutture di accoglienza della Caritas e l’altro, composto da una ventina di giovani dell’Azione Cattolica del Vicariato di Conselve (Padova), affiancati dal parroco don Antonio Zanon, nonché accompagnati da don Ivan e Nicola Benvenuti, oramai di casa nel territorio istriano. Questi ultimi sono stati accolti con grande disponibilità dagli amici di alcune CI (Capodistria, Pirano, Buie e Crassiza) e dalle sedi parrocchiali. L’ultimo gruppo ha intrapreso il percorso proprio nel giorno del compleanno del Beato don Francesco Bonifacio, il 7 settembre. Si tratta dell’AC diocesana di Trieste, che si è riunita nella tradizionale celebrazione serale della S. Messa nella chiesa di Crassiza. I gruppi hanno ripercorso questo cammino in diverse occasioni e su diverse tappe, in quanto la camminata può durare più giorni, a seconda delle capacità fisiche dei partecipanti.

L’AC di Treviso lungo i luoghi simbolo.
Foto: Erik Moratto

Da Trieste fino a…
Il percorso, dedicato alla figura del sacerdote martire, si estende per circa 115 chilometri e tocca numerose località che hanno segnato la vita del Beato, dalla sua vocazione sacerdotale fino al tragico epilogo del suo martirio. Il pellegrinaggio prende il via dal colle di San Giusto a Trieste, un luogo di grande valore simbolico per la storia religiosa locale. Qui il Beato Francesco Bonifacio fu ordinato sacerdote, iniziando il suo cammino di fede e servizio. Lo stesso colle ospita anche la tomba del vescovo Antonio Santin, figura cruciale nella storia di Bonifacio e testimone della difficile realtà vissuta dalla Chiesa durante gli anni del secondo dopoguerra. Il sentiero conduce poi i pellegrini verso Muggia Vecchia e da lì si prosegue verso Isola e Capodistria, cittadine che rappresentano i luoghi della formazione giovanile del Beato, dove egli frequentò il Seminario minore, completando gli studi ginnasiali e liceali.
Questi passaggi non sono soltanto tappe geografiche, ma anche simboliche, che ripercorrono la crescita spirituale e umana del sacerdote istriano. Proseguendo lungo il cammino, i pellegrini raggiungono il suggestivo Santuario della Madonna della Visione a Strugnano, che funge da punto di sosta e riflessione per arrivare poi a Pirano, la città natale del Beato, dove egli crebbe e fu formato nei primi valori cristiani. Attraversando il fiume Dragogna si giunge a Buie, sede della chiesa della Madonna delle Misericordie e del Duomo di San Servolo, la parrocchia dove Bonifacio svolse gran parte del suo ministero sacerdotale.

La pastorale giovanile di Trento. Foto Erik Moratto

Un altro momento significativo del percorso è rappresentato dalla tappa a Tribano, dove il Beato celebrava la prima messa del mattino ogni domenica e durante le festività. Ma la via porta anche attraverso luoghi di memoria tragica, come la Foiba Martines, tristemente nota per essere stata teatro di molte uccisioni nel contesto delle violenze del dopoguerra, in cui lo stesso Bonifacio trovò la morte. Il pellegrinaggio si avvia verso la conclusione passando per Grisignana, con il cimitero di San Vito, e il luogo simbolico dell’arresto del Beato, proseguendo verso la chiesa di Crassiza, parrocchia che lo accolse per molti anni come sacerdote. Il percorso termina a Cittanova, segnando la fine di un viaggio che tocca luoghi di profonda spiritualità e di importante significato storico.

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